Brindisi, sì ai progetti per l'ex Saca: ma il parco è preda dei vandali

Il degrado nell'ex Saca
Il degrado nell'ex Saca
di Salvatore MORELLI
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Venerdì 22 Aprile 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:32

In attesa della “pioggia di milioni” da anni previsti per riqualificare l’area dei capannoni ex Saca (ubicati all’interno del parco del Cillarese), a Brindisi la vecchia e fatiscente struttura ritorna “free” all’utenza: aperta e libera per nuove incursioni vandaliche, ma anche pericolosa per che si avventura da quelle parti a causa di possibili crolli. Dentro i vari capannoni, ormai in armonia con l’ambiente circostante per la presenza di arbusti di ogni genere cresciuti a dismisura in ogni angolo, si trova di tutto: tabelloni elettorali (chissà perché finiti da quelle parti dopo una vecchia campagna elettorale), materiale edilizio di ogni genere, pedane in legno, tubazioni, serbatoi dell’acqua, reti di recinzioni in plastica e fioriere in cemento o in pvc. 

Il degrado


Insomma, aggiungendo anche i vecchi graffiti, una visita all’interno di quei capannoni (come sta purtroppo avvenendo da quando la porta principale, ubicata su uno dei viali del parco e a poco distanza dal parcheggio, rimane aperta al pubblico) offre ai visitatori, non senza qualche rischio, di tornare indietro in un tempo remoto (quello di una fabbrica che ha dato lavoro a tanti brindisini e salentini tra gli anni ‘60 e ‘70) deturpato e per niente in linea con quel “polmone verde” realizzato a poco distanza. Aspettative che vengono rimandate da diversi anni, ormai. Infatti, si aspetta ancora che l’intera area ex Saca (cinque capannoni, 4 addossati e un altro sparso nel cuore del parco) venga bonificata e riqualificata in base ad un progetto che ha visto stanziare un finanziamento di quasi 18 milioni di euro. Denaro, finanziato direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri attraverso una bando dedicato alla riqualificazione urbana e alla sicurezza delle periferie, che dovrebbe essere impiegato per la costruzione di un centro ricreativo per bimbi autistici, un laboratorio dedicato alla cultura della Dieta Mediterranea e una serie di orti didattici e urbani che coinvolgano bambini e adulti. Agosto 2016, parte da qui la storia di questo progetto che prevede il riutilizzo dei capannoni ex Saca. E’ la giunta comunale dell’epoca a far sapere di avere deliberato la partecipazione a un bando che prevede la possibilità di ottenere un finanziamento di quasi 18 milioni di euro per la realizzazione di un progetto di manutenzione, riuso e ri-funzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture edilizie esistenti.
Si tratta del “Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di Provincia”.

I progetti

In particolare, il primo capannone dovrebbe essere utilizzato per la realizzazione di nuovi modelli per il welfare urbano compresa l’erogazione di servizi sociali, culturali, educativi e didattici. Il secondo capannone (che in realtà mette insieme 4 capannoni) viene invece indicato per la realizzazione di laboratori dedicati alla cultura agricola e alimentare dei paesi del Mediterraneo. 
Si tratta di aree verdi per la realizzazione di progetti nell’ambito dello sviluppo urbano ecosostenibile di orti didattici, orti urbani e agricoltura sociale. Sei mesi dopo, a dicembre, il Consiglio dei Ministri approva la proposta progettuale del Comune di Brindisi, scelta e inserita tra quelle destinatarie di importanti risorse. Vengono così assegnati 17.482.071,68 euro, denaro con il quale capannoni e aree verdi avrebbero potuto finalmente ritrovare una destinazione d’uso. Per cambiare ancora una volta l’area del Cillarese, i tempi per realizzare i progetti definitivi (come aprire i cantieri e realizzare le opere) dovevano essere rispettati entro il 2020. Distribuendo così gli importi: 4.923.771,67 euro per il recupero del capannone ex Saca n.1 destinato a diventare un centro ambulatoriale per disturbi dello spettro acustico, 10.140.000,00 per il capannone ex Saca numero 2 (prevista la realizzazione dei laboratori dedicati alla cultura agricola e alimentare dei paesi del Mediterraneo), 768.300,00 euro per la realizzazione di orti didattici e 1.650.000,00 euro per la realizzazione di orti urbani. Progetti da affidare, attraverso un apposito bando a soggetti singoli o associazioni, pronti a partire già all’inizio del 2019, la cui consegna era fissata entro il 2020. Il finanziamento statale, però, subisce numerosi rallentamenti dovuti anche alla pericolosità idrogeologica dell’area oggetto del progetto. 
L’Autorità di bacino, infatti, aveva bloccato l’iter delle opere a causa della incompatibilità del progetto con il Pai, il Piano di assetto idrogeologico. In quell’area, infatti, a causa della presenza del bacino e della diga che lo contiene, esiste un vincolo idrogeologico: un elevato rischio di allagamento in caso di forti piogge o eventi meteo particolarmente avversi. Così arriviamo a luglio dell’anno scorso, quando viene finalmente deciso che per sbloccare il progetto di recupero dei capannoni ex Saca c’è bisogno di un argine alto tre metri che corre per circa 500 metri in parallelo al canale Cillarese. La soluzione è scelta da “Asset”, l’Agenzia regionale strategica per lo sviluppo ecosostenibile del territorio.

Quini il sì agli orti urbani e didattici nel parco del Cillarese. E l’ok ai primi due progetti. In attesa del recupero, però, i fatiscenti capannoni ex Saca ritornano in mano ai “visitatori” con tutti i rischi connessi.

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