Carnevale, collezione di 500 abiti in casa. Esposizione permanente a San Pietro

Annarita Renna con i suoi vestiti
Annarita Renna con i suoi vestiti
di Vincenzo MAGGIORE
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Martedì 13 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:50

Da Arlecchino a Pulcinella, da Balanzone a Brighella passando per travestimenti a tema storico, ecclesiastico, di moda recente, disneyani. C’è di tutto nella collezione a dir poco originale di Annarita Renna, casalinga di San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi, che negli ultimi venticinque anni ha allestito una grande esposizione permanente di abiti di carnevale all’interno della propria abitazione. Un’opera minuziosa fatta di passione e cura in cui la maestria con ago e filo ha giocato un ruolo importante. La maggior parte dei pezzi della collezione non sono di produzione industriale, bensì cuciti a mano, autentiche opere artigianali in cui Annarita ha fatto valere tutta la sua creatività e la sua fantasia.

Come tutto è iniziato

Al momento, ci sono circa cinquecento capi, molti dei quali sono esposti su dei manichini in quella che è a tutti gli effetti una “sala dei travestimenti”. Una passione coltivata nel corso del tempo che, come racconta la stessa signora Renna, prende spunto dalla figlia Paola. «Quando era una bambina – spiega la stessa collezionista – Paola frequentava una scuola di ballo. Per rendere al meglio i temi dei vari balletti in cui era impegnata periodicamente, ho iniziato a dilettarmi come sarta. Con il passare degli anni, mi sono ritrovata una casa letteralmente invasa da abiti, sia per bambini che per adulti. Da allora, ogni anno provo ad ampliare la collezione e, contestualmente, cerco di rammendare i pezzi segnati dall’usura del tempo. Spesso utilizzo vestaglie e vecchi abiti del quotidiano per realizzare nuovi costumi; le mie ultime creazioni sono ispirate alla serie di romanzi “Harry Potter”».

 

Tutti i temi

In generale, ce n’è per tutti i gusti: il tema ecclesiastico passa attraverso i travestimenti da suora, da vescovo e da Papa. A seguire, c’è il capitolo “fiabe” che include alcuni personaggi iconici di tipica matrice “Walt Disney” come Alice nel Paese delle meraviglie, il Cappellaio Matto, la Regina di Cuori, Crudelia e i dalmata della carica dei 101, Cenerentola. Non mancano cowboy in tutte le salse, guerrieri, dame di corte, gangster, Cesare e Cleopatra, ballerine brasiliane e abiti riferiti ai tratti più rappresentativi e tradizionali di tutte le popolazioni del mondo, dagli indiani agli arabi. «Non sono abiti d’epoca – precisa Rita – l’unico rientrante in questa tipologia è il principe azzurro.

In generale, mi piace ridare vita a capi del passato in disuso. Non saprei scegliere il mio preferito».

La storia dei travestimenti

Per tutti gli appassionati, sarà utile sapere che la storia dei travestimenti di Carnevale è molto antica. Indossare una maschera è un rito che ha origini preistoriche; sono state praticamente presenti in ogni cultura passando dalle processioni sacre al palcoscenico. È proprio grazie al teatro, in particolare alla Commedia dell’Arte, che sono nate e si sono diffuse le maschere regionali di Carnevale, ricordate a Venezia dal lontano 1200, quando si iniziavano a vedere i primi travestimenti nel capoluogo veneto. Dalla città lagunare si diffusero in tutta Italia e in Europa, fino a essere adottate, per l'appunto, dal teatro dell'Arte vedendo la massima diffusione nelle feste di Carnevale del Settecento, inserite da Goldoni nelle sue commedie. Ancora oggi, le maschere celebrano le tradizioni di città e regioni del nostro Paese.

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