Manduria, il giudice ai sette sindaci: «Ludovico va assistito»

Manduria, il giudice ai sette sindaci: «Ludovico va assistito»
di Nazareno Dinoi
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Domenica 28 Agosto 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:25

«Oggi termina una delle tante quotidiane discriminazioni nei confronti della disabilità». Così un anno e mezzo fa Fabiola Molendini commentava la decisione del Tribunale di Taranto che obbligava i sette comuni dell’ambito sociale orientale, di cui Manduria è capofila, a garantire l’assistenza specialistica scolastica al figlio Ludovico affetto da una grave disabilità. Non immaginava, allora, la nuova opposizione dei sette sindaci che per la seconda volta si sono rivolti al giudice e che per la seconda volta, adesso, ha dato ragione alla mamma e a suo figlio Ludo di appena dieci anni, gli ultimi quattro anni scolastici senza mai aver fatto una lezione completa perché la scuola non ha le figure specialistiche necessarie alla sua disabilità: un’esperta in comunicazione aumentativa alternativa per permettere l’integrazione con la didattica e il mondo esterno e un operatrice socio sanitaria per l’igiene personale. 

La motivazione

Professionisti che i sette comuni dell’Ambito, Manduria capofila poi Maruggio, Sava, Lizzano, Avetrana, Fragagnano e Torricella non intendono reclutare per una motivazione che ha dell’incredibile: ingombrerebbero inutilmente l’aula. «Hanno avuto il coraggio di dire e scrivere questo», commenta la mamma di Ludovico che si sente doppiamente offesa e ferita. «Vi preoccupate dell’ingombro a discapito della classe – continua la donna -, e Ludovico dove dovrebbe essere per voi? Emarginato fuori dalla classe? E soprattutto, cos’è per voi Ludovico? Non è un bambino, una persona anche lui?». La tesi dell’«ingombro» è stata bocciata anche dal giudice che nella recente ordinanza scrive: «E’ priva di pregio giuridico la considerazione di parte reclamante sul disagio in classe provocato dalla compresenza dell’assistente di comunicazione e dell’educatore che secondo la prospettazione difensiva ingombrerebbero inutilmente l’aula a discapito degli altri alunni».

La battaglia della mamma

La combattiva mamma di Ludo già protagonista in passato di numerose battaglie per i diritti dei bambini con disabilità e delle loro famiglie e per questo diventata punto di riferimento per molte famiglie con analoghe problematiche, non si sorprende di niente. «Queste non sono solo parole del loro avvocato perché me le son sentite dire tante volte in riunioni ufficiali e davanti a testimoni da alcuni dirigenti dei comuni, da assessori alle politiche sociali e assistenti sociali dell’Ambito, ma non immaginavo arrivassero a tanto». Per la donna, inoltre, le responsabilità maggiori sono di chi ha firmato i due reclami, i sette sindaci dei comuni del coordinamento d’Ambito che ora, salvo ulteriori resistenze, dovranno garantire il diritto allo studio a Ludovico e farsi anche carico delle spese di giudizio e legali. «Questa operazione, ad oggi – si sfoga Fabiola Molendini rivolgendosi ai 7 sindaci -, vi è costata all’incirca circa quindicimila euro di spese legali o forse anche più ed avete negato ad un bambino di 10 anni di frequentare la sua scuola, di permettergli di comunicare in classe con i compagni e i docenti, di espletare i suoi fabbisogni primari; lo avete privato di crescita sociale, di opportunità educative e sociali. Io proverei vergogna al posto vostro», è il suo commento conclusivo.

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