Contrasto alla povertà: in Puglia torna il “ReD”. Dotazione da 15 milioni

Contrasto alla povertà: in Puglia torna il “ReD”. Dotazione da 15 milioni
di Alessandra LUPO
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Giovedì 7 Dicembre 2023, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 11:29

La Puglia ci riprova. E a distanza di sei anni dalla prima adozione, rilancia il Reddito di dignità. La versione 2023 del ReD segna così nuovamente la distanza tra le politiche pugliesi e quelle del governo con un messaggio che vuole essere chiaro: mentre Roma toglie (il Reddito di cittadinanza) la Puglia dà (il Reddito di dignità). Un dialogo a distanza che si era già presentato in piccolo nell’approvazione della legge regionale sull’adeguato compenso per i lavoratori assunti negli appalti regionali, che voleva segnare la posizione pugliese anche con la legge sull’equo compenso, costola ideale della battaglia sull’introduzione del salario minimo (in cui ieri alla Camera le opposizioni hanno dovuto incassare la sconfitta).

Il nuovo bando: una dotazione da 15 milioni


Il nuovo bando, partito già martedì 5 dicembre e attivo fino alle 14 del 5 gennaio 2024, sarà presentato questa mattina alle 12 nella Sala Di Jeso della presidenza della Regione Puglia. Saranno presenti il presidente Michele Emiliano, gli assessori al Welfare e al Lavoro Rosa Barone e Sebastiano Leo e le direttrici dei rispettivi dipartimenti Valentina Romano e Silvia Pellegrini. 
La dotazione finanziaria per questo primo avviso è pari a 15 milioni di euro (nel 2016 fu di 5), in arrivo dai fondi PR Puglia Fesr-Fse+ 2021-2027 - Priorità: 8. Welfare e Salute - Obiettivo specifico: Eso4.8 - Azione 8.9 Percorsi integrati per l’inclusione sociale per i soggetti a rischio di esclusione. L’indennità economica mensile individuale per i soggetti ammessi a contributo è di 500 euro (nel 2016 era di 600), a fronte della sottoscrizione del Patto di inclusione e dello svolgimento delle prestazioni in esso previste. Proprio nelle maglie del Patto d’inclusione si giocano le differenze della nuova versione del Red, in cui il Dipartimento Welfare ha definito la propria politica di inclusione sociale in sinergia con il Dipartimento Politiche del Lavoro. Grazie al lavoro del Tavolo di contrasto alle povertà e all’analisi dei bisogni da parte di équipe di Ambito, la novità è stata infatti conciliare il reddito con il percorso 4 del Programma Gol, che permetterà anche a chi ha i requisiti ma non potrà avere accesso all’assegno di accedere a misure di sostegno alternative, attraverso la presa in carico nei servizi sociali dei vari ambiti. 
«Abbiamo voluto fortemente che i nostri concittadini in situazioni di difficoltà potessero trovare, attraverso questo nuovo bando, un supporto economico e una opportunità di sostegno reale. È stato questo l’obiettivo principale del nostro lavoro, di quello degli uffici, congiunto e assolutamente integrato», hanno anticipato dalla Giunta.

La maggioranza: «Noi vicini ai cittadini». Critica l'opposizione

Per la Puglia si tratta di una misura identitaria ormai dal 2016, evoluta nelle sue versioni. «Una misura con cui - scrive l’assessore allo Sviluppo economico Alessandro Delli Noci - stringere le maglie perché nessuno cada. Sostenere, attraverso un patto di inclusione, chi è più vulnerabile perché nessuno resti indietro. Un supporto concreto e una misura identitaria della Regione Puglia che, dal 2016, ha aiutato e supportato decine di migliaia di persone in difficoltà». L’avviso è rivolto ai cittadini di età compresa fra i 18 anni compiuti e i 65 anni non ancora compiuti con un valore Isee non superiore a 9.360 euro; un valore della componente patrimoniale immobiliare non superiore a 30mila euro e un patrimonio mobile non superiore a 15mila euro. Per le famiglie numerose, di 5 o più componenti oppure genitore solo con almeno tre figli minori, l’Isee deve riportare un valore non superiore a 15mila euro; il valore della componente patrimoniale immobiliare non superiore a 30mila euro e il patrimonio mobiliare non superiore ai 20mila euro. Tra i criteri premiali la presenza nel nucleo familiare di immigrati; la numerosità; la presenza di disoccupati ultracinquantenni; le giovani coppie conviventi; i nuclei familiari monopersonali. 
Dalla maggioranza in Consiglio arriva il plauso di Lucia Parchitelli, consigliera dem di area Schlein e vicesegretaria del partito pugliese: «Non è vero che destra e sinistra sono categorie del passato. L’abolizione del Reddito di Cittadinanza con nessuna alternativa realizzabile è di destra, aver affossato il Salario minimo è di destra e chiude le porte a qualsiasi ipotesi di giustizia sociale. Noi in Puglia siamo diversi - prosegue Parchitelli -, abbiamo a cuore la vita dei nostri cittadini e abbiamo lavorato per restituire, con il ritorno del ReD, una rete di sicurezza nei confronti di chi si trova in condizioni di vulnerabilità». Critica invece l’opposizione. «Continuiamo con gli stessi clichè - commenta il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Ventola -: si tratta di assistenzialismo puro». Ventola contesta la forma del sostegno: «Se fossero fondi destinati al contrasto della povertà dovrebbero essere gestiti direttamente dai Comuni che conoscono le situazioni. Se invece si punta alle politiche attive del lavoro sarebbero sufficienti i tirocini formativi in Aziende e Comuni. Il patto individuale? Abbiamo dei dati incoraggianti di come ha funzionato nelle edizioni precedenti? La verità - conclude il consigliere - è che si tratta di una sorta di mancia per i cittadini e di un ulteriore onere burocratico per i Comuni dei vari ambiti». 
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