Riforma della giustizia, il viceministro Sisto: «Limiteremo il potere di appello dei Pm per alcune sentenze di assoluzione»

Sarà sul tavolo giovedì al Consiglio dei ministri

Francesco Paolo Sisto
Francesco Paolo Sisto
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Mercoledì 14 Giugno 2023, 17:07 - Ultimo aggiornamento: 20:31

"Limitazione al potere di appello dei Pm avverso talune sentenze di assoluzione", ecco, tra le altre cose, cosa conterrà la riforma della giustizia che sarà sul tavolo giovedì al Consiglio dei ministri. A dirlo è Francesco Paolo Sisto, a Rai News 24, vice ministro alla Giustizia. Il limite farebbe «il paio con quello posto alla difesa dalla riforma Cartabia, per riequilibrare le posizioni tra accusa e difesa», ha detto ancora Sisto, ribadendo che la riforma procederà per step e la prospettiva finale sarà la riforma costituzionale per la separazione delle carriere. 

Il testo presentato al Cdm

Quello che sarà portato al Cdm sarà un testo che, ha dichiarato Sisto, contiene «norme di grande rilievo che incidono nei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione e tra amministratori e giudice penale.

L'obiettivo è quello di creare fluidità nel rapporto tra chi amministra e chi esercita l'azione penale, evitando la paura della firma. C'è inoltre la volontà di dare più sicurezza ai terzi che non c'entrano nulla con le intercettazioni da pubblicare e di restituire all'informazione di garanzia il suo carattere, appunto, di garanzia».

Via l'abuso d'ufficio e via anche il potere del pm di impugnare le sentenze di assoluzione, che resta solo per i reati più gravi. Stretta sulla pubblicazione delle intercettazioni da parte dei giornalisti che potranno riportare solo i colloqui contenuti nei provvedimenti dei giudici. Reato di traffico di influenze illecite fortemente ridimensionato. E sull'applicazione della custodia cautelare in carcere si dovrà pronunciare, un giudice collegiale, non più un singolo magistrato (ma la norma entrerà in vigore tra 2 anni). E ancora: prima della decisione l'indagato dovrà essere interrogato dal giudice, tranne se c'è pericolo di fuga o di inquinamento delle prove e in caso di reati gravi. 

I prossimi interventi

Nei prossimi interventi, secondi il viceministro, rientrerebbero «la custodia cautelare decisa in maniera collegiale in caso di misura carceraria e l'introduzione dell'interrogatorio di garanzia prima della misura cautelare per i reati meno gravi». 

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