Cosa è successo tra Giulia Cecchettin e Filippo Turetta? Ci sono stati segnali di una relazione tossica? E se sì, sono stati sottovalutati? Dalle testimonianze della famiglia di lei e degli amici, il rapporto tra i due avrebbe attraversato momenti difficili fino alla rottura che Filippo non avrebbe accettato. Dal primo incontro all'università fino al tragico epilogo, le tappe della loro storia.
La storia
Tutto è cominciato nella facoltà di Ingegneria Biomedica dell'Università di Padova, dove entrambi studiavano. Giulia e Filippo si sono conosciuti lì, tra una lezione e l'altra. Poi l'amore: una relazione durata quasi due anni, superando anche momenti difficili come la malattia e la morte della madre di lei lo scorso anno. Infine la separazione, preceduta da una pausa di riflessione: ad agosto Giulia lascia Filippo, ma i due continuano a frequentarsi. Un amore diventato amicizia, continuando le frequentazioni. Uscivano da soli o con gli altri amici del gruppo, ma comunque continuavano a vedersi. Nulla di strano secondo gli amici, i genitori, la famiglia. Poi nelle ultime settimane qualcosa cambia. Giulia si sta per laureare, Filippo invece smette di mangiare, di uscire, sembra apatico.
I primi segnali
Per la sorella di Giulia, Elena Cecchettin, i segnali già c'erano: «Filippo era una persona possessiva, aveva alcuni atteggiamenti che non mi piacevano: le stava molto addosso, la controllava».
Gli episodi
Al raptus di violenza, la sorella di Giulia non ci ha mai creduto. Sono troppi, infatti, gli episodi di violenza psicologica, verbale ed emotiva che la 22enne ha sopportato durante la relazione con Filippo, e anche dopo: «Posso raccontare tanti episodi in cui Filippo ha dimostrato di poter diventare pericoloso. Un'amica di Giulia mi ha raccontato che lui una volta si è presentato alla fermata dell'autobus, dopo che lei gli aveva detto che preferiva andare a fare acquisti a Padova senza di lui. Filippo le controllava il telefono, al punto che Giulia aveva disattivato la funzione che mostra l'ultimo accesso su Whatsapp. Ma lui trovava comunque il modo di controllarla: dopo che le aveva mandato la buonanotte, per essere sicuro che lei non avesse ricevuto altri messaggi, le mandava un emoticon, fingendo di fare il carino, così vedeva se il messaggio veniva recapitato con una sola spunta o due». Poi un'altra violenza: «Filippo diceva sempre a Giulia che doveva rimandare la laurea, che doveva aspettarlo. Voleva che studiassero insieme e questo a mia sorella stava cominciando a pesare», dice sempre Elena Cecchettin. Filippo era dipendente da Giulia, proiettava su di lei le sue frustazioni per lo studio e il suo disagio psicologico: «Io penso che Filippo fosse dipendente da lei, che si sentisse molto solo e che vedesse in mia sorella la sua unica fonte di gioia nella vita. Ma devi saper creare tu gioia nella tua vita. E Giulia sapeva gioire anche delle piccole cose. Lui sapeva di avere dei problemi ma non voleva guarire, non cercava aiuto, non voleva stare meglio. Le aveva detto che si sarebbe ucciso se lei lo avesse lasciato o avesse smesso di essere sua amica. La teneva in scacco emotivamente. Giulia si confidava ma non ci diceva tutto, aveva paura che ci allarmassimo e mai avrebbe pensato che lui potesse farle del male».
I racconti degli amici
Come raccontato dai loro amici, la loro storia era finita perché Giulia non amava più Filippo. Lui stava male, ma continuava spesso a vederla: «Sapevo che stava attraversando un periodo difficile, come può succedere a tutti. Era triste perché Giulia l'aveva mollato ma noi amici gli stavamo vicino continua. L'ultima volta che l'ho visto era più sereno del solito perché aveva cominciato ad andare dallo psicologo dell'università. Mi ha fatto piacere sapere che aveva trovato un esperto con cui parlare delle sue difficoltà: soffriva per Giulia e per gli esami che aveva lasciato indietro».
La laurea
La laurea di Giulia era una minaccia per Filippo. Secondo Elisa Camerotto, la zia materna di Giulia Cecchettin, «lui non era contento che Giulia si laureasse perché temeva che si potesse allontanare da lui». Per i preparativi della festa, Filippo aveva deciso quasi tutto, scegliendo i piatti e il menù, come se fosse il suo momento, e non quello di Giulia.
L'appello del padre
«Dalla storia di Giulia deve nascere qualcosa», ha detto il padre, Gino Cecchettin. «Noi come famiglia ci impegneremo attivamente affinché questo non succeda più, perché altre ragazze, altre donne, parlo a nome anche di Elena, faremo qualcosa. Guardatevi bene nella vostra relazione. Comunicare col papà, col fratello, con chiunque vi possa dare fiducia. Ma se avete anche solo il minimo dubbio che la relazione non sia quella che voi desiderate comunicatelo, perché è solo in questo modo che avrete salva la vita, per non essere qui a celebrare di nuovo un altro femminicidio. Io come padre ovviamente mi faccio delle domande, e purtroppo il tempo è passato. È troppo tardi adesso. Facciamo qualcosa per chi ancora ha la possibilità di restare qua».
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