Meno del 20% delle coste italiane è in concessione e non esiste scarsità di risorse. Questa la notizia principale venuta fuori al termine del tavolo tecnico che si è svolto ieri all’interno della Sala Verde di Palazzo Chigi alla presenza di funzionari ministeriali, rappresentanti dei sindacati dei balneari. Il primo dopo la pausa estiva, l’incontro nella Capitale segna un punto a favore degli imprenditori della balneazione, anche di quelli pugliesi da sempre in prima fila nella discussione di questi anni: se questi dati dovessero essere confermati, infatti, lo Stato italiano potrebbe rilasciare delle nuove concessioni senza mettere a bando quelle esistenti. Un passaggio, questo, dirimente, sancito dalla Bolkestein, la discussa direttiva dell’Unione Europea emanata nel 2006 uscita rafforzata anche dal pronunciamento della Corte di Giustizia Europea dello scorso aprile.
Il tavolo
Ora, quanto emerso sul tavolo romano potrebbe sparigliare le carte e fare tirare un sospiro di sollievo agli attuali concessionari. I rappresentanti di categoria hanno ribadito come il dato definitivo della mappatura avviata dal governo nei mesi scorsi debba essere riferito alla quota nazionale e non a quelle delle singole regioni, così come che alle rilevazioni costiere debbano essere aggiunge anche le quote di coste “occupate” lungo i fiumi o attorno ai laghi. Un punto che mette i concessionari in una posizione di vantaggio e che riaccenderà il dibattito tra queste e le parti che spingono per un “diritto alla spiaggia libera” e al mare di tutti.
«Il tavolo tecnico ha imboccato la strada giusta – le parole di Nicolò Maiellaro, pugliese e vicepresidente nazionale di Base Balneare, presente ieri a Roma – avendo lavorato seriamente in questi mesi.
Al Tavolo a Palazzo Chigi ha preso parte anche Antonio Capacchione, presidente nazionale del Sindacato Italiano Balneari-Fipe Confcommercio. «Manca il presupposto per l’applicazione della direttiva Bolkestein come chiesto dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, è quindi possibile – dice Capacchione - aumentare il numero delle aziende balneari presenti sui litorali italiani senza sostituire i titolari di quelle vigenti». Da sempre tra i più convinti che gli imprenditori balneari titolari di concessione meritassero tutela, Capacchione aggiunge alla sua riflessione: «I dati forniti nella bozza di relazione del Tavolo tecnico consultivo confermano quanto da noi sempre sostenuto circa la non scarsità della risorsa demaniale. Nella discussione è stato evidenziata ancora la necessità – rimarca il presidente nazionale del Sib - di un intervento chiarificatore urgente anche sulla questione della maggiorazione dei canoni demaniali dichiarata ripetutamente illegittima dal Consiglio di Stato.
Dopo l’incontro di ieri è intervenuto sulla questione anche Fabrizio Licordari, presidente nazionale di Assobalneari Italia Confindustria. «Nel corso dell’incontro si sono analizzati i risultati della mappatura dei litorali italiani e la determinazione dei criteri che stabiliranno il principio di scarsità o meno della risorsa. Accolta la richiesta di Assobalneari di aggiungere ai dati già emersi anche quelli di laghi e fiumi, come peraltro previsto dalla normativa europea». Licordari traccia poi quelle che potrebbero essere le tappe future della discussione. «Con il risultato che si sta delineando riteniamo che la trattativa con Bruxelles ci possa vedere puntare su argomenti forti ed importanti, anche alla luce della recente sentenza della Corte di Giustizia che ha aperto nuovi scenari grazie alla dottrina giuridica, la stessa – conclude Licordari – sostenuta con fermezza e convinzione dal presidente Pasca del Tar di Lecce». Il Tavolo tecnico tornerà a riunirsi il 25 settembre prossimo. Intanto già nei prossimi giorni Base Balneare Confimpresa, Assobalneari Confindustria, Italia Balneare, Federterziario, Ibt, Assormeggi presenteranno un documento congiunto utile a fare un punto di raccordo fra normativa regionale e statale offrendo così ulteriori spunti ai lavori degli esperti.
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