Operaio morì nell'impastatrice del salumificio Scarlino: 8 indagati

Operaio morì nell'impastatrice del salumificio Scarlino: 8 indagati
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Venerdì 19 Febbraio 2016, 18:02 - Ultimo aggiornamento: 18:08
Otto indagati a chiusura dell’inchiesta sulla tragedia del 30 agosto del 2013 quando l’operaio Mario Orlando, 53 anni, di Taurisano, perse la vita schiacciato nell’impastatrice del salumificio “Scarlino”.



I pubblici ministeri Carmen Ruggiero e Paola Guglielmi hanno contestato sia l’ipotesi di reato di morte come conseguenza del reato di omissione dell’installazione dei sistemi di sicurezza, che la manomissione degli stessi sistemi di sicurezza che avrebbero bloccato l’impastatrice nel momento in cui ci fosse stato un operaio intento a ripulirla, mansione che stava svolgendo il povero Orlando. Contestata anche la mancata formazione del personale addetto al lavaggio della stessa impastatrice, come pure il favoreggiamento per due operai sentiti dal pubblico ministero Ruggiero nel corso delle indagini.
Gli indagati sono Attilio Scarlino, 53 anni, di Taurisano, amministratore unico; Antonio Scarlino, 44 anni, di Taurisano, responsabile della sicurezza; Luigi De Paola, 45 anni, di Ruffano, capo del reparto di produzione; Daniele Carangelo, 37 anni, di Taurisano; Roberto Vocino, 46 anni, originario di Apricena (in provincia di Foggia), tecnico della Inotech, cioè dell’azienda produttrice dell’impastatrice; Fred Sprenger, 52 anni, di Reutlingen (Germania), tecnico della Inotech; Antonio Scarlino, 62 anni, di Taurisano, operaio manutentore; e Massimo Rizzello, 33 anni, di Taurisano, operaio manutentore.
La morte dell’operaio Orlando è contestata ai dirigenti Attilio Scarlino ed Scarlino, Luigi De Paola, Antonio Scarlino (operaio), Massimo Rizzello, Roberto Vocino e Fred Sprenger, quest’ultimi nelle vesti di tecnici della Inotech, l’azienda costruttrice dell’impastatrice.
Della manomissione della Inotech IM3000 rispondono Attilio ed Antonio Scarlino, De Paola, Rizzello, Antonio Scarlino, Vocino e Sprenger. Della mancata formazione degli operai sono accusati Attilio ed Antonio Scarlino, mentre di favoreggiamento rispondono Carangelo ed Antonio Scarlino (operaio).
Sono difesi dagli avvocati Alfredo Gaito, Vito Epifani, Andrea Sambati, Stefano Orlando, Donata Perrone e Silvio Caroli. La famiglia di Mario Orlando ha affidato la costituzione di parte civile all’avvocato Vincenzo Venneri.
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