Laforgia: «Dispiaciuto della spaccatura non mi hanno voluto»

Michele Laforgia
Michele Laforgia
di Paolo MELCHIORRE
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Venerdì 19 Aprile 2024, 05:00

Michele Laforgia, dopo le primarie saltate, resta il candidato de La Convenzione e del M5Stelle. Avvocato, il centrosinistra presenta due candidature a sindaco. Si poteva evitare? C'è rammarico, stizza o altro per questa conclusione?
«Dispiacere, sicuramente. Soprattutto perché i motivi di questa ostinata divisione, di certo non attribuibili a me, restano ignoti e incomprensibili per gli elettori, non solo di centrosinistra. Ma, come accade nella vita sentimentale, se non ti vogliono e ti viene preferito sempre un altro, alla fine te ne devi fare una ragione. Perché una ragione ci sarà. Magari non si può dire, ma ci sarà». 
La doppia candidatura rischia di disperdere forze e favorire il centrodestra?
«Questo non lo credo. Per come si sono messe le cose in questi mesi, arrivare a una sintesi forzata probabilmente avrebbe diminuito, e non aumentato i voti complessivi. Semmai consente alla destra di aspirare al ballottaggio, un regalo che oggettivamente non meritava. Ma per questo con Vito Leccese abbiamo già pattuito che chi dovesse restare escluso, al secondo turno, se ci sarà, sosterrà l’altro candidato. Siamo divisi, ma non siamo e non saremo mai nemici».
Il fatto che il centrodestra abbia scelto un leghista per la prima volta candidato sindaco a Bari potrebbe far estremizzare la campagna elettorale?
«Non più di tanto. La Lega è nemica del Sud e non credo proprio che la destra si gioverà di questa scelta. Poi Fabio Romito, al netto della sua attuale appartenenza al partito dell’autonomia differenziata, è un bravo ragazzo, anche se vedo che nelle sue prime dichiarazioni pubbliche ha iniziato a parlare degli altri candidati senza fare distinzioni. Sarà un riflesso condizionato: alla destra, notoriamente, piace dare del voi».
Su cosa punterà principalmente la sua campagna elettorale e su cosa ritiene sia più attaccabile il suo avversario di centrodestra?
«Io continuerò a parlare della necessità di ridurre le diseguaglianze, iniziando dai quartieri che in questi anni sono stati trascurati, se non penalizzati. Viviamo in una città bellissima e ospitale: Emma Dante, la straordinaria regista teatrale palermitana impegnata in questi giorni a Bari nelle prove del suo ultimo spettacolo, ‘L’angelo di fuoco’, ha detto che ci vivrebbe perché “è una città splendida”. Ha ragione, ma dobbiamo renderla più giusta e ancora più bella. Peccato che il centrodestra la voglia commissariare, contro i fatti e contro gli interessi dei cittadini baresi. E ho letto, con un po’ di sconcerto, che la destra vuole istituire l’assessorato alle periferie. E quali sarebbero le periferie? Poggiofranco è periferia? E Libertà? Le periferie sono i quartieri trascurati? Vuole istituire un assessorato alle trascuratezze e ai disservizi?».
Il rapporto con il Pd in questi mesi è stato complicato. I rapporti sono davvero così difficili?
«Se qualcuno mi avesse detto, un anno fa, che il partito di Elly Schlein avrebbe respinto la mia disponibilità alla candidatura non ci avrei creduto. Di certo a qualcuno ha fatto comodo dipingermi, nelle ultime settimane, come il candidato di Giuseppe Conte. Se non fosse che il Movimento Cinque Stelle ha dialogato per mesi con il Pd per trovare un nome alternativo e solo alla fine, quando hanno preso atto che questo nome condiviso non c’era, hanno scelto di sostenere me. Ma, a pensarci bene, pure questo accade anche nella vita sentimentale: quando hai deciso di lasciare qualcuno è meglio avere una scusa. Dicono che non si può fare politica con i sentimenti, e invece…»
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