Acaya, capitale del cinema francese

Un frame di "Fatima"
Un frame di "Fatima"
di Ilaria MARINACI
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Domenica 12 Giugno 2016, 21:38
Il primo festival del Cinema Francese in Italia trova casa ad Acaya, dal 13 al 17 luglio, e fra gli ospiti di questa prima edizione spicca Philippe Faucon con il suo “Fatima”, che ha vinto il César per il miglior film. Tutti i dettagli sul programma di questi quattro giorni all'insegna del cinema d'autore d'oltralpe, fra incontri e proiezioni a ingresso gratuito, saranno svelati durante la presentazione in programma martedì mattina al Castello di Acaya, alla presenza dell'assessore all'industria turistica e culturale della Regione Puglia Loredana Capone, del vicepresidente dell'Apulia Film Commission Giandomenico Vaccari, del sindaco di Vernole Luca De Carlo e dei tre direttori artistici Angelo Laudisa, Brizia Minerva e Alessandro Valenti.
Proprio Valenti, scrittore e sceneggiatore, impegnato in questi giorni sul set dell'ultimo film di Edoardo Winspeare, “Una vita in comune”, spiega in anteprima come è nato un progetto che mira a consolidare i legami creativi far Francia e Sud Italia e segna il primo passo di una sorta di “patto culturale”.
Come nasce questo primo festival di Cinema Francese?
«Nasce da una mia passione personale, che però, a un certo punto, si è confrontata con un dato: la Francia è la prima industria cinematografica europea e la terza a livello mondiale. Quando abbiamo presentato il precedente film di Winspeare, “In grazia di Dio”, a Parigi, alcuni giornalisti mi chiesero perché in Italia non ci fosse più come in passato un festival dedicato ai film francesi, al che io ebbi l'idea di costruirlo nel Salento. In questi quattro giorni presenteremo film inediti sul territorio nazionale in modo tale che la pellicola vincitrice possa, poi, avere una distribuzione in tutta Italia. In questo modo, l'operazione diventa interessante anche per i francesi, tant'è vero che mi hanno seguito nel progetto, che è stato subito sposato con entusiasmo dall'assessore Capone, dal sindaco di Vernole De Carlo e da Afc».
A cosa punta la rassegna?
«A costruire una relazione con la Francia che è solita investire moltissimi soldi nel cinema. Tutto il mondo, persino gli Stati Uniti, guarda alla Francia per la sua industria cinematografica. Quindi creare un ponte con loro non può che procurarci dei vantaggi. Quello che noi faremo è anche invitare i produttori a venire qui e a realizzare film nel Salento. Questo significa occupazione, sviluppo, promozione territoriale perché gli ospiti sono di incredibile spessore artistico».
Ci fa un esempio?
«Apriremo con “Fatima”, il film che ha vinto il César quest'anno e ci sarà anche il regista Faucon. Abbiamo scelto quest'opera perché affronta una tematica come l'integrazione fra culture diverse a cui sono personalmente molto legato, visto che sto facendo un lavoro per il MiBact con i bambini del Senegal proprio dedicato all'accoglienza e che probabilmente diventerà un lungometraggio».
Perché vi siete orientati su Acaya come location?
«Mi sembra un posto magico e, in effetti, quando l'ho fatto vedere ai francesi, sono rimasti incantati. Acaya diventerà per quattro giorni la capitale mondiale del cinema francese e il contesto sarà molto democratico e orizzontale, visto che star e produttori vivranno nel paese con noi».
Ci sarà un tema a fare da fil rouge fra i film in rassegna?
«È nostra intenzione quella di tematizzare il festival ogni anno, ma lo faremo nelle prossime edizioni scegliendo un tema alto, come per esempio l'abbattimento di tutti i muri e di tutte le frontiere, quelle geografiche e quelle mentali, per aprirci verso l'altro. In questo senso, ogni film proiettato sarà anticipato da incontri e dibattiti per permettere a chiunque di confrontarsi con artisti e addetti ai lavori. Per non far esaurire il festival in quei quattro giorni, poi, stiamo pensando di costruire una fattoria delle idee in cui i più importanti sceneggiatori italiani e francesi si ritroveranno ad Acaya durante l'inverno per produrre idee cinematografiche da ambientare in Puglia e nel Salento».
Insomma, sarà un festival che, oltre all'aspetto artistico, punterà molto ad attrarre investimenti.
«Come ho detto la Francia è la prima industria cinematografica europea, mentre negli Stati Uniti il cinema è secondo solo alle aziende produttrici di armi. Se in Italia anche noi riuscissimo a capire che portare qui set significa portare molto lavoro, investiremmo ancora di più perché questa terra meravigliosa offre tanto sotto questo punto di vista. Vogliamo partire da Acaya per avviare un confronto e una collaborazione duratura con la Francia».
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