Autonomia, scontro tra Emiliano e il governo. Calderoli: «Cerchiamo soluzione condivisa». Il governatore: «Volevano la secessione, non fidatevi»

Autonomia, scontro tra Emiliano e il governo. Calderoli: «Cerchiamo soluzione condivisa». Il governatore: «Volevano la secessione, non fidatevi»
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Giovedì 17 Novembre 2022, 18:54 - Ultimo aggiornamento: 20:18

«È stato un incontro assolutamente positivo, non è una cosa che si può fare dall'oggi al domani». Roberto Calderoli, ministro degli Affari regionali ha commentato così l'incontro di oggi con le Regioni a Roma sull'Autonomia differenziata. E se dal governo spingono e il ministro parla di "incontro positivo", i governatori e i sindaci del Sud si oppongono. Intanto Calderoli avverte e risponde: «Le critiche vorrei che si rivolgessero a un testo quando un testo ci sarà, non su degli appunti di lavoro». E aggiunge: «Cerchiamo con la Conferenza delle Regioni di arrivare a una serie di proposte loro che troveranno legittimamente spazio in un testo normativo e che mi auguro siano condivise da tutti». Alla domanda su quali materie potranno essere oggetto dell'accordo e se nella riforma ci saranno i residui fiscali, il ministro ha risposto che «le materie che possono essere oggetto del trasferimento sono in Costituzione e io non posso toccare quello che è scritto nella costituzione. Dei residui fiscali non c'è traccia né nel testo né nella mia testa».

Fitto: «La riforma serve a dare equità»

Difende la riforma anche Raffaele Fitto, ministro agli Affari Europei, Pnrr, Politiche di Coesione e Sud. «L’autonomia differenziata è stata prevista dall’articolo 116 della Costituzione, anche nel tentativo di responsabilizzare sulla spesa e sui servizi le Regioni, e pertanto non può che essere realizzata all’interno di un preciso e puntuale percorso costituzionale, per questo sono prive di fondamento tutte le tesi che ipotizzano un iter che si ponga fuori dalla Costituzione tenuto conto che la stessa fa espresso riferimento al rispetto dei principi di riequilibrio territoriale previsti dall’articolo 119  della Costituzione. Così come sono prive di fondamento tutte quelle tesi che mirano a “spaventare” gli italiani paventando Regioni di serie A - dove ci saranno migliori servizi e più risorse a disposizione - e Regioni di serie B dove i cittadini saranno solo penalizzati. Intanto, perché la considerazione più facile e spontanea è: perché oggi, senza autonomia differenziata, non è così? Tutte le Regioni hanno gli stessi servizi e risorse a disposizione? È evidente che le Regioni che sono più in difficoltà, quelle del Sud, non saranno lasciate indietro, ma dovranno essere messe nelle condizioni di raggiungere gli stessi livelli delle regioni del Nord.
“Per questo, evitando allarmismi e polemiche strumentali, il Governo non intende promuovere alcuna riforma senza averne valutato tutte le implicazioni e gli effetti che ne derivano.

Il criterio cui il Governo intende ispirarsi per realizzare l’autonomia differenziata è quello di garantire, pur nel rafforzamento delle competenze e delle funzioni delle Regioni, i medesimi livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sull’intero territorio nazionale, eliminando le sperequazioni e mettendo in campo tutte le misure e le iniziative anche di carattere finanziario necessarie».

Emiliano: «Non mi fido di chi voleva la secessione»

Michele Emiliano, però, risponde a tono. «Se ci chiedono - dice il governatore della Regione Puglia - se noi ci fidiamo di chi proponeva prima la secessione poi il federalismo fiscale, ora l'autonomia differenziata, non è che possiamo dire che ci fidiamo con certezza. Abbiamo sempre il timore che quando si accorgeranno che applicanddo i Lep è il Sud che avrà maggiori risorse rispetto al Nord, non lo so se avranno la stessa volontà». 

«Prima di procedere alla sottoscrizione di eventuali intese tra governo e Regioni sull'autonomia differenziata vanno individuati i livelli essenziali delle prestazioni: i Lep». Dopo l'incontro con il ministro il presidente della Regione prosegue: «Una parola - prosegue - che in sostanza dice che quando una persona nasce in Italia ed è cittadino italiano ha gli stessi diritti e gli stessi doveri su tutto il territorio nazionale. Non è più possibile, come accade oggi purtroppo, che il finanziamento della sanità del Sud, sia di molto inferiore a quello del Centro e del Nord. Non è possibile, ad esempio, che da Palermo a Siracusa ci vogliano ore di treno quando da Milano a Torino si viaggia a velocità straordinaria. Quindi i Lep non sono un pretesto, sono la sostanza del significato della autonomia differenziata. Se l'autonomia differenziata serve a superare la questione meridionale e a offrire a tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri, se ne può parlare». «Questa discussione - ha ricordato Emiliano - è partita con la secessione, poi si è spostata sul federalismo fiscale, adesso siamo in una ipotesi ridotta che è l'autonomia differenziata. Ô chiaro che qualche piccola diffidenza le Regioni del Sud ce l'hanno. Quando si accorgeranno che applicando i Lep, sarà il Sud ad avere maggiori opportunità rispetto al Nord, non so se le regioni del Nord avranno la stessa volontà sull'autonomia differenziata». 

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