Dehors, la movida a Lecce cambia volto: addio a botti e gazebo in plastica

Occupazione di suolo pubblico in città e al mare dopo tre anni da domani via al nuovo regolamento

Dehors, la movida a Lecce cambia volto: addio a botti e gazebo in plastica
di Stefania DE CESARE
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Venerdì 31 Marzo 2023, 07:16 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 13:51

Addio a sedie in plastica, botti usate come tavoli, divani imbottiti, arredi con loghi commerciali. Dal centro storico ai quartieri arrivando alle marine. Dopo una attesa lunga tre anni, da domani a Lecce l'occupazione del suolo pubblico con tavolini, sedie e gazebo dovrà essere conforme al nuovo Regolamento dehors.
Le misure approvate dal Consiglio comunale a fine 2019, e sospese durante gli anni di pandemia, adesso dovranno essere adottate da tutti gli esercizi pubblici della città. Tante le novità introdotte.

Il regolamento garantisce la possibilità di avere autorizzazioni stagionali (per sei mesi), occasionali (per 30 giorni), pluristagionali (rinnovabili per un periodo totale di tre anni).

Tre gli ambiti in cui è stata divisa la città: ambito 1 (centro storico allargato ai viali), ambito 2 (il centro moderno incluso nell'anello della circonvallazione) e ambito 3 (il resto della città e le marine). I dehors potranno essere di tre tipologie: aperti, semichiusi (di tipo A e B a seconda delle dimensioni e tipologie di delimitazioni previste) e chiusi.

Alcuni esempi

A seconda delle zone, poi, sono previsti tipologie di strutture diverse: ad esempio nel centro storico saranno ammessi solo dehors aperti, nel centro moderno saranno consentite le strutture aperte e semichiuse (A e B), mentre nelle marine si potranno installare tutte le tipologie. Particolare attenzione è stata data ai tesori della città. Il testo, condiviso con la Soprintendenza, stabilisce anche particolari aree, antistanti le chiese e i monumenti storici, dove l'occupazione di suolo pubblico sarà vietata.

Tra i tesori "protetti" ci sono la chiesa di San Giovanni Battista, Santa Teresa, Sant'Anna, piazza Duomo, Sant'Irene, Santa Maria delle Grazie, Santa Chiara, San Matteo e la chiesa delle Alcantarine. E poi Porta San Biagio, Piazza Italia, Santa Croce, Palazzo dei Celestini e piazza Giuseppe Pellegrino. Per quanto riguarda le altre aree storiche, queste non possono essere autorizzate senza il parare della Soprintendenza. Al momento, e fino al 31 dicembre, come disposto dal Governo, il via libera dell'organo ministeriale non è necessario. Addio agli arredi di plastica. In tutto il territorio potranno essere utilizzate solo panche, tavoli, piani di appoggio, sedie, sgabelli di differenti altezze, divani del tipo da giardino, di disegno lineare in metallo, polipropilene, legno, vimini, midollino di colore naturale, ferro battuto o metallo.

Vietate le botti da utilizzare come tavolo, i divani del tipo imbottito e divanetti, tavoli e sedie in plastica di tipo economico. Inoltre non saranno ammessi arredi riportanti loghi pubblicitari. Per elemento di delimitazione potranno essere adottate recinzioni e fioriere che dovranno essere sempre piantumate e in buono stato di manutenzione. Il regolamento, tra le altre cose, disciplina anche l'illuminazione. Sono ammessi corpi illuminanti di misura contenuta da applicare all'interno e sulla facciata a condizione che l'illuminazione non prevalga su quella pubblica, non contrasti con le segnalazioni semaforiche e non arrechi danno ai conducenti dei veicoli. Nel centro storico e in quello moderno non sarà consentita l'installazione di neon.

L'obiettivo

«L'obiettivo del regolamento è quello di salvaguardare la centralità dello spazio pubblico della nostra città: rispettare gli spazi di accesso alle residenze, garantire armonia nella percezione dei fronti urbani, le facciate e le strade, rispettare le condizioni di sicurezza, allestire lo spazio pubblico con arredi garantendone il decoro e la cura anche per rendere più bello un angolo della città dichiara l'assessora alle Politiche urbanistiche Rita Miglietta -. È uno strumento pensato per salvaguardare i residenti, i cittadini, i turisti e gli operatori. Dopo la pandemia, che richiedeva il distanziamento sociale per sostenere le imprese, e quindi maggiori superfici, oggi può entrare in vigore un regolamento di cui Lecce, città d'arte, non era dotata e che l'amministrazione ha approvato nel 2019, colmando un grosso vuoto che determinava numerose criticità. Abbiamo condiviso il percorso con le associazioni di categoria, che ringrazio insieme agli uffici e a quanti si stanno impegnando a garantirne applicazione».

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