Consiglieri senza trattamento di fine mandato. M5s: la Puglia faccia da apripista

Consiglieri senza trattamento di fine mandato. M5s: la Puglia faccia da apripista
di Alessandra LUPO
4 Minuti di Lettura
Venerdì 1 Dicembre 2023, 05:45

Il trattamento di fine mandato imbarazza il Pd regionale. Dopo il diktat dei vertici romani ai consiglieri regionali, nessuno in Puglia ha voglia di affrontare l’argomento. «Dopo la nota ufficiale del partito lo considero un argomento chiuso», tira dritto il segretario dem pugliese Domenico De Santis, tra i sottoscrittori della nota che sconfessava l’iniziativa di una parte dei consiglieri Pd. Ma è chiaro che nel gruppo consiliare c’è chi avrebbe parecchio da dire e al momento non lo fa per il timore di esporsi troppo o di finire nel tritacarne delle polemiche. E lo stesso vale per gli altri gruppi consiliari, sia di maggioranza sia di opposizione, che sulla reintroduzione del bonus (poi saltata) avevano già trovato la quadra, a voto segreto. Di fatto, la scelta di non reintrodurre l’assegno finale per i consiglieri crea malumori più o meno sotterranei. In tanti la vivono come una discriminazione rispetto ai colleghi delle altre regioni che percepiscono regolarmente il Tfm. 
Per questo, durante l’estate, si era tentata una via meno pasticciata per reintrodurlo. Attraverso una proposta di legge che regolamentasse il bonus attraverso una forma di accantonamento. In Parlamento, ad esempio, ciascun deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato il deputato riceve l’assegno di fine mandato. Ai senatori è trattenuto mensilmente il 6,7 per cento dell’indennità lorda.
In Puglia - dove il governatore aveva dato ai consiglieri campo libero purché contrattassero la questione con le parti sociali - si era parlato anche di attingere al fondo per le spese dei gruppi. Ma alla fine, nel tentativo di far votare la vecchia proposta di legge, non si è arrivati a nulla. 
Il Pd nazionale ovviamente è a conoscenza dell’anomalia pugliese ma ha deciso che nel nuovo corso del partito, che fa dell’eguaglianza sociale la sua bandiera, non possa esserci spazio per i vecchi privilegi. Un fil rouge che collega Elly Schlein a Nichi Vendola (che non a caso nel 2012 cancellò il bonus in Puglia). E dall’altra parte al M5s, tornato a bomba sull’argomento.

La proposta del senatore dei 5S: «La Puglia faccia da apripista alle altre Regioni»


«Noi siamo contenti della posizione che il Pd ha finalmente assunto in maniera chiara e netta contro un privilegio che combattiamo da sempre - spiega Mario Turco, senatore tarantino e vicepresidente del movimento -, soprattutto in un momento come questo di sofferenza dei cittadini». Quanto alla firma che inizialmente il gruppo pentastellato regionale aveva apposto alla proposta di legge sulla reintroduzione (che arrivava dall’intera maggioranza), il senatore chiarisce: «I consiglieri erano intenzionati a valutare con le altre forze di maggioranza su un progetto futuro che non riguardava comunque la situazione ex ante. Quando è stato chiarito di cosa di trattava hanno ritirato l’appoggio del gruppo a qualunque proposta. D’altronde, per il M5s si tratta di un lavoro che viene svolto anche nelle altre Regioni e a più livelli. Ricordo che sempre l’unica forza politica a rinunciare a una parte degli emolumenti». 
Su questo il movimento, che a breve tornerà alla carica in Regione con una serie di proposte di legge inerenti la trasparenza e la gestione dei fondi in sanità, non sembra avere tentennamenti.

Anzi, rispetto alla disparità di trattamento rispetto alle altre Regioni, Turco rilancia: «I consiglieri pugliesi non dovrebbero sentirsi penalizzati ma al contrario dovrebbero essere fieri di questa scelta. La maggioranza pugliese - prosegue il senatore - ha l’opportunità di farsi portavoce e di essere di esempio per le altre Regioni. Di fronte a tematiche come il lavoro povero, le diseguaglianze, non possiamo continuare a preoccuparci di problemi personali. Altrimenti - conclude - non dobbiamo stupirci se poi più della metà dei cittadini non si presenta alle urne».

]© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA