Smog e cemento in città: bocciate Bari e Lecce. Coldiretti: «Più alberi contro il degrado»

Nel capoluogo jonico più green per ogni abitante

Smog e cemento in città: bocciate Bari e Lecce. Coldiretti: «Più alberi contro il degrado»
3 Minuti di Lettura
Sabato 23 Aprile 2022, 07:32 - Ultimo aggiornamento: 14:25

In Puglia la dotazione di verde urbano nella maggior parte delle città non supera i 10 metri quadrati per abitante con una situazione preoccupante per i grandi centri dove si oscilla dai 9,2 di Bari ai 9 di Foggia, dai 14,4 metri quadrati di Taranto ai 9,6 di Lecce fino agli 11,9 metri quadrati a Brindisi. Numeri snocciolati da Coldiretti su dati dell'Istat nella giornata dedicata alla Terra che chiede nuove piante per «contrastare l'inquinamento atmosferico, i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, oltre alla necessità di far rifiorire in tutta la Puglia città, giardini, aree pubbliche e private per combattere lo smog e gli effetti dei cambiamenti climatici». E proprio in occasione della prima mostra delle piante anti-smog e dei fiori che si mangiano presentata ieri a Bari, sono stati illustrati gli obiettivi della misura del Pnrr per la tutela e la valorizzazione del verde urbano ed extraurbano che ha una dotazione complessiva di 330 milioni di euro. Solo nella Città Metropolitana di Bari, è prevista la piantumazione di 446mila alberi entro il 2024 con 41 comuni in cui vivono più di 1.224.756 di abitanti.

Verde contro lo smog

Far rifiorire la Puglia per contrastare degrado e smog. E per aiutare un settore, quello florovivaistico, in grande affanno anche a causa dei rincari energetici che si sono abbattuti da qualche mese. Per intendersi: i vivai sono costretti a produrre praticamente in perdita, nelle serre si spende dal 50% in più per il gasolio e l'elettricità al 400% in più per concimi e metano, mentre i prezzi degli imballaggi in plastica sono triplicati. «Il risultato è, ad esempio, che per una serra di mille metri dove si coltiva un fiore del periodo come la viola a ciocche la perdita netta per i vivaisti è di 1250 euro, con i costi di produzione che superano di gran lunga quelli di vendita», ha denunciato Pietro Piccioni, direttore Coldiretti Puglia.

Il criterio ispiratore del lavoro è piantare l'albero giusto al posto giusto, tenendo conto delle specificità territoriali e puntando esclusivamente su piante e fiori made in Italy, con le aziende florovivaistiche italiane che vanno sostenute dopo l'esplosione dei costi energetici che ha investito un settore cardine per l'economia italiana con un valore di oltre 2,57 miliardi di euro con il coinvolgimento di 27.000 aziende florovivaistiche attive in Italia su 30mila ettari coltivati che garantiscono il lavoro di 200.000 persone a livello nazionale. «Servono atti concreti salva clima in città per ripulire l'aria dallo smog e dalle pericolose polveri sottili, grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas serra, combattere l'inquinamento e mitigare le temperature» ha detto Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

In questo scenario, il Tacco d'Italia intravede un orizzonte positivo. Le stime dell'associazione di rappresentanza dell'agricoltura, sulla base del rapporto del Centro Studi Divulga, raccontano di 7mila giovani in Puglia che hanno scelto di costruirsi un futuro da imprenditori agricoli investendo nella terra, dalla coltivazione all'allevamento, dall'agriturismo alle vendite dirette fino alle bioenergie e all'economia green. In media, sono 18 le nuove imprese di giovani al giorno. Un futuro che cerca di colorarsi sempre più di verde.
A.Pig.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA