In arrivo la rivoluzione dei dehors

L'assessore Manzulli: "Elimineremo le strutture chiuse o obbrobbriose"

In arrivo la rivoluzione dei dehors
di Nicola SAMMALI
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Lunedì 10 Luglio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:52

Il Borgo di Taranto si prepara alla rivoluzione dei dehors, per avvicinare sempre più la città a una realtà turistica capace di coniugare servizi e decoro, immagine e fruibilità, in equilibrio con le esigenze dei residenti e dei visitatori e la visione che l’amministrazione comunale ha del futuro. 

Il piano

Il problema degli spazi esterni di bar e ristoranti a disposizione dei clienti, come spesso viene evidenziato, è che finiscono col sottrarre posti auto in un’area già carente. Fatta eccezione per via Di Palma e via D’Aquino che sono quasi esclusivamente pedonali e dove si concentrano buona parte dei dehors, le altre strade principali nel cuore di Taranto ne risentono maggiormente: gli stalli per il parcheggio diminuiscono, mentre le lamentale aumentano. 
«Esiste un vecchio regolamento, assolutamente anacronistico, che è ancora attuato: la procedura per ottenere il permesso prevede che gli esercenti presentino il progetto che deve essere avallato dalla Soprintendenza e dalla Polizia Locale. Ottenuto il parere favorevole, dovranno attenersi a quel progetto autorizzato. Può accadere che qualcuno non rispetti il progetto presentato: in quel caso, su segnalazione o a campione come sta avvenendo esattamente in questi giorni, proprio per verificare la liceità di alcuni spazi occupati, la polizia commerciale effettua dei controlli. Ne sono stati fatti diversi e sono stati multati 4-5 operatori che avevano sforato per dimensione e per tipologia. Alla seconda multa si può arrivare anche all’ordinanza di chiusura», spiega Fabrizio Manzulli, assessore allo Sviluppo economico.
«Dobbiamo però intenderci - rilancia a questo proposito -: vogliamo una città turistica e accogliente o una città intasata dalle auto? Il Piano urbano della mobilità sostenibile che è stato redatto e che va avanti ci spinge come cittadini a utilizzare mezzi alternativi e mezzi pubblici: oltre alle Brt (bus elettrici a transito veloce, ndc), i cui lavori inizieranno a gennaio, in sinergia con il mio collega alla Mobilità sostenibile si stanno studiando i Park & Ride che partiranno da fine agosto-primi di settembre; abbiamo trovato le risorse per un secondo Park & Ride a Porta Napoli, oltre quello di Cimino; ci saranno 5 bus elettrici per il trasporto dai Park & Ride fino in centro; con il bando per la mobilità alternativa arriveranno oltre ai monopattini anche gli scooter elettrici, le auto elettriche, le bici a pedalata assistita. Capisco le lamentele, ma sono anche strumentali. La Marina ci ha concesso altri 400 posti auto gratuiti alla Torpediniere: le alternative al problema storico dei parcheggi ci sono». 
Venerdì, tornando al tema dei dehors («che sono pochissimi rispetto alle attività presenti»), è stato inviato alla presidenza del consiglio il nuovo Piano integrato d’ambito (Pia). «Prevede, in linea con le regole nazionali, una nuova formula che elimina quelle strutture chiuse e obbrobriose soprattutto in zone sensibili della città: è stato condiviso con la Soprintendenza, che ci ha già dato un parere favorevole; semplificherà l’iter autorizzativo, perché non servirà più il parere della Soprintendenza ma basterà rispettare il regolamento, tranne in casi straordinari; indica i materiali da utilizzare; sono vietate le plastiche; sono vietati gli ombrelloni brandizzati, sempre nelle zone sensibili della città.

Il piano indica dei modelli». 

Il nuovo piano dei dehors passerà dalla commissione Attività produttive, dove verranno invitati gli stakeholder, e poi dal consiglio comunale per l’approvazione, che «mi auguro abbia la lungimiranza di capire che va fatto ordine anche in quel settore». E cita alcuni esempi: «Se pensiamo a Martina Franca, dove i dehors sono molti di più, oppure a Ostuni e Lecce, ci sono piante, sedie, tavolini e ombrelloni, facilmente rimovibili anche in caso di grandi eventi». Il punto, però, insiste Manzulli, è quello di partenza: «Che futuro vogliamo per la nostra città? Possiamo pure vietare tutti i dehors: vogliamo desertificare ancora di più il Borgo? Vogliamo tornare indietro di dieci anni? Vogliamo il posto auto sotto casa o discutere del parcheggio Artiglieria sempre vuoto? O del parcheggio Torpediniere che si riempie a fatica perché trovano scomodo parcheggiare lì giù e risalire con la navetta? C’è in programma un parcheggio sotterraneo, ci hanno presentato un project financing, ma ci vuole tempo per realizzare queste cose. Se il problema dello shopping, poi, è di fare troppa strada con le buste, c’è una soluzione che alcuni commercianti hanno avanzato, che è quella della consegna direttamente a casa, e c’è la disponibilità. Ricordo però che anche in tante altre realtà turistiche, in occasione di eventi e non solo, la viabilità ne risente e parcheggiare non è così semplice: spesso bisogna camminare parecchio, ma soltanto a Taranto questo diventa un ostacolo, vorrei capire perché».

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