Its, la Puglia che funziona: otto diplomati su dieci lavorano dopo un anno

Its, la Puglia che funziona: otto diplomati su dieci lavorano dopo un anno
di Giuseppe ANDRIANI
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Sabato 21 Ottobre 2023, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 09:33


In Puglia su 508 diplomati in uno degli Istituti Tecnici Superiori (Its) nel 2021, in 412 hanno già trovato un'occupazione. Il dato di chi già lavora, a meno di due anni di distanza dal conseguimento del titolo, vale l'81,1%. Solo in 96, invece, hanno una condizione diversa: ma nella quota vanno considerati anche i ragazzi che hanno deciso spontaneamente di seguire un altro percorso o che non hanno, subito, cercato lavoro.

I numeri degli Its


Il numero, contenuto all'interno del report annuale di Indire (Banca dati nazionale Its Academy) e rilanciato dal Ministero dell'Istruzione e del Merito, è indicativo di un aspetto: gli Its sono in grande crescita in Italia e la Puglia è una delle regioni leader nell'ambito, tanto da poter essere paragonata tranquillamente a Piemonte ed Emilia Romagna (che hanno un numero simile di diplomati).

E il paragone con il Lazio sorride alla Puglia.


Basta pensare che nel 2013 i percorsi per area tecnologica e ambiti delle Nuove tecnologie per il made in Italy erano tre, nel 2021 sono diventati 26. E su 146 fondazioni per Its in Italia la Puglia ne conta ben dieci. In media per ogni percorso attivo ci sono 30 diplomati. Ed è il numero più alto d'Italia. Il gap con il Nord resta, per quanto in minima parte, solo relativamente all'occupabilità dei ragazzi che finiscono il percorso, ma è una differenza tutt'altro che importante e soprattutto relativa, se si considera che in ogni caso oltre otto studenti su 10 hanno un lavoro già nel giro di un anno dall'uscita dalla scuola. Puglia paragonabile a una grande regione del Nord anche per i dati sulle imprese partner delle Fondazioni: qui sono 152, soltanto in Veneto (155) e in Lombardia (306) il numero è superiore. In questo Bari batte anche Roma e Firenze. A conti fatti, per la Puglia è un successo. Un contesto produttivo sicuramente più fragile e imparagonabile a quello delle ricche regioni del Nord, non solo tiene botta, ma in alcuni rami riesce anche a prevalere.

Figliola, segretario Confimi Industria


«L'attenzione agli Its - commenta Riccardo Figliolia, segretario generale di Confimi Industria Bari Bat - è fondamentale perché è importante che i ragazzi imparino anche le logiche del mondo del lavoro. Tecnicamente sono bravi, ma spesso serve una maggiore formazione su alcuni aspetti. Bisogna aumentare l'interazione tra scuola e mondo del lavoro, negli Its ma anche e soprattutto nelle superiori. Noi, ad esempio, abbiamo lanciato il progetto "Fabbriche Aperte" e periodicamente facciamo attività di orientamento nelle scuole. L'orientamento è altrettanto importante, tanto che vi sono fondi del Pnrr stanziati per questa missione. Le aziende oggi hanno un grande problema: il reperimento del personale». Anche perché il calo demografico si fa sentire. «Ecco perché - prosegue Figliolia - è importante fare formazione anche agli stranieri che arrivano in Italia, che così possono diventare una risorsa per il mondo delle imprese».


Le aziende strizzano l'occhio agli Its, che nel frattempo aprono sempre più corsi e diventano sempre più efficienti nel far coincidere la domanda con l'offerta. E la svolta arriverà dall'anno prossimo, da quando cioè ci sarà la possibilità di avere un sistema scolastico diverso in alcuni casi: determinati istituti tecnici attiveranno percorsi di quattro anni, con un appendice di un biennio di Its. Un sistema di istruzione più "mobile", già approvato dal Consiglio dei Ministri. Quattro anni di istituto tecnico o professionale e due anni, poi, di Istituto Tecnico Superiore. Gli Its, che in Puglia sono attualmente racchiusi in 10 fondazioni, diventeranno centrali nella "filiera formativa tecnologico-professionale". Le varie istituzioni formeranno dei veri "campus". Il tutto con la regia dei territori, rispetto alle richieste delle aziende. Più scelta, quindi, per gli studenti, con la possibilità di un percorso 4+2 che restituirebbe un titolo di studio superiore.


La riforma dei tecnici non può non coincidere con un incremento degli studenti degli Its - che fin qui hanno probabilmente anche pagato la "scarsa pubblicità" mediatica -, altrimenti l'idea della riduzione degli studi da cinque a quattro anni risulterebbe quantomeno inefficace. Ma la Puglia degli Its funziona, raccoglie risultati e iscritti. E guarda al futuro con speranza.
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