Lecce verso il voto, il Pd in delegazione da Salvemini: «Primarie di coalizione»

Lecce verso il voto, il Pd in delegazione da Salvemini: «Primarie di coalizione»
di Paola COLACI
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Domenica 23 Luglio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17:07

Nessuna ricandidatura “di diritto” alla testa della coalizione di centrosinistra per la corsa a Palazzo Carafa. Piuttosto le primarie come unico strumento per centrare un doppio obiettivo: smorzare tensioni e mal di pancia tra gli alleati e allargare il perimetro della coalizione. È in sintesi questo il “telegramma” recapitato dal centrosinistra al sindaco uscente Carlo Salvemini a distanza di quasi un mese dal primo tavolo ufficiale della coalizione e in vista del voto del 2024.

Ieri la delegazione Pd da Carlo Salvemini

A consegnarlo al primo cittadino una delegazione del Pd composta dalla vicepresidente nazionale del partito Loredana Capone, dal deputato Claudio Stefanazzi e dal presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva.

La visita a Palazzo Carafa nella mattinata di ieri, a un giorno di distanza dalla riunione convocata dal segretario provinciale del Pd, Luciano Marrocco. Il confronto interno ai dem è giunto a margine della serie di tavoli bilaterali convocati dal segretario cittadino, Romeo Russo con partiti e movimenti all’inizio di luglio. E fa sintesi tra le diverse posizioni espresse dentro e fuori i luoghi del confronto rispetto alla volontà di Salvemini - espressa già lo scorso autunno - di correre per il terzo mandato a Palazzo Carafa in nome e per conto del centrosinistra. Desiderata che in queste settimane ha incontrato, però, resistenze e perplessità più o meno esplicitate tra i consiglieri comunali ma anche tra le file di partiti e movimenti. Mancata condivisione delle scelte politiche e scarso coinvolgimento: queste le principali accuse mosse al sindaco. Di contro, primarie di coalizione per superare le secche nelle quali rischia di incagliarsi la coalizione. 

Primarie: favorevoli e contrari


Al momento il quadro delle posizioni - tra sostenitori di Salvemini e favorevoli e contrari alle primarie - resta infatti frammentato. Se Sinistra Italia (al netto dell’assessore regionale, Anna Grazia Maraschio) e Azione restano sulla trincea degli scontenti dell’operato di Salvemini e chiedono a gran voce le primarie di coalizione, gli assessori regionali Alessandro Delli Noci e Sebastiano Leo alla testa in rappresentanza del civismo hanno blindato la ricandidatura del sindaco uscente andando in pressing sugli alleati: «Se primarie devono essere, fuori i nomi e la data entro la fine del mese». Variegato anche il panorama all’interno del Pd: riconferma della candidatura di Salvemini senza eccezioni da parte di Stefanazzi e Capone. Posizione mediana per Minerva: pur riconoscendo l’autorevolezza del sindaco, il presidente della Provincia guarda al voto preliminare dei gazebo come a un’opportunità di legittimazione e allargamento della coalizione.

I candidati alle primarie: le prime ipotesi

Ed è proprio questa l’istanza recapitata nella giornata di ieri dalla delegazione del Pd al sindaco. Una ipotesi sulla quale ora Salvemini dovrà riflettere e comunicare le sue intenzioni a stretto giro. Sfilarsi dalla corsa per la ricandidatura o prendere parte alle primarie? Se l’ultima ipotesi dovesse essere confermata, Salvemini potrebbe misurarsi alle urne con il suo attuale vicesindaco dem, Sergio Signore. Ma anche con il capogruppo di “progetto Città”, Pierpaolo Patti. Secondo i ben informati, inoltre, potrebbe decidere di essere della partita anche il presidente del Consiglio comunale, Carlo Mignone. Nella prospettiva di una sfida con il centrodestra che potrebbe vedere protagonista la senatrice Adriana Poli Bortone, inoltre, più di qualcuno già spinge affinché in caso di primarie a“sfidare” Salvemini sia essere una donna. La dirigente del Pd provinciale, Paola Povero per esempio. Si vedrà.
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