Femminicidio a Taurisano, il racconto della vicina: «Ho rischiato di morire anch'io»

Uccisa dall'ex a Taurisano, il racconto della vicina: «Ho rischiato di morire anch'io»
Uccisa dall'ex a Taurisano, il racconto della vicina: «Ho rischiato di morire anch'io»
di Pierangelo TEMPESTA
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Marzo 2024, 07:08 - Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 12:37

«Stefy mi ha detto "aiutami" prima di morire». La vicina di casa di Aneta Danelczyk, la 47enne conosciuta da tutti come Stefy uccisa sabato a Taurisano dal marito Albano Galati, affida agli investigatori e al suo avvocato Roberto Bray il racconto di quei momenti terribili. Emergono, intanto, nuovi dettagli su quel pomeriggio di sangue in via Corvaglia: dopo aver inferto le coltellate mortali alla moglie e aver tentato di uccidere la dirimpettaia, il 56enne avrebbe raggiunto un bar per bere un whisky, prima di consegnarsi alla polizia.

Attesa per oggi l'autopsia sul corpo della vittima. La lite tra marito e moglie sarebbe iniziata nell'appartamento della coppia, dove l'uomo non risiedeva più da qualche tempo per via della separazione in atto. L'ennesima discussione, forse per motivi economici, questa volta sfociata nel sangue. L'uomo avrebbe impugnato un grosso coltello da cucina. La vittima, in preda al terrore, si è rifugiata in casa della vicina. E lì è avvenuto l'omicidio.

I dettagli

«Quando è arrivato davanti a me - è il racconto che la donna ha fornito al suo legale - ho rischiato di morire anche io.

Quell'uomo era una furia incontrollabile. Non c'è stato nulla da fare: si è subito scagliato contro la moglie e contro di me». Nel tentativo di difendere la vittima, la donna ha rimediato una ferita al cavo ascellare. In casa c'erano anche le sue nipotine di 12 e 9 anni. L'uomo le avrebbe ripetuto più volte «Vabbanne se no te cciu puru a tie» (vattene altrimenti uccido anche te). La donna, in preda al terrore, avrebbe raggiunto la veranda per mettere al riparo le bambine. Rientrata in casa, poi, ha visto l'uomo colpire nuovamente la moglie. Subito dopo il 56enne si sarebbe allontanato per le scale. La donna ha chiuso la porta ed ha chiamato il 118, mentre la vittima la implorava di aiutarla, morendo poi pochi minuti dopo in un lago di sangue. Ieri l'uomo si è presentato dinanzi al giudice per le indagini preliminari Giulia Proto per l'interrogatorio di garanzia e l'udienza di convalida dell'arresto. Assistito dagli avvocati Luca Puce e Davide Micaletto, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice ha convalidato l'arresto e ha disposto la permanenza dell'uomo in carcere, ravvisando il pericolo di reiterazione del reato. Per il gip, Galati è una persona «particolarmente aggressiva, incapace di controllare gli impulsi». Tanto che ha agito nonostante le urla della moglie, l'intervento della vicina e la presenza di due bambine.

«La personalità dell'indagato - si legge - è dimostrata altresì dal fatto che, subito dopo aver commesso il gravissimo delitto, si recava noncurante in un bar per bere un whisky, ancora sporco di sangue». Dopo il bar, il 56enne avrebbe raggiunto il commissariato, affermando di aver ucciso la moglie. Poi ha avuto un malore, per il quale è stato soccorso dal personale del 118. Al suo risveglio, ha dichiarato di non sapere perché si trovasse negli uffici della polizia, sostenendo di non aver commesso l'omicidio. I legali dell'uomo stanno ora raccogliendo la documentazione medico-sanitaria del 56enne: l'intenzione è quella di far visitare l'uomo da uno psichiatra e da un medico legale, per poi redigere una relazione da porre alla base della richiesta di un incidente probatorio. Ciò per valutare la sua effettiva capacità di intendere e di volere. Oggi, intanto, il medico legale Roberto Vaglio eseguirà l'autopsia sul corpo della donna. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Giorgia Villa ed eseguite dai poliziotti del commissariato di Taurisano, diretti dal vicequestore Salvatore Federico. Le figlie maggiorenni della coppia sono assistite dall'avvocato Francesca Conte. Per il figlio minorenne, 12 anni, che al momento del delitto era nella sua cameretta, si sono attivati i servizi sociali del Comune insieme al Tribunale per i minorenni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA