Brindisi, la Champions diventa un incubo. Ora la strada si fa in salita

I giocatori della Happy Casa Brindisi
I giocatori della Happy Casa Brindisi
di Antonio RODI
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Mercoledì 20 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:27

Ora il Brindisi è con le spalle al muro. La sconfitta interna (la seconda di fila) contro i rumeni del Cluj-Napoca ha compromesso e non poco il percorso europeo dei biancazzurri. Il cammino adesso è obbligato: vincere il doppio confronto con il Darussafaka (il 3 novembre in Turchia, il 16 novembre nel PalaPentassuglia) e violare il campo del Cluj (mercoledì 15 dicembre) sarà obbligatorio per centrare almeno il “play-in” a cui accedono la seconda e la terza classificata del girone affrontandosi al meglio delle tre partite per staccare il pass per l’accesso al turno successivo mentre la prima accederà direttamente al “Round of 16”. 

Strada in salita

La squadra di coach Frank Vitucci deve quindi sperare nel calendario e nella reazione che riuscirà ad avere nelle prossime partite della manifestazione continentale. «Cammino difficile ma proveremo a fare sempre del nostro meglio», le parole a caldo di coach Frank Vitucci. Il fatto però è che, dopo due passaggi a vuoto così brucianti, la Happy Casa giocherà tre delle prossime gare in trasferta, in impianti nei quali l’ambiente potrà fare veramente la differenza. La doppia sconfitta con Holon e Cluj ha la necessità di essere subito sistemata e messa quanto prima nel dimenticatoio. Certo ci sarà bisogno di ben altro incedere, di altro impatto e modo di esprimersi in campo se si vuole raggiungere almeno il “play-in”. Vada per assenze di Chappell e Gaspardo, vada anche per nel finale per una dubbia chiamata della terna arbitrale giunta nel finale sull’assegnazione di una rimessa di gioco con il punteggio in perfetta parità, ma il “Monday night” ha detto ancora una volta di una squadra in difficoltà, che ha fatto una fatica incredibile, giocando in difesa in maniera alquanto blanda con l’area colorata martellata a più riprese dai lunghi avversari (spiccano i 22 punti, di cui ben 10 nei primi sei minuti della sfida, di Andrija Stipanovic il quale ha tirato giù anche sei palloni, così come i 9 rimbalzi catturati da Dustin Hogue. Senza dimenticare le quattro stoppate, sulle sette complessive di squadra, “rifilate” Elijah Stewart). 
Una prestazione caratterizzata spesso da una scarsa combattività e da un attacco che nei primi trenta minuti è stato sempre statico, evanescente, prevedibile, con carenza di idee e qualità da parte dei suoi attori protagonisti. I difetti della Happy Casa sono deflagrati praticamente subito: i soli 29 punti a referto alla pausa lunga ne sono la riprova, così come l’incapacità a trovare le giuste contromisure. L’8/29 dalla distanza, l’11/17 a cronometro fermo (Zanelli e compagni continuano a litigare dalla linea della carità) nonché i 20 palloni persi sono la cartina di tornasole di una sfida che, se fosse possibile, andrebbe accartocciata come una pallina e gettata nel cestino della spazzatura. Nessun guizzo di nervi o di rabbia in special modo nella metà campo altrui, con una produzione frutto di lampi estemporanei nel deserto tecnico-tattico più che di basket costruito con tempi e modi sensati. Eccezione fatta solo per l’ultimo quarto nel quale i biancazzurri hanno dato l’impressione di poter capovolgere l’esito della contesa. Ma è stata solo un’illusione. Ora testa al campionato: sabato Zanelli e compagni saranno impegnati in trasferta sul parquet di Cremona.

L’occasione per tornare al successo. 

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