Assistenza domiciliare a pagamento, scatta l'allarme

Assistenza domiciliare a pagamento, scatta l'allarme
di Massimiliano MARTUCCI
3 Minuti di Lettura
Venerdì 23 Febbraio 2024, 05:00

Sembra che sia arrivato il momento di pagare il conto dei servizi pubblici a cui i cittadini di Taranto città erano abituati. Conti salati, perché pare riguardino anche i servizi arretrati. 
Le associazioni chiedono al Comune di fare un passo indietro e rivedere il regolamento, ma anche di svolgere attenti controlli, la cui presunta assenza in questi anni ha favorito questo impasse.

L'appello

«Mi permetto richiamare la sua attenzione su un problema che proprio in questi giorni stà interessando molte persone disabili con assistenza domiciliare» scrive a Quotidiano Eustachio Nino Leone, presidente dell'Associazione Italiana Persone Down, sezione di Taranto, «infatti molti di questi nostri concittadini vengono sollecitati dal Comune di Taranto al pagamento di somme ingenti, non solo per la compartecipazione alle spese per l’assistenza domiciliare ma anche per somme arretrate richieste sempre per lo stesso servizio usufruito tempo addietro, somme che gravano pesantemente sulle persone e sugli assistiti più bisognosi. A mio modesto parere il tutto nasce da un mancato controllo per quanto riguarda le fasce Isee; si dovrebbero infatti rivedere le certificazioni Isee, che dovrebbero, nei casi effettivamente necessari, supportare coloro che effettivamente ne hanno diritto e chi non, supportare e sostenere famiglie che presentano un Isee a volte non rispondente alle loro effettive esigenze. Non è ammissibile che una istituzione di prossimità non svolga un attento controllo verso quei cittadini, quei nuclei familiari con gravi fragilità economiche, sociali e sanitarie; e pretendere ancor di più dagli stessi gli arretrati». 
Nel piano sociale di zona 2022-2024 del Comune di Taranto, si può leggere che per il servizio dell'assistenza domiciliare integrata (Adi) oggetto del dibattito di questi giorni, erano state previste queste somme: 143.726 euro per il 2022, 470.645 euro per il 2023 e 100.000 euro per il 2024. A queste somme bisogna aggiungere la compartecipazione dell'Asl di Taranto. Il servizio di Adi non riguarda solo l'ambito della cura, ma anche quello della prevenzione e della non autosufficienza, tanto che come obiettivo del piano di zona, si può leggere: l'incremento e consolidamento della presa in carico nell’ambito dei percorsi domiciliari e diurni di natura sociosanitaria in favore di persone con disabilità e non autosufficienti, ma anche il graduale passaggio dal modello di cura “prestazionale” al modello di cura “multidimensionale”. 
Mentre il Comune, tramite l'assessore Ficocelli, cerca di gettare acqua sul fuoco: «Ci rendiamo conto della difficoltà di questi cittadini che già vivono un disagio e stiamo valutando tutte le possibilità per porvi rimedio, nella peggiore delle ipotesi, una rateizzazione del dovuto, nonché la variazione del regolamento comunale.

Questo è certo», le organizzazioni sindacali - che oggi saranno impegnate in un confronto a Palazzo di Città - temono invece che la soluzione non sarà così immediata, anche perché quanto si sta determinando in questi giorni è stato oggetto di una delibera del Consiglio comunale del gennaio dell'anno scorso. «Quelle attività domiciliari sono la rappresentazione plastica di un bisogno che deve tradursi in un servizio pubblico che deve tener conto non solo della fragilità fisica ma anche di quella economica delle famiglie» spiegano Tiziana Ronsisvalle e Gaetano D'Eramo, Cgil e Uil Taranto. La Cisl, invece, tramite le parole del segretario Solazzo, nei giorni scorsi aveva commentato: «Abbiamo contestato questa imposizione operata senza un serio confronto, benché richiesto da tempo, con la consapevolezza che la compartecipazione sia prevista dalla normativa nazionale e regionale ma, anche, che l’attuale sistema, come recepito dal regolamento comunale, sia estremamente restrittivo e discriminatorio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA