Sanità e favori, l'inchiesta ora arriva in Regione: indagata una dirigente

Sanità e favori, l'inchiesta ora arriva in Regione: indagata una dirigente
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Sabato 9 Luglio 2022, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:45

Sanità e favori, l'inchiesta arriva in Regione: dirigente indagata. Sono 30 in tutto gli indagati nell'inchiesta chiamata "Re Artù" che ha visto giovedì mattina finire cinque persone agli arresti domiciliari ed altre sei colpite da misure meno afflittive della libertà personale. Dieci in più rispetto al numero indicato nell'ordinanza di custodia cautelare della giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Simona Panzera.

L'inchiesta della Procura

In parte coinvolti in uno degli episodi che raccontano del versamento di denaro per pilotare i concorsi pubblici, gli altri indagati. Come quello nella polizia di Stato. Ed ancora, coinvolti nella vicenda che ha avuto come conseguenza immediata la sospensione di Pierpaolo Cariddi da sindaco di Otranto: c'è anche il nome della dirigente regionale del servizio Demanio costiero, Costanza Morea, 46 anni, di Bari, nel capo di imputazione di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici contestato anche Cariddi, all'ex consigliere regionale e sindaco di Scorrano, Mario Pendinelli, all'ex assessore regionale al Welfare, Totò Ruggeri (il principale indagato dell'inchiesta), nonché al dirigente comunale di Otranto dell'Area Tecnica, l'ingegnere Emanuele Maggiulli.


La vicenda è quella del ripristino della spiaggia del Lido Atlantis di Otranto, appartenente a Ruggeri, dove vengono contestate una serie di pressioni fatte dall'assessore regionale quando la Provincia rigettò la domanda per autorizzare una sorbona ad aspirare la sabbia dal mare: Ruggeri avrebbe cercato di forzare le procedure interpellando il sindaco di Otranto, un ufficiale della Capitaneria di porto di Gallipoli, i dirigenti della Provincia ed anche della Regione.

Di ques'ultima circostanza parla il pubblico ministero Alessandro Prontera nella richiesta di misura cautelare, per sottolineare che - diversamente dagli altri indagati - non ci siano i presupposti per applicare misure cautelari e che la sua posizione dovrà essere chiarita: «Il ruolo di Costanza Morea si è di fatto risolto nell'avallare - recepita l'attestazione artefatta di Maggiulli - la catena istituzionale di predisposizione di una falsa rappresentazione della realtà».


Il magistrato titolare dell'inchiesta cita a proposito l'intercettazione del dialogo tenuto dalla Morea con Ruggeri e Pendinelli per sostenere che ...permane in una dimensione di ambiguità, nella misura in cui non può escludersi che costei abbia optato per una sorta di affidamento controllato a quanto le avrebbe rappresentato il Comune di Otranto». Le cariche di assessore di Ruggeri e di consigliere di Pendinelli hanno indotto la giudice Panzera ad alcune considerazioni sulla Regione: «Messo in luce un desolante panorama di sistemica corruttela che prospera nella gestione degli affari presso la Regione Puglia, utilizzando come merce di scambio le prestazioni sanitarie e la provvista pubblica destinata alla Asl Lecce in funzione del perseguimento degli interessi della collettività salentina. Ed invece asservita ad interessi squisitamente privati».
Ed ancora, la giudice si è soffermata sulla figura di Ruggeri: «Le indagini hanno disvelato un abile quanto spregiudicato sistema criminale grazie alla scaltra regia di Ruggeri (...) Esigenze di cautela alimentate dalle gravissime condotte delittuose sistematicamente commesse in danno della collettività, attraverso un asservimento completo della funzione pubblica a interessi privati ed egoistici di pochi». Per poi concludere: «Sui criteri di scelta della misure cautelari deve rilevarsi come le richieste formulate dalla Procura di Lecce appaiono ben al di sotto della linea di adeguatezza e proporzionalità in relazione alle cogenti esigenze preventive da fronteggiare».
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