Daspo al presidente avvocato Donadei e a un dirigente del Nardò dopo la partita di calcio

Il presidente del Nardò Salvatore Donadei
Il presidente del Nardò Salvatore Donadei
di Roberta GRASSI
3 Minuti di Lettura
Lunedì 11 Aprile 2022, 19:09 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 17:43

Due espulsioni, qualche episodio sgradito in campo e dopo la partita contro il Gravina in Puglia via alle contestazioni. Costate caro al presidente del Nardò calcio, l'avvocato civilista Salvatore Donadei (54 anni) e a un dirigente della stessa società, Alessio Antico (42 anni) per cui il questore di Lecce ha emesso un provvedimento di Daspo (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive) per la durata di un anno, per il primo, e due pre il secondo. 

Arbitro aggredito, minacciato e costretto a rinchiudersi negli spogliatoi: Daspo di 2 anni per allenatore e direttore sportivo. Tutto per un rigore

I fatti

Le osservazioni del questore scaturiscono da una relazione degli agenti del commissariato di Nardò per fatti verificatisi il 13 febbraio, data in cui la squadra di casa aveva incontrato la formazione di Gravina in Puglia rimediando una sconfitta per 2 a 3. Al triplice fischio dell'arbitro, vi sarebbe stato un po' di caos. Proteste che secondo i poliziotti addetti all'ordine pubblico in occasione della gara, avrebbero superato nettamente il limite di tolleranza. Ci sono video e ricostruzioni nero su bianco. Da lì, trascorse alcune settimane, sono scaturiti i provvedimenti.

Non si tratta soltanto di squalifiche o di sanzioni disposte in ambito sportivo. Ma di un divieto emesso dal questore la cui violazione comporterebbe, per chi trasgredisce, conseguenze ben più serie.

Daspo per due ultrà del Lecce, petardi e striscioni contro la polizia

La versione di Donadei: «Aberrante quello che è accaduto»

Il presidente del Nardò, come si diceva un avvocato civilista, contesta tutto ciò di cui è stato “accusato” e annuncia di voler impugnare il Daspo dinanzi ai giudici amministrativi del Tar, al fianco dell'avvocato Giuseppe Milli. «Si tratta di un provvedimento aberrante, su cui farò ricorso - spiega - per dimostrare che si tratta di una montatura. Una ricostruzione priva di ogni fondamento. Dirò di più, è un provvedimento che offende la mia onorabilità e la rispettabilità di una persona dalla vita specchiata che ha ricoperto cariche importanti nell'ambito dell'avvocatura regionale e nazionale, in ambito civilistico».  Donadei spiega: «Ho manifestato il mio pensiero, esternato la mia passione per il calcio, forse con una gestualità eccessiva e con parole forti. Ma non è accaduto nulla di più grave. Non so se sono finito su Scherzi a parte o in un racconto di Kafka.  Il presidente ha riferito e specificato anche nel testo delle sue memorie, rappresentate al questore, di aver atteso l'arbitro «con le mani in tasca» all'uscita del rettangolo di gioco nello spazio antistante all'ingresso degli spogliatoi, per dimostrare il disappunto. «Vado nelle scuole - ha concluso - per parlare di valori, e anche di calcio pulito e di fair play, quello che è successo è davvero incredibile». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA