Le torture e la fuga a 16 anni: il Salento accoglie Aboubacar

Le torture e la fuga a 16 anni: il Salento accoglie Aboubacar
di Giuseppe MARTELLA
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Lunedì 13 Giugno 2022, 11:31

Una protesi al piede per tornare a calciare un pallone. Un percorso lungo, quello che attende Aboubacar, 16enne della Guinea ospite a Serrano, frazione di Carpignano Salentino, del progetto Minori Stranieri non Accompagnati del Comune di Patù gestito dalla cooperativa sociale Arci Lecce Solidarietà. L'adolescente guineano è stato operato nei giorni scorsi all'ospedale di Gallipoli dall'équipe del primario di Ortopedia, Mauro Portaluri, per l'amputazione dell'alluce sinistro, l'ultimo dito ancora presente, con l'obiettivo di salvare l'avampiede. Un intervento non complicato e che è il primo passo verso il ritorno di Aboubacar a una vita il più possibile normale.

Una storia drammatica, un lieto fine


La storia del ragazzino africano è drammatica, simile a quella di tante persone che decidono di lasciare la propria casa e gli affetti più cari, attraversare l'Africa tra mille pericoli e sfidare la morte con la speranza di un futuro migliore. In Guinea, Paese che vive da anni nell'instabilità politica e nelle difficoltà economica e che ora è sotto il dominio violento di una dittatura militare, l'ospite di Arci Lecce Solidarietà ha abbandonato tutto e dopo un lungo viaggio ha raggiunto la Libia, dove è stato rinchiuso in un lager.

Un primo tentativo di fuga, gli aguzzini che gli sparano addosso e lo colpiscono al piede, il medico del campo che gli amputa le quattro dita del piede sinistro. Ma Aboubacar non si dà per vinto, va oltre il dolore e la sofferenza e tenta di scappare una seconda volta, questa volta con successo: un'imbarcazione di fortuna, il Mar Mediterraneo e lo sbarco sulle coste reggine della Calabria dove viene recuperato.


«È arrivato in Italia il 14 aprile ricostruisce Edoardo De Santis, responsabile della struttura della cooperativa sociale Arci Lecce Solidarietà di Serrano da noi il 28. Lamentava dolori soprattutto a un piede e subito abbiamo iniziato l'iter medico accanto a quello condotto dei nostri psicologi. La prima necessità è quella di garantire adeguata assistenza sanitaria al ragazzo, diventa secondario anche ricostruire il suo passato. I primi esami al Pronto soccorso dell'ospedale di Galatina e poi il trasferimento a Gallipoli, dove è stato operato». Aboubacar si affida pian piano a persone che non conosce e si lascia convincere della necessità dell'intervento: «Al rientro in corsia dalla sala operatoria ricorda con emozione De Santis abbiamo vissuto ore drammatiche. Il ragazzo piangeva per la rabbia dopo essersi scoperto senza l'alluce, qui è come la Libia urlava mentre mi stringeva la mano forte come mai nessuno aveva fatto. Poi si è rilassato e calmato».


La degenza in ospedale, la cura per un'infezione alle unghie delle mani - che secondo i medici gli sono state strappate durante la detenzione libica - le prime medicazioni e l'umore del 16enne che migliora col passare dei giorni, così come il suo italiano. «Sul letto dell'ospedale dice ancora l'operatore Arci trascorreva il tempo studiando la lingua su un'applicazione del telefonino e ci accoglieva ogni volta pronunciando una parola nuova. È tornato nella struttura di Serrano aggiunge Edoardo De Santis frequenta con entusiasmo e interesse il corso di alfabetizzazione, così come diverse altre attività. È un ragazzo di una dolcezza incredibile e con gli occhi aperti verso il futuro». Il suo sogno era ed è quello di fare il calciatore: l'applicazione di una protesi il primo passo verso la realizzazione del suo più grande desiderio, mentre domani inizierà l'iter ufficiale per l'ottenimento dello status di rifugiato e di titolare di protezione.


Intanto, Aboubacar ha ricevuto una visita inattesa che gli ha infuso tanta speranza. A volerlo conoscere Abdoulaye, ospite a San Cassiano del progetto gestito dalla cooperativa Rinascita, che ha vissuto un dramma simile a quello del ragazzo della Guinea. Due anni fa ha perso la gamba nella azienda metalmeccanica nella quale lavorava: il lungo coma, la riabilitazione, la protesi e una nuova vita. Oggi, Abdoluaye ha ripreso in mano la sua vita, sta studiando per il diploma e gioca a basket in carrozzina con il Team Lupiae Lecce. I due hanno chiacchierato fitto sotto gli sguardi emozionati di chi li osservava, i loro sorrisi sono valsi più di mille parole. Dinanzi ad Aboubacar si è aperto un lungo percorso fatto di assistenza e cure mediche, in attesa di segnare il gol più bello, quello della sua rinascita.

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