Domenica le primarie del centrosinistra pugliese: sale la tensione, con un occhio al voto in Emilia Romagna

Domenica le primarie del centrosinistra pugliese: sale la tensione, con un occhio al voto in Emilia Romagna
di Francesco G.GIOFFREDI
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Martedì 7 Gennaio 2020, 11:20 - Ultimo aggiornamento: 12:30
Gli ultimi appelli, le alleanze last minute, le stoccate tra competitor. E i veleni a fiumi, soprattutto fuori dal recinto delle primarie. Domenica gli elettori di centrosinistra sceglieranno il candidato governatore in vista delle elezioni regionali di primavera: si vota dalle 8 alle 20, oltre 250 seggi in tutta la Puglia, ai nastri di partenza l'uscente Michele Emiliano, il consigliere regionale (Pd) Fabiano Amati, l'ex eurodeputata (Pd) Elena Gentile, il sociologo Leonardo Palmisano. Ma se i quattro contendenti sfoggiano (quasi sempre) fair play e toni bassi, c'è un pezzo di coalizione che alza il tiro e mette nel mirino Emiliano: si tratta di Italia viva e di una parte dei democratici (tra i quali il più battagliero è senza dubbio Dario Stefàno, vicepresidente dei senatori), oltre che di alcune frange della sinistra (è il caso di La Giusta Causa). La linea degli oltranzisti è chiara: nessun sostegno nemmeno indiretto al governatore, dunque niente endorsement agli altri candidati delle primarie.

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Cosa accadrà? Potrebbe nascere un polo alternativo, frutto di scissione? Non necessariamente, anche perché la mossa obbligherebbe i renziani e l'ala critica del Pd a pesarsi e a giocare a carte scoperte. Si vedrà. Un primo spartiacque saranno le primarie: affluenza e percentuale raccolta da Emiliano (favorito d'obbligo) i due numeri da cerchiare in rosso. Ma c'è un'altra tappa intermedia a cui nel centrosinistra si guarda con particolare interesse: le elezioni in Emilia Romagna del 26 gennaio. La roccaforte rossa resta uno degli ultimi argini per il centrosinistra e per il governo giallorosso guidato da Giuseppe Conte. A Bologna e dintorni i cinque stelle non intralceranno la corsa dell'uscente Stefano Bonaccini: una sua vittoria puntellerebbe la maggioranza nazionale Pd-M5s-Italia Viva. Che viceversa in Puglia è ben lontana dal cementarsi, soprattutto attorno a Emiliano. Il ragionamento dei renziani pugliesi è grosso modo il seguente, allora: la Puglia dopo il voto (con lieto fine) in Emilia Romagna non potrebbe sottrarsi allo schema nazionale, e per questo Emiliano dovrebbe fare un passo di lato. È quello che di fatto ha spiegato Teresa Bellanova, intervistata su Quotidiano di Puglia: la ministra delle Politiche agricole, e coordinatrice nazionale di Italia viva, ha lanciato l'appello al segretario dem Nicola Zingaretti («Il Pd si liberi di Emiliano», precondizione per «azzerare tutto», costruire un fronte riformista e «stare insieme»). Non solo: Bellanova non ha nemmeno chiuso la porta ai pentastellati, ovviamente sempre e solo dopo aver «liberato il campo» dalla presenza del governatore.

Emiliano però non arretra e va avanti, forte anche della rete di alleanze nel Pd pugliese sui territori. Nelle scorse ore ha ribadito: «Siamo gli unici in campo in questo momento. Il centrodestra non ha una classe dirigente, allo stato non ha neanche un candidato, deve andare a ripescare Fitto in tutt'altre cose affaccendato che suo malgrado in qualche maniera viene evocato come unico candidato possibile. In vent'anni non sono stati capaci di tirare fuori un giovane, una persona capace di svolgere questo ruolo. Noi invece abbiamo sindaci importanti, il sindaco di Bari, il sindaco di Lecce, il sindaco di Taranto, di Brindisi, di Trani. Tantissimi sindaci in tutta la regione. Sono una classe dirigente di una generazione più giovane della mia che non vedono l'ora di entrare in campo».

I quattro competitor delle primarie mettono intanto a punto l'agenda degli ultimi giorni di campagna elettorale. Amati ha evocato il rischio di «voto non spontaneo» orchestrato dai «capibastone di Emiliano», il comitato organizzatore ha rassicurato e gettato acqua sul fuoco. Gentile domani sarà a Lecce (11.30, Open space di piazza Sant'Oronzo) per «illustrare la sua idea di Puglia». Tutti pronti allo sprint, col palpabile timore del flop dell'affluenza.
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