Giulia Cecchettin uccisa dopo la coltellata al collo nel parcheggio a Fossò. Filippo Turetta interrogato 9 ore: «Mi è scattato qualcosa in testa»

Venerdì 1 Dicembre 2023, 17:59 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 01:08 | 2 Minuti di Lettura

I dubbi

Nella lunghissima autopsia, tuttora in corso a Padova, il medico legale Guido Viel, incaricato dalla Procura di Venezia, sta scrivendo le risposte a tutti i quesiti formulati dai magistrati. In estrema sintesi: quante coltellate sono state inferte alla ragazza, dopo che l'esame esterno ne ha accertate almeno una ventina; se le ferite sono state provocate da un coltello - ne sono stati trovati due: uno con una lama di 21 centimetri e il manico spezzato nel parcheggio dove è avvenuta la prima aggressione vista da un testimone, un altro, di 12 centimetri, nella Fiat Punto di Filippo fermata in Germania, oppure da entrambi - o anche dai calci e dai pugni inflitti dal 22enne padovano. L'altro quesito essenziale riguarda l'ora della morte: servirà a capire se Giulia era ancora viva, quando verso le 2.30 di sabato 11 novembre Turetta lasciò il corpo nella scarpata vicino al lago di Barcis, o se è morta poco dopo l'aggressione a Fossò, dunque verso le 23.40. Un'ipotesi, quest'ultima, che sembra trovare maggiori conferme. Bisognerà poi capire se Filippo, con alcune di quelle coltellate, abbia infierito su Giulia quando lei era ancora in vita. Non ultimo - accertamenti che vanno sempre svolti in questi casi spiegano gli anatomopatologi - se vi siano tracce di abusi, e se le analisi genetico forensi escluderanno che sulla scena del crimine fossero presenti altre persone. Non solo. Sul corpo è stata eseguita anche una Tac, per stabilire l'importanza delle lesioni traumatiche subite da Giulia alla testa, quando inseguita da Filippo aveva battuto il capo sul marciapiede a Fossò. E sono stati prelevati i tessuti per compiere indagini istologiche e gli esami tossicologici: gli inquirenti vogliono capire se Giulia sia stata stordita.

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