I medici lavorano troppe ore (nel periodo covid), multe ai primari del Policlinico. E il direttore sanitario scrive al presidente della Repubblica

Sanzioni di oltre 20mila euro dopo gli accertamenti dell'ispettorato del lavoro. Durante il periodo covid sarebbero rimasti in corsia più del dovuto. Il Policlinico impugna il verbale

I medici lavorano troppe ore (nel periodo covid), multe ai primari del Policlinico. E il direttore sanitario scrive al presidente della Repubblica
di Francesca SOZZO
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Sabato 21 Ottobre 2023, 14:48 - Ultimo aggiornamento: 18:30

I medici lavorano troppo e fanno troppi straordinari: scattano le multe al Policlinico di Bari. È la paradossale situazione in cui si trovano oggi - in parte a distanza di due anni - i camici bianchi dell'ospedale metropolitano. L'Ispettorato del lavoro infatti a seguito di controlli ha sanzionato i dottori che rimanevano più tempo in corsia con multe anche ben oltre i 20mila euro. E mentre il direttore dell’Unità Operativa di Pronto Soccorso e Medicina di Emergenza Urgenza dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Vito Procacci denuncia quanto accaduto, il Policlinico impugna il verbale. 

I controlli

Il caso è scoppiato in ospedale nei giorni scorsi a seguito degli accertamenti messi in atto dall'ispettorato. Il risultato: "eccesso di straordinari" causa carenza di personale e periodo pandemico. Ad essere colpiti dalle multe alcuni direttori di struttura del Policlinico di Bari, universitari e ospedalieri alcuni al lavoro anche al pronto soccorso. Le sanzioni - ai sensi della133 del 2008 sull’applicazione di direttive comunitarie sull’organizzazione degli orari di lavoro - nascono dall'inosservanza osservanza del riposo giornaliero consecutivo di 11 ore che spetta al lavoratore ogni 24 ore, il riposo settimanale di 24 ore consecutive, il lavoro notturno e gli straordinari.

La lettera al presidente della Repubblica

Una vicenda che ha lasciato con l'amaro in bocca i medici che soprattutto nel periodo covid hanno dovuto far fronte ad una emergenza sanitaria mai vissuta prima costringendoli ad un impegno di lavoro ben più pesante rispetto a quello quotidiano che oggi, in molte strutture ospedaliere si ripete a causa dell'assenza di personale. Così il direttore di Medicina di Emergenza Urgenza Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Bari, Vito Procacci ha deciso di interessare della vicenda il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a cui ha inviato una lettera

Il testo della lettera 

Procacci, direttore dell’Unità Operativa di Pronto Soccorso e Medicina di Emergenza Urgenza dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico di Bari, parla di delusione sgomento rispetto al trattamento ricevuto dallo Stato in cui dice di non riconoscersi.

Direttore di una delle più grandi e avanzate strutture di emergenza, il Policlinico di Bari durante il periodo della pandemia ha salvato la vita a circa 8600 pazienti, di cui 1600 ventilati meccanicamente.

Un impegno - in nome del giuramento di Ippocrate e dell’Articolo 32 della Costituzione - che oggi viene sanzionato. «Le affido - scrive Procacci a Mattarella - tutta l’amarezza, la delusione e lo sgomento per il trattamento ricevuto. Nei giorni scorsi io e i miei colleghi, Direttori di reparti intensivistici, impegnati nel periodo Covid, siamo rimasti allibiti nell’aver ricevuto dal locale Ispettorato del Lavoro una pesante e paradossale sanzione amministrativa, che nel mio caso è pari a 27.100 euro. Tutto ciò, per aver adempiuto al nostro dovere ineluttabile di Operatori Sanitari durante il periodo tragico dell’emergenza Covid», spiega il direttore sanitario.

Stando al verbale che accompagna la sanzione si "rimprovera" ai medici «di non aver rispettato all’epoca i riposi prescritti e aver lavorato più delle ore previste (tra l’altro calcolo tecnicamente infondato) - spiega Procacci nella lettera -. Naturalmente io e i miei colleghi abbiamo fatto opposizione ma non posso negarle che mi sento profondamente ferito da un Paese che fino a poco tempo fa ci definiva eroi, insignendoci, tra l’altro, di un premio per “aver fatto respirare la Gente di Puglia” e oggi ci chiama trasgressori in un burocratico quanto asettico verbale di sanzione amministrativa che ci rinfaccia di aver portato avanti la nostra missione di medici, infermieri e OSS nonostante le grandi difficoltà, note a tutti, di garantire la salute dei cittadini per conto delle Istituzioni anche a costo della propria vita».

« Concludo togliendomi il camice per un attimo e parlandole da cittadino, uomo e padre che non riesce tutt’oggi a dimenticare le immagini di quella immane tragedia - conclude il direttore sanitario -. Faccio fatica a credere che la mia gente si riconosca in questo provvedimento che non considero solo una mera sanzione, ma anche un insulto a tutto il personale sanitario italiano e a tutti coloro che ancora oggi piangono la perdita dei propri Cari. Io sono fiero di definirmi un difensore dei principi fondamentali della nostra meravigliosa costituzione, per tanto mi affido alla sua persona per denunciare accadimenti che offendono, oltre che la logica comune, soprattutto la Dignità stessa della Nazione italiana».

Il Policlinico impugna i verbali

La reazione dell'ospedale barese non tarda ad arrivare: il Policlinico ha infatti deciso di impugnare l'accertamento dell'ispettorato del lavoro nei confronti di alcuni primari. «Proprio nel periodo oggetto della contestazione - replicano dal Policlinico - il personale sanitario era ancora fortemente impegnato nella risposta all'emergenza Covid19. E i pronto soccorso, attivi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, sono sempre pronti ad affrontare situazioni d'urgenza, salvando vite di pazienti in condizioni critiche». Queste considerazioni, secondo l'ufficio legale del Policlinico, sono meritevoli di essere meglio esaminate nella successiva fase di impugnativa dell'accertamento. 

La petizione

«Ci saremmo aspettati casomai un encomio ed invece, nonostante le difficoltà in cui la sanità é costretta a vivere con carenza di personale e fondi, assistiamo a questa ennesima offesa alla intera categoria», tuona il professor Loreto Gesualdo, ordinario di nefrologia all'università di Bari e presidente della Fism federazione italiana delle società medico-scientifiche che invita tutti i medici italiani a a sottoscrivere la lettera inviata da Vito Procacci al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e contestualmente ad avviare una raccolta fondi a favore del nostro collega Vito «che - per avere svolto, insieme alla sua equipe, con entusiasmo, abnegazione e responsabilità il suo lavoro in prima linea in una struttura pubblica - dovrà ora pagare di tasca sua una multa per aver lavorato di più durante il periodo della Pandemia Covid». 

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