Nel Salento 1.798 famiglie resteranno senza bonus per l'affitto

Il Governo cancella il fondo

Nel Salento 1.798 famiglie resteranno senza bonus per l'affitto
di Mattia CHETTA
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Giovedì 6 Luglio 2023, 05:00

Stop al rifinanziamento utile a rimpinguare le casse del fondo che dal 1998 garantisce sostegno a famiglie fragili alle prese con gli affitti: la volontà del governo di Giorgia Meloni è chiara. E in Puglia amministratori e partiti si schierano contro la decisione dell’esecutivo nazionale che a partire dal prossimo anno bloccherebbe il contributo a 1.798 famiglie in provincia di Lecce, a 20.959 in tutta la regione. 

L'assessore Maraschio

«È un fatto molto grave – ha sentenziato l’assessora della Regione Puglia alle Politiche abitative, Anna Grazia Maraschio – e fino a quest’anno è stato possibile aiutare le famiglie in difficoltà perché oltre ai fondi ministeriali, una parte consistente era stata riconosciuta anche dalla Regione, ma l’apporto del Ministero è fondamentale».

Proprio a novembre scorso, infatti, l’ente di via Gentile aveva deliberato di incrementare il cofinanziamento regionale da aggiungere alla somma di provenienza statale (27 milioni di euro) portandolo a 3.400.000 euro. «È da troppi anni – ha continuato Maraschio – che il nostro Paese non investe sulle politiche della casa e invece oggi il tema è centrale. Sempre più persone si vedono negato il diritto fondamentale di avere un alloggio, di accedere ad affitti calmierati, o anche e solo di trovare una casa. Diventa inaccettabile la scelta operata dal Governo in un momento di grave crisi per tante famiglie in difficoltà».

La battaglia del Pd

Contro la decisione del governo annuncia battaglia il Partito Democratico pugliese che nelle scorse ore, attraverso una nota, ha anticipato la volontà di presentare una mozione in Consiglio regionale al fine di impegnare la Regione a chiedere al governo il rifinanziamento del Fondo. Sulla stessa trincea anche la Federazione provinciale del Pd. 
«È una battaglia di civiltà sociale, ecco perché il Partito democratico salentino farà la sua parte – ha detto il segretario provinciale Luciano Marrocco –. Grazie alle donne e agli uomini della segreteria provinciale e dei dipartimenti tematici, stiamo lavorando per far sì che nei 96 comuni della provincia di Lecce si approvi l’ordine del giorno per chiedere al Governo di rifinanziare il Fondo nazionale affitti. Quello della casa è un tema cruciale su cui ognuno di noi è chiamato al massimo dell’impegno. La politica è servizio, è tendere la mano a chi è in difficoltà, è non lasciare indietro nessuno».
Così dopo il periodo critico della pandemia, i rincari energetici e l’inflazione, ora anche la casa rischia di essere un bene che ancora molte famiglie non possono o fanno fatica a permettersi. Da qui, dunque, la posizione unanime dell’assessora e del Pd pugliese per cercare di reintrodurre il rifinanziamento del Fondo affitti garantendo il diritto sociale all’abitazione.

Il Comune di Lecce

Posizione condivisa anche dall’assessora comunale del Comune di Lecce, Silvia Miglietta. «Un contributo pubblico per sostenere il pagamento dell’affitto è di fondamentale importanza per garantire la stabilità e la sicurezza abitativa delle persone che si trovano in situazioni di difficoltà finanziaria – ha dichiarato la delegata al Welfare –. Quest’anno il Comune di Lecce ha potuto disporre di 779mila euro, compreso il cofinanziamento e la premialità, riuscendo così ad erogare contributi a 447 richiedenti. Risulta incomprensibile che proprio in un momento di forte difficoltà come questo il Governo abbia azzerato nella Legge di bilancio i contributi su affitto e morosità incolpevole per il prossimo, senza prevedere politiche serie e strutturate per affrontare l’emergenza abitativa che oggi interessa una platea che si è ulteriormente ampliata e comprende studenti e studentesse, giovani coppie e famiglie monogenitoriali con lavori precari, popolazione anziana con redditi bassissimi. Mi auguro che il Governo e il ministro Salvini – ha aggiunto Miglietta – decidano di tornare indietro e di rendere questo fondo strutturale, perché né le Regioni né i Comuni avrebbero mai la capacità finanziaria per sostenerlo».

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