Balneari, Ciafani di Legambiente: «Salvini impari da Zaia, subito le gare e si premino i più bravi»

Balneari, Ciafani di Legambiente: «Salvini impari da Zaia, subito le gare e si premino i più bravi»
di Paola ANCORA
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Mercoledì 10 Gennaio 2024, 05:00

Legambiente non starà alla finestra. E a pochi giorni dallo scadere dei termini per l’attivazione della procedura d’infrazione europea, sulla ingarbugliata faccenda delle concessioni balneari promette battaglia: «Facciamo e faremo pressione perché l’Italia si adegui alla direttiva Bolkestein dell’Unione e perché, ancora prima, comunichi alla Commissione i reali chilometri di costa disponibile, giacché la mappatura attuale ha forse considerato anche porzioni della Croazia o della Costa azzurra». Fa ricorso all’ironia, il presidente nazionale dell’associazione ambientalista Stefano Ciafani, ma il giudizio sull’operato del Governo in fatto di concessioni è durissimo: «Siamo alla confusione totale, alimentata da questa manfrina continua del Governo».

Presidente, Legambiente si è detta pronta a ricorrere al Tar contro Regioni e Comuni che stanno prorogando le concessioni al 2024 senza bandire le gare, come chiede l’Europa. Il ricorso è già pronto? 
«Quello del ricorso sarà l’ultimo atto di una battaglia che, per il momento, si manterrà sul piano politico.

Abbiamo chiesto al presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, di ritirare la delibera che ha fatto approvare per differire la scadenza al 31 dicembre 2024 e interverremo sui Comuni che, non sapendo che pesci pigliare in questa confusione, procedono ognuno per proprio conto, in alcuni casi bene, in altri meno».

Fra questi, il Comune di Lecce. Primo a sollevare il problema delle gare al Consiglio di Stato e primo, poche settimane fa, a dare mandato ai propri dirigenti di predisporre i bandi di gara per assegnare porzioni del demanio pubblico. Anche loro fra i “cattivi”?
«Assolutamente no. Abbiamo ripetutamente invitato il sindaco Carlo Salvemini alle nostre iniziative perché, sfruttando ciò che prevede la legge regionale voluta dall’allora assessore della Giunta Vendola, Guglielmo Minervini, ha anticipato i tempi e adempiuto ai doveri imposti dall’Europa: ha saputo garantire la libera iniziativa delle imprese con la fruizione della costa. Lecce, per noi, è un esempio a livello nazionale».

La legge che ha citato, la “Minervini” prevedeva tuttavia che la costa balneabile fosse suddivisa così: 60% libera e 40% ai privati. Un quadro molto diverso da quello attuale, almeno in Puglia. Non trova?
«Quella norma era pioneristica davvero, ma ancora oggi molti Comuni non la rispettano. E se mancano le necessarie attività di controllo, bisogna intervenire. Anche la legge migliore del mondo, se non viene applicata, è un esercizio inutile».

Ricapitolando: il 16 scadranno i tempi per dare all’Europa le risposte che attende in fatto di mappatura del demanio, il Governo non ha al momento deciso cosa fare né dato alcun tipo di indicazione. I Comuni procedono ognuno per proprio conto: non esiste il rischio concreto di creare disparità di trattamento per le quali - a titolo d’esempio - a Bari sarà consentito qualcosa che verrà invece negato a Rimini? 
«Questo è lo scenario che assolutamente non vogliamo. Non vogliamo una di quelle soluzioni all'italiana che ben conosciamo. L’Unione europea chiede di andare in una direzione e l’Italia sta cercando in tutti i modi di fare l’opposto. Eppure esiste una soluzione per salvaguardare la sacrosanta iniziativa privata e la libertà delle persone di scegliere di fruire del mare senza dover spendere, ogni volta, decine e decine di euro. L’esempio è il Veneto».

Il Veneto del leghista Luca Zaia. Ci spieghi perché lo ritiene un modello. 
«L’amministrazione di centrodestra guidata da Zaia è riuscita a salvaguardare le imprese e l’ambiente, il diritto di scelta dei cittadini in un tratto di costa fra i più frequentati del Paese. Pensi che ai congressi provinciali dello scorso autunno, quando abbiamo rinnovato i vertici dell’associazione, in Veneto sono venuti anche due rappresentanti dei balneari perché abbiamo lavorato e continueremo a lavorare insieme. Zaia ha messo insieme i balneari e gli ambientalisti. Se ci è riuscito lui, può riuscirci anche il Governo nazionale». 

Il ministro Matteo Salvini, leader della Lega, è però contrario alle gare e si batte perché non sia l’Europa a decidere il futuro del comparto. Posizione opposta a quella del ministro Fitto, che propone gare subito con premialità per gli attuali concessionari. Cosa ne pensa? Condivide?
«Condivido la proposta del ministro Fitto e noi lo diciamo da anni. Le gare vanno fatte e vanno fatte in modo da premiare la qualità dell'offerta turistica. Dal nostro punto di vista di ambientalisti, vanno riconosciuti gli investimenti sulla biodiversità, quelli sull’efficienza energetica perché i bravi, i coraggiosi, gli ambiziosi siano avvantaggiati».

Usciremo da questo stallo senza incorrere nella salatissima multa che accompagna la procedura d’infrazione?
«Non so se prevarrà la linea di Fitto, che è la più condivisibile e pragmatica. La Lega ne sta facendo una battaglia elettorale per distinguersi nella maggioranza di centrodestra, ma se vogliamo evitare l’ennesimo scontro e il pagamento della multa si può semplicemente seguire l’esempio di alcune Regioni. Salvini, insomma, dovrebbe imparare da Luca Zaia».

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