Lecce verso il voto, Maraschio agli alleati: «Ripartiamo da Salvemini e rilanciamo la coalizione»

Anna Grazia Maraschio
Anna Grazia Maraschio
di Paola COLACI
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Sabato 22 Luglio 2023, 05:00

In vista delle amministrative di Lecce del 2024 l’assessore regionale di Sinistra Italiana, Anna Grazia Maraschio sollecita il centrosinistra a chiudere la partita della candidatura sul nome del sindaco uscente Carlo Salvemini.

Assessore Anna Grazia Maraschio, a tre settimane dal primo tavolo di coalizione convocato dal sindaco Carlo Salvemini il clima all’interno del centrosinistra appare tutt’altro che disteso. Alle blindature che incassa il primo cittadino dai vertici di partiti e movimenti si contrappone un fronte del dissenso che anima la “base”. Che idea si è fatta della situazione?
«Sto osservando con profonda attenzione il dibattito elettorale, anche a più ampio raggio su tutto il contesto regionale. Emergono due aspetti, che in realtà dovremmo conoscere bene da molti anni. Troppo spesso il centrosinistra è ipercritico verso se stesso e fatica a fare tesoro dei propri errori. Due elementi che in molti casi ci hanno fatto arrivare divisi alle consultazioni elettorali, come recentemente successo a Brindisi, città che abbiamo perso perché la coalizione si è spaccata malamente. Dovremmo fare tesoro del recente passato e invece rischiamo di riproporre le stesse dinamiche su Lecce, che non possiamo far tornare nelle mani della destra, la stessa che ha portato la città in dissesto finanziario e in altre grandi criticità. Sarebbe una responsabilità enorme. Per questo faccio un appello a tutti gli attori in campo: lasciamo a casa i personalismi, le ripicche, e ragioniamo sul bene della coalizione e soprattutto della città».

Tra le voci più critiche del centrosinistra rispetto a errori e sbavature politiche attribuite al sindaco uscente – tanto al tavolo della coalizione quanto in sede di vertice con il Pd cittadino – si è levata proprio quella di Sinistra Italiana. Un’analisi che condivide con i suoi colleghi di partito?
«Io credo che Carlo Salvemini abbia lavorato bene per Lecce, credo che abbia tracciato un percorso di discontinuità netto nei confronti di un passato amministrativo problematico per la città, un passato che è ancora dietro l’angolo. L’amministrazione Salvemini ha posto l’attenzione su temi importanti come quello ambientale, portando la raccolta differenziata tra le più alte della Puglia, ha risanato molte situazioni nonostante il predissesto, ha avviato il percorso partecipativo del Pug. Ha posto il tema del mare per tutti, quello della tutela degli spazi pubblici a fronte di una crescente privatizzazione. Un tema che ha dato ribalta nazionale alla nostra città. Credo che abbia attuato delle scelte coraggiose, alcune volte impopolari. Quello che deve essere chiaro, lo dico da militante di sinistra, è che non possiamo abbandonare un’idea di città che ha rappresentato una svolta rispetto alle passate amministrazioni di centrodestra. Allo stesso tempo vorrei guardare al dibattito con l’occhio di un grandangolo».

A cosa si riferisce?
«Il dibattito non può ridursi al Salvemini sì, Salvemini no, rischiamo un confronto sterile e soprattutto divisivo. Partiamo, invece, dalla vittoria schiacciante del centrosinistra al primo turno dopo decenni di governo di centrodestra, da un’idea di città che ha creato una connessione con i leccesi, che hanno abbracciato una prospettiva di futuro. Un’idea che è stata condivisa dalla coalizione, che ha sostenuto Salvemini sindaco. Il tavolo della coalizione deve partire da lì, da quel programma. Quali di quelle prospettive sono state realizzate? Quali ancora no? Abbiamo ancora la stessa idea di città? In alternativa, quali sono le visioni? Queste sono le domande che prioritariamente le forze della coalizione dovrebbero mettere sul tavolo».

A suo avviso ci sono stati degli errori e su quali aspetti c’è ancora molto da fare per la città?
«Sempre chi lavora, chi amministra, commette errori. Il punto è esserne consapevoli, non fare la barricate sulle proprie posizioni. Reputo necessaria una maggiore partecipazione, un maggiore coinvolgimento delle scelte su quelli che sono temi cruciali, come è accaduto con il percorso partecipativo avviato con il Pug. Su altri questo è mancato. I temi complessi devono necessariamente passare dal coinvolgimento di tutte le componenti sociali ed economiche le cui sorti dipendono da quelle scelte. Per questo l’analisi che deve essere fatta ai tavoli preposti deve riguardare il lavoro dell’intero governo e del programma. Chiediamoci cosa non ha funzionato e chiediamo al sindaco uscente quanto sia disposto a fare per apportare i cambiamenti che auspichiamo. Riappropriamoci del dialogo, che è l’unica strada per crescere insieme».

Primarie di coalizione per superare l’attuale empasse: le ha chieste Sinistra Italiana e ne ha ribadito la rilevanza anche il presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva. Lei cosa ne pensa?
«In primis il confronto non può essere una contrapposizione all’interno della coalizione. Sforziamoci di avere una visione in grado di lanciare lo sguardo oltre la proiezione della propria sfera personale. La vivacità del confronto sia lievito per far crescere la coalizione, non per consumare rivendicazioni o sia pure legittime ambizioni. Questo deve riguardare tutti. Non lanciamo diktat sui nomi, che sono uno sbarramento al dialogo e soprattutto rischiano di ridurre tutto a una manifestazione di forza e di sfida che non credo appartenga alla nostra cultura. Cerchiamo il confronto con chi governa con noi la Puglia, penso ai cinque stelle e non solo, e interroghiamoci in cosa la loro idea di città si discosta dalla nostra e proviamo a costruire un percorso comune».

Se la linea dei gazebo per la scelta del candidato dovesse passare, c’è già chi immagina che a essere protagonista possa essere il consigliere comunale di Si, Pierpaolo Patti. È un’ipotesi probabile? Se così fosse, Sinistra Italiana lo sosterrà?
«In genere, se ha lavorato bene, è buona norma sostenere il sindaco uscente. Altrimenti si replica l’errore di Brindisi. Salvemini ha governato in un momento difficile, con i conti da risanare, partecipate salvate in extremis, gestione di un’emergenza sanitaria. Se ci sono stati errori possono essere corretti nell’ottica del rilancio della coalizione. Le primarie, strumento di democrazia caro alla sinistra, non dovrebbero essere usate come momento divisivo. Se dovesse emergere l’esigenza condivisa delle primarie, saranno valutati i partecipanti. Pierpaolo Patti ha svolto bene la sua funzione di consigliere e rappresenta una risorsa per la sinistra. Ma il tema è il rilancio della coalizione e la connessione con Lecce. Si può migliorare ma non tornare indietro». 

 

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