Violenza sulle donne, le prime parole di Dory ferita con 30 coltellate: «Grazie per il sostegno»

Violenza sulle donne, le prime parole di Dory ferita con 30 coltellate: «Grazie per il sostegno»
Violenza sulle donne, ​le prime parole di Dory ferita con 30 coltellate: «Grazie per il sostegno»
di Alfonso SPAGNULO
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Martedì 21 Novembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 07:42

Dory sta meglio e ringrazia su Facebook. Dal suo letto d'ospedale rassicura e ringrazia. Dory Colavitto, la 35enne di Monopoli aggredita con oltre trenta coltellate all'alba del 2 novembre dal suo ex compagno Giuseppe Ambriola, nonostante una condizione fisica ancora provata dopo i tanti giorni di Rianimazione, ha scritto ieri il suo primo post su Facebook e il suo pensiero è andato a tutti coloro che in questi giorni hanno fatto sentire il proprio affetto nei confronti di una donna “miracolata” nel vero senso della parola.

«Vi scrivo poche parole perché ho una mobilità limitata - si legge nel post -.

Ma volevo ringraziare tutti voi per il vostro sostegno, per ogni pensiero, parola e preghiera che mi avete rivolto. Siete stati tantissimi e vi ringrazio di vero cuore, tutti voi conoscenti e non. Grazie». 

La storia

Parole di gratitudine da cui traspare però la grande forza di questa donna che ha rischiato di morire sotto i fendenti di Ambriola. Dory è ricoverata nel reparto di Chirurgia plastica del Policlinico di Bari dopo essere stata per giorni in Rianimazione. Non dovrà restarci ancora per molto, si spera, in ospedale. Certamente dovrà subire un'altra serie di interventi, oltre a quelli effettuati subito dopo il ferimento e che le hanno salvato la vita. Ha perso un occhio a causa delle coltellate e numerose sono le ferite in diverse parti del corpo che avranno bisogno di interventi di natura plastica. Ma se il decorso non avrà ostacoli la prossima settimana potrebbe essere dimessa e cominciare la fase rieducativa. 
La 35enne, ieri, con questo primo messaggio, ha lanciato un chiaro segnale: vuol tornare dai suoi affetti, quelli veri. Dal figlioletto di tre anni e mezzo, dalla sua mamma che in un certo senso le ha salvato la vita colpendo Ambriola con un mattarello alla testa mentre accoltellava la figlia facendolo desistere, dal fratello e dai tanti amici e amiche che hanno avviato una gara di solidarietà per aiutarla nel giorno in cui tornerà a casa. «Si sta mostrando molto coraggiosa e forte - ha sottolineato un amico che è andata a trovarla in ospedale -. Non ha cancellato nulla dalla mente. Ricorda tutto quello che è avvenuto in quella brutta mattinata. Per questo è abbattuta. Ci vorrà un bel po' prima che possa riprendersi dalle ferite psicologiche ancor di più che da quelle fisiche». 

Il suo ex compagno voleva ammazzarla. È questa la tesi degli avvocati di Dory ed ecco perché, in questi giorni così tristi in cui il femminicidio è tornato prepotentemente a riempire le pagine della cronaca, un semplice post di Facebook si può leggere come una gran bella notizia. I legali Maria La Ghezza e Francesco Guidone, intanto, stanno già lavorando alla costituzione di parte civile non appena l'autorità giudiziaria avvierà il processo nei confronti di Ambriola. Il primo passo, comunque, sarà quello di mbastire una causa per privare l'uomo della patria potestà sul figlio. «In questa vicenda - sostengono gli avvocati -, tolte le coltellate a Dory, la vera vittima è il bambino della coppia. Vai a spiegare ad un bambino che non può stare con i suoi genitori, il mondo dei suoi affetti, perché papà è in prigione dopo aver tentato di uccidere mamma e questa è ricoverata al Policlinico per le ferite ricevute da lui». 
Ma non sarà facile nemmeno spiegare a quel bambino che la mamma farà causa al papà perché lui voleva farla fuori. Gli stessi legali della 35enne, intanto, stanno dando una mano ai carabinieri della Compagnia di Monopoli, incaricati dalla Procura barese delle indagini sul tentato omicidio, per ricostruire il puzzle di quanto avvenuto. Gli avvocati hanno chiesto esplicitamente se tutto questo si poteva evitare, data la denuncia presentata dalla donna contro Ambriola qualche settimana prima dell'accoltellamento.

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