"Limitazione al potere di appello dei Pm avverso talune sentenze di assoluzione", ecco, tra le altre cose, cosa conterrà la riforma della giustizia che sarà sul tavolo giovedì al Consiglio dei ministri. A dirlo è Francesco Paolo Sisto, a Rai News 24, vice ministro alla Giustizia. Il limite farebbe «il paio con quello posto alla difesa dalla riforma Cartabia, per riequilibrare le posizioni tra accusa e difesa», ha detto ancora Sisto, ribadendo che la riforma procederà per step e la prospettiva finale sarà la riforma costituzionale per la separazione delle carriere.
Il testo presentato al Cdm
Quello che sarà portato al Cdm sarà un testo che, ha dichiarato Sisto, contiene «norme di grande rilievo che incidono nei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione e tra amministratori e giudice penale.
Via l'abuso d'ufficio e via anche il potere del pm di impugnare le sentenze di assoluzione, che resta solo per i reati più gravi. Stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni da parte dei giornalisti che potranno riportare solo i colloqui contenuti nei provvedimenti dei giudici. Reato di traffico di influenze illecite fortemente ridimensionato. E sull'applicazione della custodia cautelare in carcere si dovrà pronunciare, un giudice collegiale, non più un singolo magistrato (ma la norma entrerà in vigore tra 2 anni). E ancora: prima della decisione l'indagato dovrà essere interrogato dal giudice, tranne se c'è pericolo di fuga o di inquinamento delle prove e in caso di reati gravi.
I prossimi interventi
Nei prossimi interventi, secondi il viceministro, rientrerebbero «la custodia cautelare decisa in maniera collegiale in caso di misura carceraria e l'introduzione dell'interrogatorio di garanzia prima della misura cautelare per i reati meno gravi».
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