Picco ricoveri, rischio tilt: 2.100, metà dei posti letto. Intensive da allarme rosso

Picco ricoveri, rischio tilt: 2.100, metà dei posti letto. Intensive da allarme rosso
4 Minuti di Lettura
Martedì 30 Marzo 2021, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 18:06

La settimana di Pasqua come un banco di prova. Ma i segnali non sono per niente incoraggianti, tanto su contagi e decessi quanto sul fronte rovente dei ricoveri. Ieri solo 786 nuovi casi, ma comunque il 15,3% di positivi sulla mole quotidiana di tamponi (appena 5.142 test, col consueto calo dell'attività di monitoraggio nel weekend). Sono stati invece 33 i decessi, di nuovo in risalita dopo una parziale tregua. Dei nuovi casi 350 sono in provincia di Bari, 90 in provincia di Brindisi, 28 nella provincia Bat, 176 in provincia di Foggia, 99 in provincia di Lecce, 43 in provincia di Taranto, 1 caso di residente fuori regione, 1 caso di provincia di residenza non nota è stato riclassificato e attribuito. I 33 decessi sono 18 in provincia di Bari, 2 in provincia di Brindisi, 2 in provincia Bat, 7 in provincia di Foggia, 2 in provincia di Lecce, 2 in provincia di Taranto. Sono 46.494 gli attualmente positivi.

RICOVERI, RISCHIO COLLASSO

Il sistema sanitario pugliese è intanto sul punto di collassare: continua a crescere la quota di pazienti Covid ricoverati, ieri nuovo picco con 2.100 (62 in più nell'arco di appena ventiquattr'ore). Regione e Asl provano a rastrellare posti letto in ogni modo, ma il vero vulnus è il personale da reclutare, necessario per ampliare la potenza di fuoco dei reparti. Con i 2.100 pazienti in corsia, la Puglia è entrata nell'area rossa anche per il tasso di occupazione di posti letto: nei reparti di Pneumologia e Malattie infettive, infatti, il 50% dei posti è oggi pieno, +2% rispetto all'ultima rilevazione di Agenas, l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Il livello di guardia fissato dal ministero è pari al 40%. Anche nelle terapie intensive l'occupazione dei posti letto è passata dal 42 al 44%, la soglia critica stabilita dal ministero è in questo caso pari al 30%. È soprattutto nelle terapie intensive che i posti letto iniziano a scarseggiare: sono 248 i pazienti assistiti nelle rianimazioni e ieri ci sono stati altri 27 ingressi, numero più alto in Italia, secondo il Lazio con 25 ricoveri.
La situazione è complicata un po' ovunque, sarebbe necessario aumentare i posti, ma ormai le Asl sono al loro limite.

Il Dipartimento Salute della Regione ha chiesto un altro sforzo a tutte le aziende sanitarie, ma il margine di manovra è davvero ridotto. Due i problemi principali: la carenza di anestesisti per attivare altri posti letto nelle Intensive; e la necessità di non comprimere ulteriormente gli spazi per le altre attività assistenziali. Aumentare i posti Covid vuol dire ridurre il numero di letti per altre patologie. Gli ospedali privati stanno dando il loro contributo, solo in provincia di Bari sono stati messi a disposizione circa 250 posti, ma se i contagi continueranno ad aumentare gli ospedali non saranno più in grado di assistere tutti gli ammalati. A rischio c'è anche l'attività ordinaria, che già sta pagando dazio con il blocco di tutti i ricoveri non urgenti.

POCHE BOMBOLE DI OSSIGENO

E proprio come nella prima ondata, in Puglia cominciano a scarseggiare le scorte di bombole d'ossigeno. Ora dopo ora. Per i pazienti Covid assistiti a casa, ma anche per le persone colpite da altre patologie. A Taranto l'allarme è scattato già nei giorni scorsi, la riserva delle farmacie è di fatto esaurita. Problema esploso persino a Brindisi, provincia al momento meno falcidiata dal Covid: si fa fatica a reperire ossigeno gassoso ed i farmacisti non sanno più come evadere le richieste. «Normalmente in farmacia si ha una scorta di cinque, sei bombole di ossigeno gassoso- dice Antonio Di Noi, presidente dell'Ordine dei Farmacisti della provincia di Brindisi- in questo momento già averne anche una sola è una fortuna. Non sappiamo più come fare». «Il problema è che le ditte non consegnano bombole d'ossigeno se non restituisci i vuoti- dice Di Noi - ma al momento abbiamo difficoltà anche a reperire quelle vuote». In pratica tutte le bombole disponibili sono fuori e le farmacie non riescono a rifornirsi. «Voglio fare un appello a chi magari ha una bombola vuota in casa: vi prego di consegnarla in una qualsiasi farmacia. Solo così possiamo richiederne delle nuove. Molto spesso quando muore una persona, soprattutto se è sola, non si fa caso al fatto che nell'abitazione resta la bombola di ossigeno utilizzata sino a quel momento». Intanto lo scorso gennaio la Regione Puglia ha attivato il servizio di ossigeno terapia liquida domiciliare (otl) per i pazienti Covid curati a domicilio, terapia che può essere effettuata, in aggiunta ai Medici specialisti, anche dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta mediante prescrizione su ricetta rossa cartacea.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA