Il nuovo sito di Quotidiano, Coluccia: «Velocità e riflessione allo stesso tempo. La rete è uno strumento utile»

Il nuovo sito di Quotidiano, Coluccia: «Velocità e riflessione allo stesso tempo. La rete è uno strumento utile»
di Giuseppe ANDRIANI
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Mercoledì 27 Luglio 2022, 16:08 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:29

La rete ha cambiato la lingua, non l'ha distrutta. Rosario Coluccia, professore ordinario di Linguistica italiana presso l'Università del Salento e Accademico della Crusca, lo ribadisce a gran voce. Guai a demonizzare internet. La comunicazione, come tutto il mondo che ci circonda, è cambiata con gli anni, ha conosciuto nuovi principi, sicuramente è diventata più veloce, istantanea. Il professore di Linguistica, però, lancia un avvertimento: scrivere su una testata giornalistica, nella forma web, ha delle regole e non vanno violate.

Professor Coluccia, presentiamo il nuovo sito di Nuovo Quotidiano di Puglia. Lei, da docente di Linguistica, cosa ricercherebbe in un portale web?
«I siti internet delle testate giornalistiche devono essere leggibili e scaricabili fin dove possibili. Da consultatore di quotidiani, trovo importante poter conservare un articolo, tenerlo per poterlo rileggere. I due principi fondamentali della fruizione di un sito sono questi: leggibilità e scaricabilità, là dove possibile. Per costruire un sito leggibile serve anche un sistema grafico intuitivo, troppo spesso si esagera con l'uso delle maiuscole o dei segni di punteggiatura, ad esempio. La comunicabilità è fondamentale. Un articolo diviso in paragrafi è più facile da leggere e ogni capoverso non dev'essere troppo lungo, direi con un limite di 20 righe. Dev'essere strutturato, per altro, con l'argomento fondamentale subito in attacco. Una piramide capovolta. Se leggo le prime righe, devo capire cosa sto leggendo, di cosa si parla».


Come a dire che vi sono dei principi, delle regole, che non vanno mandati in soffitta su internet.
«Non sempre i principi base del giornalismo vengono rispettati su internet, credo che la grande sfida del futuro sia questa. Chiunque comunichi attraverso la rete non può violare alcuni principi: i periodi non possono essere troppo lunghi, altrimenti l'attenzione svanisce, i colori e le immagini vanno utilizzati con intelligenza, senza esagerare. Bisogna, secondo me, non perdere mai la prospettiva del lettore. Lo scopo è catturare l'attenzione ma bisogna saperlo fare. E poi attraverso la rete ci è cambiata la vita, la comunicazione è diversa: ha assunto importanza il principio di velocità».

Vale a dire?
«La comunicazione è diventata immediata ed istantanea. Spesso si sente dire che la rete ha rovinato la lingua, ma non sono d'accordo. La rete non ci ha rovinati, è uno strumento e va usato in un modo intelligente. Con un utilizzo sciatto o offensivo, è un problema. Però, tornando al concetto di velocità, credo che non debba escludere la riflessione. Faccio un esempio legato ai social: un tweet è immediato, ma perdere trenta secondi in più per rileggere e riflettere su quanto scrivi non credo sia un problema. Penso a un titolo comune a uno scienziato, Lamberto Maffei, e a uno scrittore, Milan Kundera: elogio della lentezza. Ma attenzione: lentezza non è pigrizia. La velocità non può essere disgiunta dalla riflessione».
 

La rete non va demonizzata, come fin troppo spesso accade. È uno strumento e bisogna saperlo utilizzare. Verrebbe da dire: è il progresso.
«Siamo passati dai cavalli alle carrozze alle auto. La rete è uno strumento, non è che sostituisce tutto quello che c'è stato prima. Alcune cose sono obsolete, certo. Ma uno strumento bisogna saperlo utilizzare. Una ventina d'anni fa si diceva: la scrittura è morta. E invece abbiamo visto che la scrittura è rinata con la rete. Scriviamo di più, ma in modo diverso. Non abbiamo smesso, anzi. La rete non ha rovinato l'italiano, ha delle proprie caratteristiche e va usata così. Se c'è un cedimento di alcune caratteristiche o strutture della lingua italiana, non è colpa della rete. Forse servirebbe più attenzione. È chiaro che i bambini, in particolar modo, devono essere abituati anche alla scrittura manuale, fa parte del processo creativo, è fondamentale».
 

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