Pronto un "Decreto Sud" con la Zes unica e lo stop alla burocrazia

Pronto un "Decreto Sud" con la Zes unica e lo stop alla burocrazia
di Nando SANTONASTASO
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Martedì 5 Settembre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 6 Settembre, 12:14

Addio alle otto Zone economiche speciali attualmente esistenti e ai Commissari straordinari che le guidano. Via alla Zes unica per tutto il Mezzogiorno con incentivi per gli investimenti pari, al momento, a 1,5 miliardi all’anno di credito d’imposta. Piano strategico triennale per definire gli obiettivi in stretto raccordo con il Pnrrr. Sportello unico digitale centralizzato, denominato S.U.D. Zes, con sede presso il Dipartimento della Coesione a Palazzo Chigi cui verranno trasferiti i compiti e le procedure degli Sportelli in funzione oggi presso ogni Zes. Governance politica affidata ad una Cabina di regia coordinata dal ministro per gli Affari europei, il Sud, il Pnrr e le politiche di Coesione, Raffaele Fitto, con la partecipazione di quasi tutti i ministri nonché dei presidenti delle otto Regioni meridionali. Governance operativa nelle mani di una struttura di missione, con a capo un coordinatore, cui affluiranno le richieste di investimenti e il controllo della loro attuazione.

Lo schema

E’ lo schema attuativo della Zes unica inserito in un più ampio Decreto Sud che il governo dovrebbe approvare in tempi brevi (forse già entro settembre). Della bozza fanno parte anche gli interventi per Caivano (con la destinazione di 30 milioni al Comune per le misure di emergenza annunciate durante la visita della premier Meloni), Lampedusa e Linosa; il nuovo Piano per le Aree interne; e la disciplina aggiornata per la spesa delle risorse del Fondo sviluppo e Coesione che ribadisce la destinazione dell’80% al Sud e prevede la stipula di appostiti Accordi di Coesione tra Palazzo Chigi e le singole Regioni per la destinazione dei fondi (tenuto conto, si legge, di quanto speso in precedenza). 
L’istituzione della Zes unica, proposta da Fitto a metà luglio e subito accolta dall’Ue, fa parte delle proposte di rimodulazione del Pnrr presentate all’Ue e prevede una tabella di marcia graduale: il Decreto Sud dovrebbe essere varato parallelamente alla Legge di Bilancio e la riforma delle Zes entrare a regime entro la metà del 2024, diventando di fatto una nuova misura del Pnrr con cui il raccordo diventerà strettissimo. L’assetto operativo ricalcherà, salvo modifiche nel testo finale, quello che da un anno sta dimostrando tutta la sua efficacia pressoché in ogni Zes, dal credito d’imposta che sarà confermato fino ad un massimo di 100 milioni ad investimento, alla sburocratizzazione degli iter procedurali (20 giorni per avere una prima risposta sull’ammissibilità della richiesta di investimento, ad esempio).

I dubbi per la verità riguardano l’ammontare del finanziamento: i 1.500 milioni di euro annuali per tre anni che sarebbero previsti nella riforma corrispondono praticamente a quelli già erogati nell’ultimo anno dalle Zes attuali e in particolare dalla Zes Campania che è di gran lunga la più tempestiva nel sostenere le richieste delle imprese, cresciute enormemente negli ultimi mesi (il totale sfiora quota 500). Nella somma non sarebbero compresi ovviamente i 630 milioni già stanziati dal Pnrr per le 8 Zes e assegnati dai Commissari ad opere infrastrutturali già progettate e appaltate: resta però da valutare se la somma indicata, 1,5 miliardi appunto per i prossimi tre anni, basterà considerato che con la Zes unica il perimetro della norma si allarga ora a tutto il Sud. Quanto alle coperture, sembra che il ministro Fitto d’intesa con il ministero del Tesoro, sia orientato a utilizzare le risorse del Fondo sviluppo e Coesione e altri capitoli di spesa della politica di coesione (sembra che verranno utilizzate risorse comprese tra quelle definanziate). Non dovrebbero invece esserci confusioni di spesa con le risorse destinate alla Decontribuzione Sud, la fiscalità di vantaggio per le imprese meridionali che ha garantito la stabilizzazione di numerosi contratti a termine nell’ultimo anno e che il governo, come più volte sottolineato da Fitto, vuole rendere strutturale (al momento la misura è prorogata a tutto il 2023). Molto, sotto questo profilo, dipenderà dalla trattativa che l’Italia ha già da tempo avviato con Bruxelles.

Il portale


La Zes unica, che sarà dotata anche di un portale Web su cui verranno monitorati e aggiornati i singoli investimenti, non sarà un copione unico, per così dire, per le regioni meridionali. Nel senso che sarà possibile definire con la Cabina di regia missioni diverse da territorio a territorio, riconoscendo cioè le specificità produttive e industriali di ognuno di essi. La Zes unica dovrebbe partire con il nuovo anno ma fino a quando non saranno completate tutte le fasi procedurali previste, a partire dal Dpcm che di fatto avvierà l’intera operazione, l’attuale governance basata sulle 8 Zes rimarrà in carica. Saranno Commissari a tempo, ovviamente, dal momento che cesseranno le loro attività non appena si potrà concretizzare il passaggio di consegne con la struttura di missione a Palazzo Chigi. 

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