Puglia al secondo posto per povertà energetica delle famiglie

Puglia al secondo posto per povertà energetica delle famiglie
di Mattia CHETTA
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Venerdì 29 Settembre 2023, 05:00

Abitazioni carenti sul fronte dell’efficientamento energetico, poco riscaldate d’inverno e poco raffrescate d’estate o con impianti d’illuminazione scadenti: in Puglia il 16,4% di famiglie è in povertà energetica. A stabilirlo è il rapporto Oipe 2023 che ha rilevato come nel corso del 2021 la spesa energetica delle famiglie italiane sia aumentata del 20% rispetto all’anno precedente, principalmente a causa del forte aumento dei prezzi di gas ed elettricità. Come segnala lo stesso Osservatorio, già a fine 2021 il prezzo finale dell’elettricità sostenuto in media dalle famiglie italiane era aumentato del 35% rispetto all’anno precedente, col prezzo del gas cresciuto invece del 41%. In testa alla classifica relativa alle famiglie in povertà energetica la Calabria (col 16,7%). Seguono la Puglia e il Molise (16%), Basilicata (15%) e Sicilia al 14,6%. In Italia – e soprattutto nel Mezzogiorno e nelle Isole – si fatica dunque a coprire adeguatamente i costi necessari per riscaldare o raffreddare la propria abitazione o soddisfare altre esigenze energetiche di base. 

Il rapporto


Ma a stimare il numero di nuclei soggetti alla vulnerabilità energetica è stata di recente Cgia Mestre che, incrociando i dati del rapporto Oipe 2023 coi computi dell’Istituto nazionale di statistica, ha determinato come in Puglia le famiglie in stato di povertà energetica siano 267.587, per un totale di 632.595 individui. Le principali condizioni professionali del capofamiglia che si trovano in povertà energetica sono, in linea di massima, tre: disoccupato, pensionato solo e in molti casi, quando lavora, lo fa come autonomo. «Tuttavia, i nuclei più a rischio, soprattutto al Sud, sono quelli che utilizzano il gas quale principale fonte di riscaldamento – ha precisato l’associazione di artigiani e piccole imprese –.

Coloro che invece utilizzano altri combustibili (bombole a gas, pellet, gasolio, legna o kerosene), presentano valori percentuali di rischio più contenuti». Ma in che modo limitare il numero di soggetti che vivono ancora in condizioni di povertà energetica? A fornire una prima risposta è stato lo stesso Osservatorio che avanza soluzioni di “protezione” e di “promozione”. Le prime – quelle considerate di breve termine – hanno l’obiettivo di preservare un livello minimo di accesso all’energia, come i bonus, che hanno lo scopo di ridurre la spesa per energia elettrica e gas delle famiglie vulnerabili. Le seconde, invece, hanno un respiro più lungo e mirano a un miglioramento strutturale della condizione abitativa delle famiglie, soprattutto quelle più fragili, grazie a interventi di efficientamento energetico. Un primo sostegno è arrivato dai governi Draghi e Meloni grazie allo stanziamento di 91 miliardi di euro per l’introduzione di misure di contenimento della spesa per le bollette di luce e gas per famiglie e imprese. Ma, nelle scorse ore, il Consiglio dei ministri ha varato lo stanziamento di 1,3 miliardi per alleggerire le spese di famiglie e aziende.

Il decreto

Il nuovo decreto energia, infatti, rafforza il bonus sociale destinato ai nuclei con Isee fino a 15mila euro che riceveranno, da ottobre a dicembre, un contributo straordinario crescente in base al numero dei figli. Inoltre, il Consiglio dei ministri ha dato l’ok all’integrazione del beneficio di riduzione delle bollette di energia elettrica e gas con un contributo straordinario alle spese di riscaldamento per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2023, consentendo alle famiglie l’uso della social card – oggi utilizzata per l’acquisto di generi alimentari dai nuclei familiari con Isee fino a 15 mila euro – anche per l’acquisto di carburanti: a tal fine le risorse destinate alla social card sono incrementate di 100 milioni di euro.

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