Istituti tecnici, la formula 4+2 anni sembra funzionare: bene le prime adesioni in Puglia. Stenta invece il Liceo del Made in Italy. I numeri

Istituti tecnici, la formula 4+2 anni sembra funzionare: bene le prime adesioni in Puglia. Stenta invece il Liceo del Made in Italy. I numeri
di Giuseppe ANDRIANI
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Venerdì 19 Gennaio 2024, 05:00

In una Puglia dalla quale nel solo 2022 sono emigrate 30mila persone (prevalentemente per motivi di lavoro) la nuova formula degli istituti tecnici 4+2 (con due anni di Its) sembra aver attecchito. Se da una parte c'è l'emigrazione sempre più forte verso il Nord o verso l'estero, dall'altra c'è anche chi prova a correre ai ripari. E la proposta del Ministero dell'Istruzione e del Merito per formare nuove professionalità nella filiera tecnologica-professionale, ha trovato un terreno quasi fertile. A livello nazionale sono 171 le scuole che hanno aderito alla sperimentazione voluta da Giuseppe Valditara: ridurre gli anni dell'istituto tecnico o professionale da cinque a quattro e contemporaneamente permettere agli studenti dopo il diploma di accedere a un Istituto Tecnico Superiore, un sistema premiante in Puglia, con una percentuale occupazionale dopo il titolo del 90%. Qui sono una decina le scuole che hanno chiesto di poter attivare il nuovo percorso già da settembre e che il Ministero ha già validato. La piattaforma Unica, dove da ieri fino al 10 febbraio sarà possibile procedere con l'iscrizione, ha avuto qualche problema, motivo per cui nel pomeriggio la lista non era più consultabile online. Resta un buon risultato, però, per il Ministero. 
«Dagli istituti è giunta una risposta importante, che dimostra la straordinaria capacità progettuale e voglia di innovazione della nostra scuola. A tutti i dirigenti e i docenti va il mio ringraziamento per lo straordinario sforzo profuso per elaborare i progetti in tempi che erano molto stretti. Ora potremo presentare questa nuova offerta alle famiglie per le iscrizioni al prossimo anno scolastico. Nel frattempo predisporremo le azioni di supporto alle scuole che partiranno con la sperimentazione», ha detto Valditara. «La nuova formazione tecnica e professionale, grazie all’alleanza tra scuola, territorio e impresa, garantirà ai nostri giovani una formazione di alto profilo e consentirà di ridurre il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, offrendo maggiori opportunità di impiego e rendendo più competitivo il sistema produttivo», ha aggiunto il ministro.

La nuova formula 4+2

«L’obiettivo - si legge sulla piattaforma ufficiale del Ministero - è quello di offrire agli studenti una formazione vicina alle esigenze del mondo del lavoro che agevoli, al contempo, la prosecuzione degli studi nei percorsi di istruzione terziaria degli Its, con il conseguimento finale, in sei anni, di un titolo di alta specializzazione tecnica». E una decina di istituti in Puglia ha deciso di lanciare la sperimentazione, nonostante i tempi stretti per assicurarsi la possibilità di essere nella lista. Valditara rilancia un modello che è stato apprezzato all’estero: quattro anni di scuola e poi una formazione superiore che si intreccia sin da subito con il mondo delle imprese. A livello regionale primeggia la Lombardia, con una trentina di scuole già pronte (sarà anche merito, pare, del sistema produttivo), al Sud la Puglia è la prima, almeno in relazione al numero di studenti. Da valutare, adesso, come risponderanno gli studenti, che dovranno iscriversi. Ma anche qui, almeno secondo una prima empirica valutazione sui social, il termometro sembra dare buone indicazioni nei confronti dell’iniziativa.
Rischia, invece, di diventare un flop l’idea del Liceo del Made in Italy, fortemente voluto dal governo e dalla premier Giorgia Meloni in prima persona. Il problema non sembra essere il nuovo indirizzo, quanto il fatto che i tempi sono davvero molto stretti (c’è stata una proroga, scaduta nei giorni scorsi), con le scuole che fino al 31 dicembre scorso hanno dovuto fare la corsa tecnica per presentare i progetti legati all’edilizia e alla lotta alla dispersione per i fondi del Pnrr. Sarà anche solo per questo, ma secondo una prima ricognizione sui 30 istituti pugliesi che avevano diritto ad attivare il Liceo del Made in Italy (la possibilità quest’anno era stata data solo a chi già ha un liceo delle scienze umane, con indirizzo economico-sociale), hanno aderito soltanto in cinque o sei. Il Ministero non ha ancora ufficializzato i numeri e servirà un po’ di tempo, tanto che persino le iscrizioni partiranno soltanto nei prossimi giorni (ma questo era già stato messo in preventivo). 
Per il Liceo del Made in Italy che sembra procedere a rilento, la formula 4+2 degli istituti tecnici invece funziona. Con benefici, evidenti, che potranno esserci anche per gli Istituti Tecnici Superiori (gli Its, per i due anni finali di formazione). In una Puglia nella quale il lavoro è sempre più spesso povero e precario, con un gap che sembra difficilmente ricucibile tra domanda e offerta, è pur sempre un tentativo. Il prossimo step, però, saranno le iscrizioni.
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