Levante, il tour nei teatri arriva a Bari: “Sono sincera e totalizzante”

Levante, il tour nei teatri arriva a Bari: “Sono sincera e totalizzante”
di Alessandra LUPO
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Giovedì 11 Aprile 2024, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 08:24

Il suo live tour nei teatri è andato sold out a Milano, Torino e Palermo. E domani sera toccherà Bari (appuntamento al teatro Team alle 21) per poi tuffarsi nell’avventura del Fuori Salone dove il 19 la cantante aprirà l’evento Materia Futura. Il tutto mentre su Paramount va in onda “Levante ventitré - Anni di voli pindarici”, che raccoglie documenti inediti dal dietro le quinte della cantautrice che si racconterà in una lunga intervista scavando dentro di sé e raccontando per la prima volta la profonda trasformazione, esteriore e interiore, che l’ha attraversata.
Levante, questo tour ha incantato Milano e la tua Torino ma anche la Sicilia in cui sei nata e ora tocca la Puglia. Ti senti ancora in parte una donna del Sud?
«Il mio Sud è parte fondante della persona e dell’artista che sono. Ma in generale ogni città che vivo e ho vissuto per lunghi periodi mi lascia tracce di sé che completano la mia persona, il mio pensiero e il mio modo di fare arte».
Questo tour alterna “Opera futura”, manifesto del passaggio a un'età più consapevole, ai brani più amati della tua carriera. Un modo per far vivere le tante Levante che il pubblico ama?
«Assolutamente sì, in particolare con questo tour nei teatri ho voluto riportare dal vivo canzoni del mio primo album, Manuale distruzione, che quest’anno compie 10 anni e che le persone che mi seguono reclamavano da tempo».
Il 2023, cui hai anche dedicato il lavoro su Paramount è stato un anno d'oro complesso per te, lavorativamente ricco ma anche pieno di scossoni che hai deciso di condividere con molta generosità, lasciando che il pubblico facesse i conti anche con il lato fragile della tua natura. Com'è stato farlo?
«È stato spontaneo, non il frutto di una strategia. Ne ho pagato anche il prezzo ma non conosco altro modo di esprimermi se non in maniera totalizzante e sincera. È stato così da sempre. Credo che mostrare anche i lati più bui sia parte di un processo di accettazione, evoluzione e crescita».
In scaletta ci sarà anche Mi manchi, che era stata scartata nella scelta per Sanremo. Come sarebbero andate le cose se non fosse andata cosi?
«Non posso sapere come sarebbe andata, continuo a pensare che mi manchi sia un brano più immediato, ma Vivo mi ha permesso di portare un messaggio forte e inedito, e si è rivelato anche una vera e propria hit dal vivo, è bellissimo vedere il pubblico saltare sulle poltrone dei teatri quando parte quel ritornello potente e liberatorio».
Recentemente ti sei definita analogica, anche per il legame con il cinema. Eppure parte della tua espressività ha anche viaggiato molto sui social. C'è una maniera lenta e analogica per usare la rete?
«La lentezza dovrebbe essere una materia di insegnamento, dovremmo essere tutti educati alla lentezza che trovo un bisogno assolutamente contemporaneo. La rete, è vero, richiede velocità di approccio e di impiego ma siccome è una scelta nostra come utilizzare i mezzi di comunicazione di cui disponiamo e come organizzare il nostro tempo, esiste la possibilità di avere un rapporto con la tecnologia più “rilassato” e anche cauto, di conseguenza».

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