Puglia, 1.622 medici e infermieri positivi al Covid: gli ospedali si svuotano. L'allerta dei sindacati: «Serve personale»

Puglia, 1.622 medici e infermieri positivi al Covid: gli ospedali si svuotano. L'allerta dei sindacati: «Serve personale»
di Paola ANCORA
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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 13:51

Ci sono 1.622 medici e infermieri positivi al Sars-CoV2 in Puglia: ogni 83 cittadini contagiati, uno lavora per la sanità pubblica, negli ospedali. In percentuale, si tratta dell’1,2% dei circa 133mila attualmente positivi. Una percentuale che può apparire contenuta, ma che si traduce in realtà in uno svuotamento progressivo delle corsie degli ospedali pubblici e in un sovraccarico di lavoro per chi, in salute, continua a garantire l’assistenza medica e specialistica nei vari reparti. 

Le carenze in ogni ospedale


Manca personale a Scorrano e al Dea di Lecce: appena pochi giorni fa la richiesta di aiuto del primario di Anestesia e Rianimazione, Giuseppe Pulito. «È necessario maggiore supporto negli ospedali periferici come il nostro» ha detto, ricordando che nel Salento arrivano anche gli ammalati gravi dal Brindisino.

Mancano medici e infermieri nei reparti di Medicina generale, Chirurgia e nei Pronto soccorsi degli ospedali Di Venere di Bari, Pirenei di Altamura e San Giacomo di Monopoli. E nell’intera Azienda sanitaria di Bari i medici e gli infermieri contagiati da Sars-CoV2 fino a ieri erano 60 su un totale di 10.000 dipendenti, la maggior parte dei quali, però, impiegati come amministrativi negli uffici.

Il sindacato

Il sindacato Usppi, che solo nel Barese conta 1.500 medici aderenti, definisce la situazione «insostenibile perché si stanno sommando positività e quarantene di diversi operatori sanitari, ai quali aggiungere i congedi richiesti e ottenuti per figli minori risultati positivi. Tutto questo - scrive in una nota il segretario Usppi, Nicola Brescia - sta rendendo estremamente complessa la predisposizione dei turni di lavoro e sfiancando personale che, dopo due anni di pandemia, è stremato e disilluso». Da qui la richiesta di stabilizzare subito medici e infermieri precari e di riunire i sindacati di categoria attorno a un tavolo insieme alla Regione, per valutare «risorse aggiuntive da stanziare per le strutture sanitarie e per il recupero delle prestazioni arretrate ordinarie e straordinarie».

Il picco dei contagi


Un quadro che non sembra dover migliorare nel breve periodo atteso che la Puglia non ha ancora raggiunto il picco dei contagi, oltre il 92% dei quali causati da Omicron e dalla sua elevatissima capacità di trasmissione. Solo ieri, i nuovi positivi accertati sono stati 12.414, ai quali il riconteggio effettuato insieme al ministero della Salute e all’Istituto superiore di sanità ha aggiunto altri 16.175 diagnosticati con tampone antigenico rapido a partire dal 1° gennaio 2022, secondo le nuove disposizioni nazionali. 

Il caso dei medici No Vax


Non solo. Sebbene costituiscano una percentuale ridotta, ai medici positivi si aggiungono quelli che - in questo caso, però, anche non ospedalieri - non essendosi vaccinati sono stati sospesi dai rispettivi Ordini professionali. A Bari sono stati raggiunti da provvedimento di sospensione altri 30 medici che non risultano in regola con l’obbligo vaccinale, portando a 53 quelli per i quali l’istruttoria è stata ormai conclusa. Dal 20 dicembre scorso l’Ordine dei medici barese, incrociando l’anagrafe nazionale del Green Pass con le liste dei propri iscritti, ha avviato una verifica e inviato una diffida a quelli non inseriti nelle liste dei vaccinati affinché potessero giustificare la propria posizione entro cinque giorni.

Su 10.894 medici iscritti all’Omceo Bari, sono emerse circa 900 posizioni irregolari, che dopo ulteriore verifica ieri si sono ridotte a 457 al momento ancora sotto osservazione. I controlli andranno avanti anche nei prossimi giorni. Al momento, tuttavia, l’Ordine dei medici di Bari è uno degli enti con il più basso tasso di inadempienze a livello nazionale, livello pari al 4,2% degli iscritti totali contro una media nazionale del 7,5%. «Gli ordini dei medici perseguono la tutela della salute dei cittadini connessa all’esercizio della professione medica, anche attraverso i vaccini contro il Covid-19 - commenta Filippo Anelli, presidente dell’Ordine barese e referente nazionale -. I medici devono infatti garantire la salute dei cittadini anche ottemperando all’obbligo vaccinale, cui sono obbligati per legge, ma ancor prima per il cosiddetto Giuramento di Ippocrate».

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