Ecco quali sono i migliori ospedali in Italia (divisi per reparto): in Puglia strutture al top per infarti, ortopedia e tumori

Ecco i migliori ospedali in Italia (divisi per reparto): in Puglia strutture al top per infarti e tumori
Ecco i migliori ospedali in Italia (divisi per reparto): in Puglia strutture al top per infarti e tumori
di Giuseppe ANDRIANI
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Venerdì 27 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 13:52

L’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (privato) e l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche sono i due migliori ospedali d’Italia, secondo il Programma Nazionale Esiti (Pne) 2023 dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), sviluppato su mandato del Ministero della Salute. Nel report pubblicato ieri ci sono anche i nosocomi di Puglia, sia pubblici che privati: dalla Casa di Cura Città di Lecce, prima per interventi di angioplastica agli ospedali baresi, al vertice per le prestazioni in ortopedia. 

Fratture del femore

Questi reparti sono tra i primi in Italia per il trattamento delle fratture di femore entro due giorni dal ricovero (in un panorama con 690 ospedali a confronto sul tema specifico).

Analizzando i risultati delle ortopedie italiane ad alto volume, ossia che trattano almeno 150 fratture di femore all’anno, l’ospedale San Giacomo di Monopoli risulta al primo posto in Italia con una percentuale del 99,45% di interventi eseguiti entro le 48 ore. Al terzo posto segue il “Di Venere” di Bari con il 98,55% e al quinto il “Perinei” di Altamura con il 96,40%. Il quadro particolarmente positivo è completato dall’Ortopedia dell’ospedale San Paolo, che si piazza quindicesima con il 92,95%, e dall’ortopedia di Molfetta che nei primi sei mesi del 2023 sta registrando un trend esponenziale. «Agenas - commenta il presidente della Regione, Michele Emiliano - fotografa attraverso i numeri il buon lavoro fatto nelle strutture ortopediche regionali e baresi in particolare. È una buona notizia soprattutto per i pugliesi che possono contare su professionalità e ospedali di eccellenza capaci di garantire una risposta efficace e rapida, come nel caso della frattura del collo del femore operata in 48 ore, proprio quando ce n’è più bisogno». «Questo straordinario risultato - commenta il direttore generale Antonio Sanguedolce - è frutto della moderna organizzazione dipartimentale dei reparti di Ortopedia nella Asl di Bari. Tale organizzazione ha garantito un’elevata efficienza operativa, utilizzando in maniera ottimale le risorse umane e tecnologiche».

Infarti

Nel 2022 i pazienti con infarto grave (Stemi) trattati tempestivamente con angioplastica coronarica entro 90 minuti dall’accesso in ospedale rappresentano il 57 per cento del totale (guadagnato un punto percentuale rispetto al 2021). Le migliori prestazioni in questo tipo di prestazioni sono quelle della “Casa di Cura Città di Lecce”. Sul podio, poi l’Ospedale degli Infermi (Ponderano-Biella) e l’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini (Catanzaro). 
Nella cura dei tumori, invece, sono quattro le strutture ospedaliere che garantiscono nei tre parametri presi in esame un livello di “qualità molto alto” e si tratta dell’Ospedale di Mestre, l’Aou di Padova, l’Umberto I di Ancona e il Policlinico Universitario Gemelli di Roma. Subito dietro 28 ospedali, tra cui quattro in Puglia: il Vito Fazzi di Lecce, l’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari e ancora il Policlinico di Bari e il Riuniti di Foggia, che raggiungono un “livello di qualità alto”. 

La panoramica

A livello nazionale il 2022 segna una significativa ripresa delle attività ospedaliere dopo il periodo pandemico: si registra infatti un aumento dei ricoveri rispetto al 2021 (+328 mila) ed è proseguito il riavvicinamento dei volumi ai livelli prepandemici soprattutto per l’attività programmata e per quella diurna, sebbene persista una riduzione del 10% rispetto al 2019. Tuttavia, complessivamente, nel triennio 2020-2022 la riduzione dell’attività ospedaliera stimata sui volumi del 2019 è stata pari a 3 milioni e 800 mila ricoveri.
«Le evidenze scientifiche prodotte e i risultati del Pne - afferma Enrico Coscioni, presidente Agenas - confermano come tale attività rappresenti uno strumento fondamentale di governo del Servizio Sanitario Nazionale, che permette di far emergere le criticità assistenziali e individuare puntuali strategie correttive, anche attraverso l’organizzazione di attività di audit clinico-organizzativo utili a migliorare la qualità delle cure». Il Pne, sottolinea Domenico Mantoan, direttore generale Agenas, «è uno strumento in continua evoluzione. La metodicità e capillarità delle analisi prodotte può essere la base per concretizzare la sinergia tra i vari livelli di governo del sistema. Sinergia necessaria per rispondere alle sfide del prossimo futuro, in primis la riorganizzazione del sistema previste nell’ambito delle azioni del Pnrr».

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