Schlein incalza Emiliano: «Adesso un vero cambio». E lui chiama la coalizione

Dopo l’intervista del governatore che parlava di una semplice sostituzione in giunta la segretaria dem ha replicato con durezza: «Non basta rimpiazzare chi è andato via»

Schlein incalza Emiliano: «Adesso un vero cambio». E lui chiama la coalizione
di Alessandra LUPO
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Sabato 13 Aprile 2024, 05:00

Nella guerra per il primato nell'opposizione tra Pd e M5s per ora a farne le spese è Michele Emiliano. Se il residente pensava infatti di risolvere il “guaio” in Regione sostituendo due assessori in giunta (mentre il Pd pugliese si liberava dei suoi esponenti regionali coinvolti in inchieste giudiziarie), ieri Elly Schlein ha alzato il tiro, riprendendosi la centralità della scena: «Non basta sostituire chi è uscito dal Pd, serve un cambio di passo» replica la segretaria nazionale dei dem a Michele Emiliano che in un'intervista all'HuffPost aveva detto: «Dobbiamo solo completare i buchi, mi mancano due assessori: è un partito sano». Schlein non sembra dello stesso avviso: il bersaglio è ancora una volta la Puglia, campo di battaglia di una contesa sempre meno amichevole con i pentastellati anche grazie alla scelta di Giuseppe Conte di tenere la sua conferenza stampa a Bariinvece di affidare l’abbandono della Giunta regionale ai suoi vertici territoriali, tenendo caldo il caso sui giornali nazionali.

Il clima e le dichiarazioni

Nel clima surriscaldato da decine di commenti, dai più costruttivi come quello del presidente Stefano Bonaccini che parla di «casi isolati ma chiede segnali di novità» ai più severi, come quello di Andrea Orlando che chiede a Emiliano di «non minimizzare», Elly Schlein torna a bomba: «Ho chiesto al presidente Emiliano di dare seguito a quello che ho detto venerdì scorso a Bari: tenere lontani trasformisti, transfughi dal centrodestra e persone sul cui rigore morale vi sia la minima ombra.

Nel Pd che stiamo ricostruendo gli interessi sbagliati e le modalità opache devono trovare porte chiuse e sigillate». E dunque, prosegue, «mi aspetto che proceda dunque a un netto cambio di fase che», affonda la segretaria, «non può tradursi in una mera sostituzione di chi è uscito, ma solo in un concreto rinnovamento degli assetti di governo regionale che sancisca un nuovo inizio, su basi diverse. Su questa linea confido che il Presidente Emiliano operi in tempi brevi e con risultati tangibili».

Un ultimatum in piena regola insomma, dopo che Emiliano era sembrato più interessato a dialogare con Conte che col Pd. Sempre in serata la replica del governatore, ancora conciliante: «Darò seguito alle indicazioni della segretaria con la quale condividiamo la necessità di voler dare il segno a un netto cambio di fase». Più tardi Emiliano fa sapere infatti che convocherà una riunione di maggioranza in Regione già all'inizio della prossima settimana. Si inserisce il Pd Puglia: «Siamo soddisfatti della pronta risposta del Presidente - scrive il segretario regionale dei Dem, Domenico De Santis -. Da domani saremo al lavoro per dare seguito alle indicazioni della Segretaria». Il botta è risposta, così come le tempistiche, confermano la tensione tra Bari e Roma, dove una frangia del Nazareno vorrebbe il commissariamento del partito pugliese. E con la momentanea debolezza della Puglia alle prese con il terremoto giudiziario di Regione e Comune di Bari, lavare il peccato originale di una eccessiva dipendenza del centrosinistra dal “sistema Emiliano”.

Come gli è stato più volte rimproverato infatti anche il Pd sarebbe adagiato sul lavoro del presidente, capace di allargamenti miracolosi di coalizione sotto elezioni accettati da tutti come una manna dal cielo, anche senza andare troppo per il sottile su nomi e provenienze. Tanto più che Emiliano ha sempre rivendicato il suo potere di “convertire” politicamente i nuovi adepti.

Un abbraccio così stretto da spingere il Pd pugliese a darsi come norma statutaria anche la collaborazione con le civiche, tutte molto vicine al presidente, anche nel definire i rapporti con il partito.

Ma con lo scandalo in corso ora a Emiliano viene presentato il conto. E dal suo piglio collaborativo, il governatore sembra esserne pienamente cosciente. Al Pd non resta che cercare il difficile equilibrio tra le volontà dei vertici nazionali e la realtà pugliese. Nel prendere le distanze dall'assessora coinvolta nello scandalo dei voti comprati, infatti, De Santis si è praticamente visto obbligato a epurare anche il capogruppo in Regione Filippo Caracciolo - rinviato a giudizio a febbraio scorso - e Michele Mazzarano, che la sua “colpa” l’aveva invece già scontata nel 2018 dimettendosi da assessore ed era poi stato proprio tra i sostenitori di Elly Schlein al congresso.

Ma la partita, si sa, è assai più ampia e sullo sfondo c’è l’incubo del Pd di perdere terreno rispetto al M5s. Il caso Puglia ha allargato la falla nel campo largo: in casa dem c'è chi legge nelle mosse di Conte un tentativo di scalata alla leadership dell'opposizione. D’altronde, il leader dei pentastellati ha messo a segno due colpi in uno: con l’addio alla giunta pugliese ha dimostrato che il M5s non è attaccato alle poltrone e al contempo ha sfidato Michele Emiliano sul campo della legalità. Di qui la necessità impellente di non trasformare Conte nella bandiera solitaria della trasparenza.

il "disagio" in una lettera della base

Intanto nelle chat del partito pugliese circola da giorni un documento dall’esplicativo titolo “Il disagio militante”. Primi firmatari i salentini Valentina Battaglini e Marco Marazia. A seguire una sfilza di oltre 160 firme, in arrivo da tutta la Puglia, compresi il dirigente del Pd Puglia Leonardo Palmisano, i consiglieri comunali leccesi Antonio Rotundo e Paola Povero, l’ex presidente della commissione che ha riscritto lo statuto del partito, Trisorio Liuzzi, gli ex consiglieri regionali Sergio Blasi, Peppino Pirro e Sabino Zinni, Michele Lamacchia, ex sindaco di San Ferdinando, la vicesindaca di Crispiano Anna Sgobbio e tanti altri: «Bene la fermezza e le parole che ha usato la nostra Segretaria in questi giorni difficili, ma adesso serve un cambio di passo nella pratica e nelle azioni quotidiane - scrivono -, servono azioni coerenti con questa linea nelle scelte sui territori e in quelle nazionali».

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