Denti d'oro rubati al defunto: aperte tre indagini. Si cercano i responsabili

Verifiche interne al Comune di Manduria e nella società che gestisce i servizi cimiteriali

Denti d'oro rubati al defunto: aperte tre indagini. Si cercano i responsabili
di Nazareno DINOI
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 1 Febbraio 2023, 19:53 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 17:36

Denti d'oro rubati al nonno defunto: sono tre le indagini avviate da altrettanti uffici per scoprire gli autori dell’apertura di una celletta ossario e della sottrazione dell’arcata dentale d’oro dai resti di un uomo deceduto trent’anni fa e diseppellito una settimana prima. Sul macabro episodio avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 gennaio scorso, per il quale i parenti hanno già presentato una denuncia alla Polizia di Stato del locale commissariato che se ne sta occupando, hanno avviato delle verifiche interne sia il comune di Manduria che la società di servizi che ha in gestione i lavori cimiteriali per conto dell’ente pubblico.

Le indagini per individuare i responsabili

Il sospetto è che a commettere il furto possa essere stato qualcuno dei presenti che al momento del recupero dei resti abbia notato il luccichio della protesi d’ oro pianificando così il colpo. I responsabili dell’ufficio servizi cimiteriali del Comune hanno chiesto una relazione alla ditta appaltatrice da cui dipendono gli addetti al camposanto ed ha predisposto un nuovo regolamento da rispettare durante tutte le operazioni di sepoltura e spostamento salme e resti. Gli addetti dovranno di volta in volta trasmettere ad un ufficio preposto i nominativi dei componenti della squadra e di tutte le persone a vario titolo presenti alle operazioni. L’impresa in questione, da parte sua, la "Lucente Spa", ha già sentito tutti i propri dipendenti assegnati al cimitero e a giorni dovrebbe consegnare la relazione richiesta dal Comune.

La posizione della ditta che si occupa dei servizi cimiteriali

L’amministratore delegato della Lucente, Angelo Volpe, si dice «sconvolto per lo squallido gesto» e segue con interesse l’evolversi della vicenda. «Siamo in contatto con il comune – dice – ed abbiamo avviato una ricerca interna per verificare il rispetto e la correttezza delle procedure previste per dare riscontro a quanto è stato chiesto dal comune; non siamo titolati a fare indagini di polizia e possiamo adottare provvedimenti solo rispetto a quello che verrà accertato».

L’amministratore della "Lucente" non trova parole per condannare l’accaduto: «Un gesto squallido a prescindere da chi l’abbia commesso, spero che gli autori si scoprano quanto prima e che siano perseguiti per quello che meritano», conclude Volpe che si mette a totale disposizione di chi investiga e del comune di Manduria.

L'appello della famiglia per ritrovare la foto dei defunti

Intanto la famiglia del defunto è ancora alla ricerca della lastra di marmo con le foto dei nonni scomparsa insieme alla dentatura d’ oro. Ancora inorriditi da quanto accaduto, la famiglia, molto conosciuta e rispettata nella città messapica, oltre a sperare nell’individuazione dei responsabili della profanazione, lanciano appelli per ritrovare le foto dei propri cari. Sono stati i parenti diretti del defunto, la domenica successiva alla estumulazione dei due nonni per fare posto ad un altro congiunto deceduto per una malattia, a fare la macabra scoperta: la botola della fossa ossario profonda quattro metri era stata lasciata aperta e dalla nicchia dove una settimana prima erano state deposte le cassette con i resti dei nonni, si vedeva la manomissione. All’indomani sono scesi nella fossa confermando i terribili sospetti. Il giorno della pietosa deposizione dei resti, tutti i numerosi parenti presenti avevano notato i denti d'oro del nonno e la collana della nonna dello stesso metallo prezioso. La collana era stata recuperata e conservata per ricordo, ovviamente la protesi no. Ne hanno profittato i tombaroli portandosi via l'intera mascella del teschio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA