Ricoveri, verso un altro blocco. Al palo l'assistenza domiciliare dei pazienti Covid: attivate 32 unità sulle 80 previste. Mancano i medici

Ricoveri, verso un altro blocco. Al palo l'assistenza domiciliare dei pazienti Covid: attivate 32 unità sulle 80 previste. Mancano i medici
di Vincenzo DAMIANI
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Martedì 27 Ottobre 2020, 07:20 - Ultimo aggiornamento: 13:03

Gli ospedali sono in affanno, solamente ieri ci sono stati 43 ricoveri in più di pazienti affetti da coronavirus. Oggi l'assessore regionale alla Sanità, Pierluigi Lopalco, deciderà se prorogare o meno il blocco dei ricoveri programmati: è molto probabile che la disposizione, che scade alla mezzanotte di oggi, venga rinnovata, considerata la situazione di sofferenza, causata principalmente dalla carenza di personale.


Ma c'è un altro fronte sul quale si registrano criticità: è quello delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) che dovrebbero occuparsi dei contagiati Covid che possono essere assistiti a domicilio. Attualmente, in Puglia ne sono attive 32 rispetto alle 80 individuate lo scorso aprile come fabbisogno ottimale.

Meno della metà. E molte vengono impiegate per attività di contact tracing, come conferma il segretario regionale della Fimmg, Donato Monopoli: «Attualmente le Usca sono poche ammette e spesso vengono anche impiegate per fare contact tracing, quindi sono attive solo il turno pomeridiano. In queste ore le Asl stanno riaprendo i bandi, occorre fare presto perché il numero di pazienti da seguire è lievitato».

Il flop delle Usca: attive solo 14 su 80. Mancano i medici

Covid, assistenza domiciliare: le unità speciali pronte ad entrare in servizio


Questa la situazione provincia per provincia: a Bari sono attive sette Usca con 50 medici impegnati; a Foggia ci sono otto Usca per un totale di 70 medici altre due saranno pronte entro fine mese; otto anche in provincia di Lecce e 50 medici contrattualizzati; una sola Usca nel Brindisino con sede a Ceglie Messapica e cinque medici; nella Bat ce ne sono due, ma è pronto il bando per cercare di attivarne altre sei. A Taranto, le Unità speciali sono sei. La loro funzione è quella di assistere a domicilio i pazienti Covid che non necessitano di ricovero in ospedale, ma alcune vengono anche impiegate per fare il contact tracing visti i numerosi focolai Covid attivi in Puglia e le difficoltà a livello di piante organiche dei dipartimenti di Prevenzione. Le aziende sanitarie locali stanno predisponendo un secondo bando per potenziare il servizio. «Le settimane passano e ancora sulla situazione delle Usca non è stata fatta chiarezza e non ci è pervenuta alcuna risposta dal Dipartimento Salute regionale alla nota con cui chiedevamo il numero delle unità attualmente attive in ogni provincia pugliese. Fino ad oggi abbiamo letto della decisione di sospendere i ricoveri non urgenti fino a martedì 27 per concentrare le risorse sulle urgenze. Cosa si sta facendo invece per potenziare la sanità territoriale e la gestione dei pazienti Covid che non necessitano di ricovero?», incalzano i consiglieri del M5S, Rosa Barone e Marco Galante dopo la nota con cui il gruppo consiliare nelle scorse settimane ha chiesto di conoscere per ogni Asl della regione e per ogni provincia il dettaglio del numero delle Usca attualmente attive e dei medici assunti.


Una delle maggiori difficoltà è la reperibilità di medici, nei nuovi bandi dovrebbe essere data la possibilità a tutti i medici di partecipare in modo da allargare la platea. Dai territori arrivano segnalazioni di disservizi, rallentamenti, attese infinite. «Nei nuovi bandi spiega Monopoli non ci saranno più limitazioni come nel primo bando di marzo, al quale potevano aderire soltanto i medici di medicina generale».


Dal territorio agli ospedali, il coronavirus sta mettendo a dura prova l'intero sistema sanitario regionale. Le strutture sanitarie sono sempre più in sofferenza per l'aumento dei ricoveri: sino a domenica erano 605 i pazienti, ieri sono passati a 648, di cui 59 in terapia intensiva. Oggi Lopalco deciderà assieme al direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro, se prorogare il blocco dei ricoveri programmati, che scade alle ore 24 di martedì. È, però, molto probabile che lo stop possa proseguire ancora, visti i dati poco incoraggianti. La Regione si sta attrezzando aggiungendo altri posti letto, ieri ne sono stati attivati 40 a Canosa di Puglia e il Policlinico di Bari nelle prossime ore dovrebbe metterne a disposizione altri 60. Assoldate anche le cliniche private convenzionate, dopo il Miulli di Acquaviva delle Fonti, la Casa Sollievo della Speranza di San Giovanni Rotondo, anche la Mater Dei a Bari attiverà 100 posti letto Covid, dedicando un'intera area.

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