Sanità, verso il pareggio dei conti. L'assessore Palese: «Siamo a metà del lavoro, ora vanno abbattute le liste d'attesa»

Sanità, verso il pareggio dei conti. L'assessore Palese: «Siamo a metà del lavoro, ora vanno abbattute le liste d'attesa»
di Paola ANCORA
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Martedì 12 Marzo 2024, 05:00

Assessore Rocco Palese, in base alle previsioni disponibili, giacché le Asl non hanno ancora approvato i loro bilanci, il 2024 potrebbe essere l'anno nel quale i conti della sanità chiuderanno in pareggio. Sarebbe la prima volta dal varo del Piano di rientro, nel 2010. È soddisfatto?
«Siamo a metà del lavoro, perché c'è ancora tanto da fare. Per esempio sulla spesa per dispositivi medici e su quella farmaceutica diretta, cioè quella effettuata dagli ospedali. Per quanto riguarda la spesa farmaceutica convenzionata, che passa cioè dalle farmacie, attendiamo invece la vidimazione dei dati, ancora solo preliminari, ma probabilmente per la prima volta in 30 anni rispetterà il tetto di spesa nazionale. Risultati, questi, frutto del grandissimo sforzo di tutte le componenti il Sistema sanitario regionale. Ora porremo grande attenzione alla spesa socio-sanitaria, l'indice in questo caso è ancora altissimo. Spendiamo 683 milioni di euro all'anno: costo e prestazioni garantite vanno allineati».

Come intendete intervenire in questo caso?
«Migliorando i controlli e l'appropriatezza delle prescrizioni, ma penso che già avere questi dati così accurati, voce per voce, sia un grande punto di partenza. Ricostruirli è stata un'impresa, come censire il personale delle società in house. Questa consapevolezza ci consente così di fare scelte appropriate, specifiche. E di scoprire, per esempio, che alcune voci di spesa sociale che sono competenza degli Enti locali – fra queste, il trasporto secondario – vengono impropriamente caricate sul Fondo sanitario regionale e non dovrebbe essere così. Interverremo».

Assessore restano diversi nodi da sciogliere, però, sul fronte dell'assistenza sanitaria. Reparti svuotati di personale, liste d'attesa. 
«Nessuno mi venisse a dire che la manovra di sistemazione dei conti che abbiamo portato avanti in questi anni ha provocato disservizi, perché anzi i servizi sono migliorati. Prova ne sia che siamo stati l'unica regione al Sud ad aver garantito i Livelli essenziali di Assistenza in questi anni: lo ha certificato il ministero della Salute, non noi.

Siamo fra i primi per gli interventi d'alta ospedalità, fronte sul quale abbiamo ottenuto grandissimi risultati. Il Policlinico di Bari è fra le eccellenze italiane per i trapianti di cuore. Contiamo sul lavoro di professionisti di altissimo livello. Adesso, però, dobbiamo migliorare nell'utilizzo dei grandi macchinari diagnostici, che purtroppo funzionano ancora a mezzo servizio a causa della carenza di personale, e dobbiamo concentrarci sul miglioramento dell'assistenza territoriale. L'obiettivo di questa strategia su più fronti è abbattere le liste d'attesa e migliorare gli iter burocratici per l'autorizzazione di strutture che chiedono l'accreditamento con il Sistema sanitario regionale».

Torniamo ai conti. Se il 2024 chiudesse in pareggio, come sembra, la Puglia potrebbe uscire dal Piano di rientro sanitario? E con quali vantaggi concreti?
«Se le nostre proiezioni saranno confermate, ne usciremo entro la fine dell'anno. E la Regione acquisirà maggiore autonomia: non sarà più necessario sudare sette camicie per firmare un protocollo d'intesa con la Facoltà di Medicina di Lecce o chiedere continuamente autorizzazioni al ministero, con tempi d'attesa che possono inchiodare progetti e decisioni anche per un anno. Avremo finalmente manovrabilità sulla spesa del personale».

Dunque il pareggio di bilancio porterà con sé anche nuove assunzioni? 
«Prima che assumere, per smaltire le liste d'attesa bisogna intervenire nell'organizzazione dei servizi, sulla quale ci sono fortissimi margini di miglioramento. Il nodo liste d'attesa è condizionato da un'organizzazione molto frammentata. Per questo il Cup regionale sarebbe un grande passo avanti: lo stiamo realizzando e mi auguro che, quanto prima, sia disponibile. Dovremo poi formare gli operatori perché se oggi un cittadino chiama il Cup del San Raffaele a Milano ottiene tutte le informazioni possibili in poco tempo. Qui non è così, l'accesso va migliorato perché è ciò con cui ci presentiamo ai cittadini, accogliendoli nel Servizio sanitario pugliese. La riforma a costo zero da fare subito è l'umanizzazione, la riforma della gentilezza».

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