L'intervista a Marcello Gemmato dopo il boom di Fdi: «Risultato clamoroso. Ruolo nell’esecutivo? Ci siamo»

L'intervista a Marcello Gemmato dopo il boom di Fdi: «Risultato clamoroso. Ruolo nell’esecutivo? Ci siamo»
di Alessio PIGNATELLI
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Martedì 27 Settembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 12:44

«Sono di nuovo operativo, sono state ore febbrili. Mi sono appena ripreso, è stato stancante ma siamo molto felici».
Stanco ma soddisfatto - e non potrebbe essere altrimenti - il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, parlamentare uscente e rieletto, Marcello Gemmato
Onorevole, ci faccia un’analisi che vada oltre l’entusiasmo di queste ore: in Puglia il risultato è notevole, nelle altre regioni meridionali meno.
«È stata la regione che ha avuto la performance migliore nel Mezzogiorno. Se invece allarghiamo lo sguardo al Sud, nel momento in cui il partito ha preso una decisione forte e critica al reddito di cittadinanza questo messaggio di verità ha fatto presa maggiormente al Nord: è un messaggio che attecchisce meglio dove c’è una forte richiesta di lavoro mentre al meridione, con queste condizioni, può essere mal interpretato». 
Cioè?
«Con Giorgia Meloni abbiamo detto che la destra sociale non disconosce il tema ma dice cose ben precise. Una cosa è dire al ventenne in piena forza lavorativa “ti paghiamo per stare a casa e non lavorare”; altro è invece dare il reddito di cittadinanza ai sessantenni esodati, ai diversamente abili, ai più deboli e svantaggiati. Non forniamo però la falsa speranza al ragazzo che si può vivere senza lavorare».
Torniamo ai dati: avete analizzato le differenze territoriali in Puglia?
«Il centrodestra ha perso l’unico collegio a Foggia dov’è forte la presenza di Conte. E magari c’è un’influenza più partenopea legata alla vicinanza con la Campania. L’unico aspetto è questo, per il resto non potevamo fare di più. Un risultato clamoroso».
Se si guarda indietro di qualche anno, si poteva immaginare un percorso simile?
«Diciamo che i segnali di una presenza costante c’erano. È stato un crescendo di numeri percentuali ma devo dire che è un altro il principale aspetto da sottolineare: nel 2018 ero soltanto io il parlamentare pugliese, ora arriveremo a 13 o 14 in base ai conti sul proporzionale».
Il rovescio della medaglia è la debacle del Partito democratico.
«Non sono riusciti a riconfermare nemmeno i parlamentari e questo dovrebbe provocare un dibattito interno. È evidente che c’è una sonora bocciatura di Michele Emiliano il quale si attarda in dichiarazioni improbabili su somme algebriche: la somma algebrica tra partiti o coalizioni non è una categoria della politica. C’è un’incapacità di tenuta che è stata ben interpretata da Decaro che dice che hanno perso senza se e senza ma. A mio avviso lancia la scalata alla segreteria nazionale che però parte da un chiarimento interno in Puglia». 
E in questo spazio immaginate di inserirvi?
«Sicuramente esiste questo tema».
Iniziamo a guardare avanti: il Mezzogiorno è una delle principali tematiche del prossimo governo.
«C’è una profonda crisi legata al caro bollette per famiglie e aziende, l’aumento di tutte le materie prime ed è in corso una guerra. Il meridione è ancora più in difficoltà e deve tornare al centro dell’agenda nazionale sfruttando asset come le Zes per rendere attrattivo e più competitivo il territorio. Pensiamo sempre al modello ponte di Genova per sburocratizzare e rendere più snelle le procedure».
Gemmato, si aspetta un ruolo nel prossimo esecutivo?
«Questo lo decideranno il partito e Giorgia Meloni: noi ci siamo, ci mettiamo a disposizione».

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