Francesco Gabbani super ospite al Carnevale di Putignano: «In Puglia forti emozioni»

Francesco Gabbani super ospite al Carnevale di Putignano: «In Puglia forti emozioni»
di Eleonora Leila MOSCARA
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:34

Tra i cantautori italiani Francesco Gabbani si è sempre distinto in quanto a originalità. Il testo di “Occidentali’s Karma” vincitore di ben sei dischi di platino, con numerose “citazioni” come il celebre “Panta rei” di Eraclito, il dubbio amletico di Shakespeare e la stessa scimmia nuda ispirata al saggio sull’evoluzione umana dell’antropologo Desmond Morris, è stato il suo biglietto da visita. 
È a lui che sarà affidata questa sera la chiusura dell’edizione 629 del Carnevale di Putignano, con la sua esibizione negli spazi del Teatro che non c’è, a partire dalle 21.30.

Cantautore, polistrumentista e artista multiplatino. E con un legame affettivo particolare con la Puglia, vero?

«Questa terra mi ha sempre regalato forti emozioni, ricordo una vacanza immerso negli ulivi che mi ha segnato.

E poi sono incuriosito dal Carnevale di Putignano che conosco solo per fama. Vengo da Carrara, fin da piccolo ho vissuto quello di Viareggio e non vedo l’ora di tornare un po’ bambino».

L’artista, autore di grandi successi come “Occidentali’s Karma” con cui ha vinto il Festival di Sanremo nel 2017 nella categoria Big e “Viceversa” classificatasi seconda al Festival di Sanremo nel 2020, in questo momento è impegnato a realizzare la seconda stagione di un varietà che presto andrà in onda su Rai 1, intitolato “Ci vuole un fiore”.

E questo è il motivo per cui lei ha scelto di non partecipare al Festival appena concluso...

«Sanremo quest’anno non era tra le mie velleità. Ho preferito impegnarmi sul mio show divulgativo con cui vorrei tentare di sensibilizzare il pubblico sul tema ambientale. Il progresso sfrenato ci fa dimenticare il nostro legame con la natura e poter fare qualcosa in prima persona per questa causa mi rende un senso di orgoglio immenso».

La sua carriera è costellata di lavori che spesso mettono in risalto delle analisi sia personali che collettive. Nel suo ultimo album “Volevamo solo essere felici”, riconferma la sua indole, attraverso dei testi che vengono accolti come un’introspezione psicologica. La prima traccia ad esempio, quella che si intitola “Tossico indipendente”, è un brano dedicato al primo step per il raggiungimento della felicità di cui parla in tutto il disco...

«È la condizione sine qua non, la prima tappa per capire cosa è la felicità nel percorso di comprensione di sé stessi. La canzone “Tossico indipendente” sta all’inizio del viaggio perché racconta che, se sei dipendente da qualcosa che siano sostanze, amori, social network o l’approvazione da parte degli altri, non sei tu che decidi ma è la dipendenza che sceglie per te».

Con i suoi brani, oltre ad aver superato i 600 milioni di visualizzazioni su YouTube, ha raggiunto un successo inaspettato che lo ha travolto in pochissimo tempo.

«Il successo mi ha messo alla prova, dire che non ti cambia è ipocrita perché ti sconvolge – continua - per il mio approccio è un piacere, ma non il mio obiettivo principale che invece è esprimermi e dire chi sono».

E poi, oltre a essere autore di tutti i suoi testi, lei ha anche scritto canzoni per grandi artisti tra i quali Mina, Celentano e Ornella Vanoni e colonne sonore originali...

«Sono stato autore per altri artisti sempre in un modo molto spontaneo, non ho mai scritto apposta per qualcuno. Quando mi è successo, in itinere ho capito che un brano poteva essere cantato da qualcuno in particolare, come è stato per Ornella Vanoni con “Un sorriso dentro al pianto” che ho collaudato per lei con Gino Pacifico».

Insomma un artista che scrive per esprimere sé stesso e che non smette mai di mettersi alla prova, nel lavoro così come nella vita.

«Scrivere canzoni, cantare da una parte è la mia possibilità di esprimermi, dall’altra mi aiuta a capirmi meglio. Negli ultimi anni ho vissuto una crisi esistenziale: non sapevo più se scrivevo per la percezione che si aveva di me o se lo facevo ancora per me stesso. Passato quel momento sono tornato ad essere istintivo come da ragazzo. L’espressione è innata, istintiva poi ho capito che piacere o non piacere fa parte del gioco ma non è il mio obiettivo principale».

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