Lecce, furto di 10mila euro dal conto corrente: Poste condannate

Lecce, furto di 10mila euro dal conto corrente: Poste condannate
di Erasmo MARINAZZO
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Venerdì 24 Dicembre 2021, 05:00

Poste Italiane è stata condannata al risarcimento del danno subito da una donna di Monteroni che aveva subito 17 prelievi fraudolenti dalla sua carta connessa ad un conto libretto. L’ordinanza della giudice del Tribunale civile, Maria Paola Sanghez, ha dato ragione alla consumatrice che ora potrà ottenere la restituzione delle somme sottrattele in maniera incolpevole, ammontanti a quasi 10mila euro.

Il giudice: "Sicurezza non garantita alla correntista"


«Risulta dalla documentazione in atti che i prelievi non sono riconducibili alla volontà della ricorrente, tant’è che la stessa, una volta venutene a conoscenza, ha immediatamente disconosciuto tutte le operazioni, bloccato la carta e presentato denuncia-querla alla Questura di Lecce», spiega il provvedimento. «La stessa ha agito con diligenza, non ha avuto un comportamento incauto, quali la consegna della carta a terzi o la comunicazione del proprio codice di sicurezza. Ma - soprattutto - non ha mai perso il possesso della carta stessa. Al contrario Poste Italiane, alla quale è ben imputabile la diligenza dell’accorto banchiere, non ha garantito quel livello minimo di sicurezza che avrebbe impedito a soggetti terzi di concludere ben 17 operazioni pur non essendo in possesso della carta. La responsabilità di Poste Italiane per le operazioni concluse mediante strumenti elettronici è di natura contrattuale».

Prelievi fraudolenti: filmati non conservati


Nell’ordinanza si parla inoltre della mancata conservazione dei filmati di videosorveglianza dei prelievi fraudolenti, circostanza riportata dal giudice per le indagini preliminari Antonia Martalò nell’ordinanza con cui accolse la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero Donatina Buffelli. La denuncia-querela non ebbe seguito poiché venne meno la possibilità di identificare chi materialmente fece quei prelievi. 
Da qui l’azione civile proposta dagli avvocati Giovanni Tarantino e Filomena Cosentino (delegato Adusbef) per conto della risparmiatrice. «Si tratta di una pronuncia importante in una materia in continua espansione – spiegano i due legali – specie perché giunta all’esito di un giudizio durato meno di un anno e che ha visto la ricorrente avere ragione su tutti i fronti».

Le Poste obbligate a risarcire tutto


Ora l’istituto sarà tenuto a risarcire la risparmiatrice con il rimborso delle cifre che le hanno sottratto dal conto, nonché a rifondere le spese legali dei procuratori che l’hanno rappresentata in giudizio. «Una pronuncia ben argomentata, indubbiamente destinata a divenire un importante precedente in materia in favore dei consumatori», ancora il commento dei legali.

Tanto perché l’ordinanza ha anche riportato una sentenza della Corte di Cassazione su un caso analogo trattato dal giudice di pace di Civitavecchia: «In sostanza grava sulla banca l’onere di diligenza di impedire prelievi abusivi e grava sempre sull’istituto di credito, per altro verso, l’onere di dimostrare che il prelievo non è opera di terzi, ma è riconducibile comunque alla volontà del cliente il quale può subire le conseguenze della perdita solo per colpa grave, ossia se il suo comportamento ha dato adito o ha aggravato il prelievo illegittimo».

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