L'allarme dei docenti: «Troppi rischi in classe». È scontro con i sindacati

L'allarme dei docenti: «Troppi rischi in classe». È scontro con i sindacati
di Paola COLACI
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Lunedì 16 Novembre 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 12:44

Scuole pugliesi, è ancora scontro sulle aperture. Contro l'ipotesi di continuare a garantire lezioni in presenza alle elementari e alle medie l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco alza le barricate. «Bisogna necessariamente fermare le occasioni di contagio. Tenere aperta la scuola, per esempio, è un errore clamoroso». E in trincea, al fianco dell'assessore in pectore alla Sanità si schierano i docenti. Insegnanti degli istituti di ogni ordine e grado che puntano il dito contro i sindacati: «Invece di guardare ai numeri dei contagi in aumento, sindacati spingono le famiglie a mandare i figli a scuola costi quel che costi». Ma le organizzazioni sindacali si difendono: «Chiediamo solo di fare chiarezza nella confusione generata tra Dpcm e provvedimenti regionali». La svolta, tuttavia, potrebbe arrivare già mercoledì: per dopodomani è, infatti, attesa l'udienza dinanzi al Tar Puglia del governatore Michele Emiliano. Il presidente della Regione nei giorni scorsi ha, infatti chiesto ai giudici pugliesi: di essere ascoltato in sede di interrogatorio libero nell'udienza nella quale si valuterà la sospensione dell'ordinanza di ottobre con cui la Regione ha interrotto le lezioni in presenza in tutte le scuole pugliesi, tranne in quella per l'infanzia.

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Chiusura delle scuole che il ministro dell'Istruzione Azzolina continua a rigettare: «Sulla scuola non può esserci un regionalismo, tanto più un regionalismo delle diseguaglianze». E insiste sulla necessità di continuare a tenere aperte elementari e medie. Un mantra ripetuto anche ieri in sede di Stati generali del Movimento 5 Stelle. Per parte sua, ancora, l'epidemiologo Lopalco insiste e ribatte. «La gente deve limitare i contatti sociali. A questo punto il governo dovrebbe varare un lockdown più serio, due o tre settimane. Non duro come quello di marzo, ma tale da raffreddare la corsa del contagio» ha rimarcato anche ieri l'assessore regionale alla Sanità. E dalla sua ora l'epidemiologo ha anche gli insegnanti pugliesi. Nelle scorse ore, infatti, il Coordinamento regionale docenti per il diritto alla salute, a mezzo nota stampa, ha preso netta posizione a sostegno della linea di Emiliano e del suo assessore alla Sanità. E contro le organizzazioni sindacali.

«La prova che larga parte del mondo sindacale abbia perso la propria naturale vocazione trova la sua rappresentazione più evidente sul tema della scuola, in una battaglia che sembra più politica che di rappresentanza di categoria - si legge nella nota del Coordinamento docenti - Lascia senza parole, infatti, l'ennesimo duro attacco nei confronti dell'assessore regionale alla Sanità Pier Luigi Lopalco da parte di Flc Cigl, Cisl Scuola e Snals-Confsal Puglia, in un momento di grande confusione e divisione nel Paese, quando, invece, a prevalere dovrebbe essere il senso di unità e responsabilità».

Gli insegnanti hanno, poi, puntato i riflettori sulla realtà quotidiana delle scuole pugliesi: «La realtà vissuta quotidianamente dagli insegnanti è ben diversa dalle tinta rosa tratteggiate dai rappresentanti di sindacati - insistono gli insegnanti - I numeri resi pubblici da alcune Asl di Puglia riguardo il numero e l'andamento dei contagi nelle strutture scolastiche parlano chiaro: il virus corre e anche abbastanza velocemente, come in tutte le comunità. Sono centinaia di classi in quarantena, insegnanti, personale di segreteria, collaboratori ed alunni positivi, studenti frequentanti perché in quel momento negativi al tampone, ma con familiari positivi o con fratelli o genitori in isolamento. Sarebbe cosa buona se tutte le Asl pugliesi seguissero l'esempio delle Aziende sanitarie che hanno scelto la via della trasparenza». E ancora, una riflessione sulla decisione del Ministero dell'Istruzione di sospendere la rilevazione della situazione epidemiologica nelle scuole: «Che non sembra andare nella direzione della trasparenza, soprattutto perché nella scuola dell'Infanzia, nella primaria e in parte della scuola superiore di primo grado si fa lezione in presenza».Infine, un altro affondo ai sindacati: «Da qualche settimana gran parte dei docenti si chiede di chi siano voce i sindacati, visto che non parlano della condizione in cui stanno operando gli insegnanti, ma si preoccupano di ricordare ai dirigenti scolastici la vigenza dell'immunità penale, spingono le famiglie a mandare costi quel che costi i figli a scuola, rassicurando sulla base di dati incompleti e spalmati sull'intero territorio nazionale, quando, invece, dovrebbero guardare i numeri territorio per territorio».


Per parte loro, le organizzazioni sindacali non ci stanno. E restituiscono al mittente ogni accusa. «La nostra posizione è chiara e definita: noi non pretendiamo che i ragazzi vadano per forza scuola - precisa il segretario regionale di Cisl Scuola Roberto Calienno - Quello che lamentiamo al contrario è un quadro normativo poco chiaro. L'ordinanza regionale ha stravolto le regole, dando alle famiglie la libertà di portare o meno i figli a scuola ergendosi a soggetto deputato a giustificare persino eventuali assenze. Ma la scuola non può essere a gettone. E una ordinanza di questo tipo va contro le richieste dello stesso coordinamento, poiché genera il caos nelle scuole. Nessuna posizione ideologica, dunque, da parte delle organizzazioni sindacali. Piuttosto, la richiesta di fare chiarezza e mettere ordine».

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