Lite tra cugini per l'eredità: assolto uno dei due nipoti. «Valido il testamento dello zio»

Sul piatto della bilancia due ville di lusso, un motoscafo d'epoca e due terreni uno a Mesagne e uno a Otranto

Lite tra cugini per l'eredità: assolto uno dei due nipoti. «Valido il testamento dello zio»
di Roberta GRASSI
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Giovedì 2 Febbraio 2023, 07:18 - Ultimo aggiornamento: 15:48

Un lungo processo per una eredità contesa. Una eredità di gran valore, considerato che sul piatto c'erano due ville di lusso a Lecce e Tricase Porto, un motoscafo d'epoca, e diversi terreni. Lo zio (ricco) li aveva lasciati con testamento olografo a uno dei nipoti, un avvocato. E l'altro, il cugino, un medico, sosteneva che tanta generosità fosse il frutto di una circonvenzione di incapace. Di un testamento fatto firmare all'anziano in un momento della sua vita in cui non sarebbe stato in grado di decidere con lucidità.

La decisione del giudice


Nulla di tutto questo secondo il giudice Bianca Maria Todaro che ha assolto l'imputato con la formula il fatto non sussiste. Il padre, pure coinvolto, è venuto a mancare pochi mesi fa. Quindi per lui è stato dichiarato il non doversi procedere per intervenuta morte del reo. I due erano difesi dagli avvocati Luigi Rella, Fabio De Feo, Raffaele Zocco e Andrea Sambati. Il pm aveva invocato la condanna a una pena di tre anni di reclusione.
A formulare denuncia, come si diceva, era stato l'altro nipote che riteneva che il parente avesse subito una ischemia nel 2005 da cui era scaturito un decadimento cognitivo tale da non renderlo del tutto padrone delle proprie scelte.

Si era poi costituito parte civile, al fianco di altri due cugini che avevano sì ricevuto una fetta dell'eredità, ma non quella più cospicua, contenuta nel testamento olografo del 2009.

Lo zio vittima di un decadimento cognitivo?


Secondo i denuncianti lo zio era stato vittima di un decadimento cognitivo tale e colto da patologie psicofisiche che ne avrebbero determinato uno stato di infermità fisica.
Nel corso del dibattimento, con l'audizione di numerosi testimoni, è emersa una verità differente a quanto pare. Nonostante gli acciacchi, l'anziano sarebbe stato perfettamente in grado di dare disposizioni.
Del resto, non avendo avuto figli, non c'era da considerare nel novero dei beni, una quota di legittima.
All'imputato assolto, resteranno così due ville, un motoscafo d'epoca, tre terreni agricoli, due dei quali a Mesagne e uno a Otranto. Sotto accusa erano finite anche numerose elargizioni di denaro. Si chiude, così, in primo grado la lunga e tribolata vicenda la cui richiesta di rinvio a giudizio risale nel 2019: nessun inganno, nessuna trama, il fatto non sussiste.

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