Green pass, boom di malattie. In Puglia aumentano del 7% i certificati medici all'Inps

Green pass, boom di malattie. In Puglia aumentano del 7% i certificati medici all'Inps
di Maria Claudia MINERVA
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Sabato 30 Ottobre 2021, 05:00

Tanti certificati di malattia, forse un po’ troppi e concentrati in un arco di tempo ben preciso. Anche in Puglia, come nel resto del Paese, l’obbligo del green pass - scattato il 15 ottobre - ha spinto molti lavoratori a mettersi in malattia? Difficile dirlo con certezza, però sta di fatto che nella settimana che ha coinciso con l’introduzione del permesso verde fatalmente le certificazioni mediche pervenute all’Inps hanno subito un incremento soprattutto nel settore pubblico.

I dati pugliesi

In Puglia, infatti, secondo i numeri forniti dall’Istituto nazionale di previdenza, che fa capo al direttore Giulio Blandamura, da lunedì 11 ottobre a giovedì 14 ottobre i certificati di malattia del settore pubblico sono stati in totale 6.756, mentre quelli del settore privato 11.964. Nella settimana successiva, quella che va da lunedì 18 a giovedì 21, invece, i certificati di malattia del settore pubblico sono stati 7.203 (447 in più rispetto agli stessi giorni della settimana precedente, quella per intenderci in cui è scattato l’obbligo di presentazione del green pass), facendo quindi registrare un incremento di quasi il 7 per cento. Mentre nel settore privato, dal 18 al 22 ottobre si è registrato un calo, portando i certificati medici a quota 10.737 (-6,3 per cento). Questo significa che nella nostra regione sono stati soprattutto i dipendenti della pubblica amministrazione a ricorrere al certificato medico e proprio da quando è scattato l’obbligo del green pass. 

Finte malattie?

Finte malattie per aggirare l’obbligo? Difficile ovviamente stimare se e quanto quest’aumento dei certificati di malattia sia da collegare all’obbligo di presentarsi al lavoro con il certificato verde. O se, al contrario, si tratti di uno stratagemma in parte utilizzato da chi non vuole né vaccinarsi né ricorrere al tampone per poter esibire il green passa senza il quale scatta l’assenza ingiustificata e lo stop a stipendio e contributi previdenziali. È anche vero che con l’arrivo del freddo si segnalano i primi casi di influenza e raffreddore, ma è altrettanto vero che proprio in quell’arco di tempo coinciso con l’obbligatorietà del green pass è aumentata la richiesta, da parte dei lavoratori, di restare a casa per motivi di salute.

L'andamento dei certificati

L’andamento dei certificati medici presentato in Puglia è stato questo, tenendo comunque conto che i numeri relativi ai privati sono più consistenti ma solo perché ci sono maggiori lavoratori: da lunedì 11 a giovedì 14, sono stati presentati in totale 18.720 certificazioni mediche, di cui 6.756 nel pubblico, 11.964 nel privato.

Ed ecco i numeri dei singoli giorni: lunedì 11 ottobre sono stati presentati 2355 certificati di malattia nel settore pubblico, 4.430 in quello privato; il 12 ottobre 1.407 certificati nel pubblico, 2.391 nel privato; mercoledì 13 ottobre 1.355 nel pubblico, 2.364 nel privato; e, infine, giovedì 14, la vigilia del giorno in cui poi è scattato l’obbligo, i certificati medici presentati all’Inps sono stati 1.639 nel pubblico, 2.779 nel privato. E, ancora, nella settimana successiva, sempre da lunedì 18 a giovedì 21, sono stati presentati 7.203 certificati medici per la pubblica amministrazione, mentre nel privato 13.042, per un totale complessivo di 20.245 certificati: lunedì 18 ottobre nel pubblico sono stati presentati 2.754 certificati, nel privato 5.059; martedì 19 ottobre, nel pubblico 1.526 certificati, nel privato 2.825; mercoledì 20 ottobre 1.523 certificati medici nel pubblico, 2.549 nel privato; e, infine, giovedì 21 ottobre, 1.400 certificati nel pubblico, 2.609 nel privato. 

Il Codacons

Intanto, il Codacons nei giorni scorsi ha inviato un esposto a tutte le Procure d’Italia perché si controlli questo allarmante fenomeno. Sarebbero utili maggiori controlli per verificare la correttezza dei certificati, ma questa necessità si scontra con le esigue risorse in campo. Sono, infatti, troppo pochi i 13mila medici in convenzione che collaborano con l’Inps a livello nazionale, per poter gestire le decine di migliaia di pratiche giornaliere.

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