Balneari, imprenditori inferociti: «Draghi liquidatore, non bastano gli indennizzi»

Balneari, imprenditori inferociti: «Draghi liquidatore, non bastano gli indennizzi»
di Giuseppe ANDRIANI
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Venerdì 27 Maggio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 20:22

«Siamo delusi, arrabbiati, inferociti». L’accordo sul caos balneari non soddisfa gli imprenditori del settore, anzi, aumenta la tensione tra le parti. Nel mirino quanto deciso, ma soprattutto la politica del presidente Draghi. Per Mauro Della Valle, presidente Fid Confimprese Demaniali Italia e imprenditore salentino, l’accordo è «una bandiera bianca, una resa di tutte le forze politiche, che appoggiano la distruttiva azione politica e dittatoriale del presidente Draghi». «Abbiamo ragione di credere che il parlamento italiano abbia abdicato al Governo - prosegue - con un cosiddetto accordo che non decide nulla. Un sub emendamento che alimenta anni logoranti per la serenità delle famiglie balneari italiane che vedranno demolito un periodo di passione ed amore per l’accoglienza turistico balneare made in Italy. Irrispettoso da parte del Governo la decisione di svilire la richiesta del Tar di Lecce per un giusto parere, e sopratutto definitivo verso la Corte di Giustizia Europea. Lunedì la Fid ha convocato un’assemblea straordinaria degli associati per sottoscrivere un’immediata richiesta risarcitoria a firma dell’associazione e delle 30 mila imprese demaniali italiane verso la Presidenza del Consiglio». Da parte di tutti gli operatori un plauso a Giorgia Meloni, l’unica forza parlamentare ad opporsi a quanto stabilito dal governo. 

«Non bastano gli indennizzi»

«Avere l’indennizzo sarà un contentino - spiega Giovanni D’Onofrio, imprenditore del Barese -, questo accordo favorirà l’arrivo di fondi esteri e noi avremo dei risarcimenti probabilmente ridicoli.

Avremmo potuto aumentare il canone, magari avremmo anche accettato di pagare di più, saremmo stati disponibili a cercare una soluzione diversa, senza la necessità mettere in ginocchio 30.000 aziende italiane. Sembra tutto assurdo - attacca -, questa situazione arriva dopo la pandemia e dopo le perdite degli ultimi mesi. Adesso avremmo dovuto rialzarci e invece viviamo questa situazione. Da poco sono rientrato dalla Spagna, lì non esiste alcun ragionamento del genere, come non esiste in Portogallo. Nessuno pensa alla Bolkestein, perché deve perderci soltanto l’indotto italiano? Adesso ci perderanno tutti, anche i turisti. Per non parlare del pericolo di infiltrazioni mafiosi nel settore...». Parole dure, di chi dopo anni di sacrifici adesso si vede con l’acqua alla gola e con una mannaia sul capo.


«Draghi ha deciso di prendersi una responsabilità enorme - dice Vincenzo Leo, gestore di un lido nel Tarantino e rappresentante provinciale del Sib -, verrà ricordato come un liquidatore. E poi pongo un’altra domanda: quando qualcuno sa che avrà una concessione per dieci anni, come potrà investire? Io solo per rimettere a nuovo lettini e ombrelloni, spendo 200.000 euro». Da lui un grido d’allarme: «Per due volte la criminalità ha appiccato un rogo al mio lido, ho dovuto fare due volte un mutuo per ripartire e ora mi ritrovo a non avere nulla in mano. Noi siamo famiglie che vivono di questo, ho due figli - racconta Leo - laureati nel settore che lavorano nella mia azienda, senza il lido è un intero nucleo che si ritrova a non avere più un lavoro. È uno scippo. Vorrei fare una domanda al senatore Turco: lui è un professore di Economia, e se gli dicessero che l’Unione Europea ha deciso che la sua laurea non è più valida? Potrebbe trovare un altro lavoro? Ecco, noi siamo in questa situazione e lo Stato è venuto meno».

 
Sono storie di imprenditori del settore, che al di là della questione politica e di quanto maturato in questi mesi di dibattito, mettono sul piatto le proprie difficoltà. «Con quale criterio verranno stabiliti gli indennizzi? Davvero ci restituiranno quanto abbiamo speso per poter sistemare e rendere attrattivi i nostri lidi?», le domande di Franco Cariulo, imprenditore e gestore di un lido nel brindisino. «Chi subentrerà potrà davvero ripagarci di tutti gli sforzi economici fatti? Siamo delusi perchè nessuno ha deciso di intervenire, ha deciso l’Unione Europea, Draghi ha voluto piegarsi a questo volere». Sfoghi duri: «Abbiamo preso i lidi quando non li voleva nessuno e se oggi il settore turistico in Italia e in Puglia è cresciuto così tanto, lo si deve anche a tutti i nostri sforzi e a tutto quello che noi siamo riusciti a costruire. Siamo famiglie e in questa fase non ci stiamo davvero capendo nulla. Il nodo principale è quello degli indennizzi ma nonostante questo io ho deciso di investire, ad esempio. Senza sapere cosa succederà. Sono qui da anni - racconta dal proprio lido -, domani arriverà qualcuno dall’estero e prenderà questo posto. Perché?». 

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