Medici sanzionati per gli straordinari durante il Covid, l'amarezza del primario: «Non possiamo abbandonare i pazienti»

Troppo lavoro durante il Covid, l'amarezza del primario sanzionato: «Non possiamo abbandonare i pazienti»
Troppo lavoro durante il Covid, l'amarezza del primario sanzionato: «Non possiamo abbandonare i pazienti»
di Andrea TAFURO
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Lunedì 23 Ottobre 2023, 14:10 - Ultimo aggiornamento: 14:12


«La sospensione della sanzione ci consente di analizzare l'intera vicenda con maggiore serenità, dopo il rammarico e la mortificazione professionale. Sono grata per l'intervento tempestivo e per la sensibilità dimostrata dalla ministra Marina Calderone e dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella». L'analisi, a poche ore dal passo indietro deciso dall'Ispettorato nazionale del lavoro che ha sospeso le sanzioni ai medici multati per aver lavorato troppo durante l'emergenza Covid, arriva dalla professoressa Angela Pezzolla, direttrice dell'unità di Chirurgia Generale Universitaria "Marinaccio" del Policlinico di Bari.

Anche lei è finita nell'elenco dei "trasgressori", ovvero fra i medici multati per eccesso di straordinari. «Una grande sensazione di amarezza.

Quando il 14 agosto scorso mi è stata recapitata la multa è stato mortificante. Ricordo fosse la mia prima settimana di ferie dopo quasi un anno di attività senza sosta. Quella multa - racconta - è stata una beffa: dice a noi medici che dobbiamo comportarci da impiegati a turnazione oraria e che al termine dell'orario dobbiamo andare a casa interrompendo le cure al paziente. E poi ci sono tanti casi che necessitano dell'urgenza e dell'ingresso in sala operatoria». Casi che spesso non finiscono sulle pagine dei giornali, ma che - con gli ospedali cronicamente a secco di personale - danno una misura di cosa significhi, oggi, fare il medico. «Un medico chirurgo chiamato a intervenire su un paziente, se dovesse rispettare gli orari di lavoro, allo scoccare del fine turno dovrebbe interrompere l'attività e andare via lasciando il paziente con un'operazione incompleta. E ancora, durante il periodo Covid - prosegue la professoressa Pezzolla un infermiere avrebbe dovuto terminare il servizio alle 7 del mattino, ma il collega che doveva sostituirlo aveva contratto il virus nella notte. In quell'occasione il sanitario fu trattenuto in turno per non lasciare i malati senza infermiere. L'alternativa, fuori da ogni logica, sarebbe stata la mancata assistenza sanitaria. È tutto così assurdo e improponibile: in un ospedale l'assistenza sanitaria al cittadino è la priorità».

Cosa è successo

Così, vedersi recapitare una multa è suonato come un'onta, con il rischio di scavare una distanza profonda fra i medici e le istituzioni. «In queste settimane ho continuato a fare il medico come ho sempre fatto, ma supportata dalle istituzioni - dice Pezzolla - mi sento meglio. Provo una sensazione di maggiore serenità, anche grazie al sostegno garantito dal presidente dell'Ordine dei medici, Filippo Anelli, e da tutti i colleghi e cittadini che in poche ore hanno fatto sentire la loro vicinanza apponendo 2.500 firme nella petizione. È arrivata la risposta importante che speravamo. La pandemia è stata una fase di grande sofferenza, con turni interminabili e tantissimi sacrifici personali e professionali. Tuttavia anche oggi permangono diverse criticità nel sistema sanitario, come la carenza di medici e infermieri e le lunghe liste d'attesa, ma con questo - conclude - non possiamo non assistere il malato. La cura del paziente è al centro dell'attenzione e non è pensabile fare turni che limitano la professione medica, soprattutto in ambito chirurgico. Il giuramento di Ippocrate vive sempre in noi».

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